Introduzione
L'edizione 2024 di WeMed offre un'analisi dettagliata e multidimensionale delle dinamiche sociali, economiche, ambientali e di genere dei paesi del Mediterraneo, riflettendo la complessità e le profonde interconnessioni che caratterizzano quest'area. Il Mediterraneo, crocevia di culture, economie e geopolitiche, si presenta come uno spazio di grandi sfide, ma anche di opportunità per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Questa pubblicazione è organizzata in quattro aree tematiche principali: Popolazione e società, Economia, Ambiente e risorse naturali, e Confronti di genere, offrendo una prospettiva integrata e comparativa sulla regione. L'approccio seguito in questa raccolta di analisi integra quindi molteplici ambiti, dai cambiamenti demografici e del mercato del lavoro, alle questioni di salute, scolarizzazione, macroeconomia, relazioni internazionali, agricoltura, ambiente, infrastrutture; inoltre, essa tratta le questioni di genere in maniera trasversale in un’area dedicata.
I primi capitoli si focalizzano sulle dinamiche demografiche, con una disamina dei tassi di natalità, fecondità e mortalità infantile, evidenziando significative disparità regionali. La crescita demografica, più sostenuta nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente rispetto all'Unione europea, riflette modelli di sviluppo differenziati, che pongono sfide importanti sia in termini di sostenibilità che di politiche sociali. L’analisi della struttura per età e della speranza di vita, inoltre, mostra come i Paesi mediterranei stiano affrontando cambiamenti demografici significativi, con un aumento della popolazione anziana nelle nazioni europee e una prevalenza di giovani nei Paesi extra-europei.
Il mercato del lavoro viene analizzato attraverso i tassi di attività e occupazione, che rivelano significative disuguaglianze, soprattutto in termini di genere e di accesso per i giovani. Nei Paesi dell’Unione europea, sebbene la partecipazione giovanile sia relativamente stabile, rimangono evidenti divari di genere e sfide legate alla qualità dell’occupazione. Nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, i bassi tassi di partecipazione femminile e giovanile testimoniano l’urgenza di politiche mirate all’inclusione socioeconomica.
Le tematiche sociali, tra cui la sicurezza alimentare, la salute e la scolarizzazione, offrono uno spaccato delle disparità sociali che attraversano il Mediterraneo. L’insicurezza alimentare colpisce con maggiore intensità i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, mentre i tassi di prevalenza di malattie non trasmissibili come il diabete mostrano un incremento generalizzato, sottolineando la necessità di interventi per stili di vita più sani. Sul fronte dell’istruzione, i Paesi dell’Unione europea e dei Balcani occidentali hanno raggiunto livelli di scolarizzazione elevati, mentre permangono ritardi significativi in alcune aree del Nord Africa.
La macroeconomia evidenzia la frammentazione economica della regione. Il Mediterraneo è dominato dalle economie avanzate dell’Unione europea, ma registra una crescita più rapida nelle economie emergenti del Nord Africa e del Medio Oriente. Le disparità nella distribuzione del PIL e nel valore aggiunto riflettono il differente livello di sviluppo tra le nazioni, con la Turchia e Israele che emergono come attori economici cruciali nelle rispettive aree.
Sul fronte delle relazioni internazionali, i flussi commerciali e gli investimenti diretti esteri mostrano una forte dipendenza dalla componente energetica nei Paesi del Nord Africa, mentre l’Unione europea si distingue per una maggiore diversificazione. L’analisi della bilancia commerciale e delle esportazioni sottolinea la necessità di una maggiore integrazione economica tra le diverse macroregioni.
La sezione su ambiente e territorio esamina la gestione delle risorse naturali, evidenziando il crescente stress idrico nei paesi extra-europei e i progressi nella protezione delle aree naturali nell’Unione Europea. La popolazione urbana continua ad aumentare, ponendo ulteriori pressioni sulle risorse naturali e sui sistemi infrastrutturali.
Il settore dell’agricoltura, con le sue profonde differenze regionali, rappresenta una componente chiave per la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale. Mentre nei Paesi europei si registrano progressi nelle pratiche agricole sostenibili, i Paesi del Nord Africa affrontano sfide significative legate alla scarsità idrica e ai cambiamenti climatici. Il consumo di fertilizzanti e le emissioni agricole continuano a rappresentare un problema cruciale per molte nazioni.
L’analisi di infrastrutture ed energia sottolinea l'importanza della connettività marittima e delle energie rinnovabili per lo sviluppo economico sostenibile. Le economie dell’Unione europea mostrano un livello più avanzato di infrastrutture, ma le nazioni del Nord Africa e del Medio Oriente stanno rapidamente migliorando la loro performance logistica e la capacità di integrare energie pulite.
I capitoli finali approfondiscono le disuguaglianze di genere, analizzando la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la loro rappresentanza politica e le opportunità imprenditoriali. In Nord Africa e Medio Oriente, i divari di genere sono particolarmente accentuati, mentre i Paesi europei mostrano progressi significativi ma non ancora completi. Indicatori come l’Indice di disuguaglianza di genere e l’Indice di sviluppo di genere forniscono un quadro chiaro delle sfide da affrontare per garantire una maggiore parità.
Le questioni di genere sono trattate separatamente rispetto alle altre aree tematiche per evidenziarne la trasversalità e l’impatto cruciale sullo sviluppo socioeconomico nell’area mediterranea. Le disuguaglianze di genere, infatti, non si limitano a rappresentare un problema di giustizia sociale, ma influenzano direttamente aspetti fondamentali come il mercato del lavoro, l’accesso all’istruzione, la partecipazione politica e la salute, rendendo necessario un focus specifico per comprenderne le implicazioni su più livelli.
Nell’area mediterranea, questo tema assume particolare rilevanza per due motivi principali:
- Diversità culturali e strutturali tra le macroregioni: Nei paesi dell’Unione europea, i divari di genere sono meno marcati grazie a politiche più avanzate, ma rimangono significative disparità, ad esempio, nella leadership e nella partecipazione economica. Nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, invece, le disuguaglianze sono più pronunciate, influenzate da barriere culturali, sociali e istituzionali che limitano fortemente l’accesso delle donne all’istruzione, al lavoro retribuito e alla vita politica.
- Impatto sullo sviluppo sostenibile: L’emancipazione femminile è un elemento essenziale per la crescita economica, la coesione sociale e la sostenibilità. Una maggiore inclusione delle donne contribuisce a migliorare la produttività economica, a rafforzare le comunità e a favorire una governance più equa e inclusiva. Ridurre le disuguaglianze di genere è quindi cruciale non solo per garantire equità, ma anche per promuovere il progresso complessivo nella regione.
Affrontare le questioni di genere come tema autonomo permette di mettere in luce il legame tra i diritti delle donne e lo sviluppo regionale, sottolineando come la loro inclusione rappresenti una priorità strategica per migliorare le condizioni economiche e sociali in tutto il Mediterraneo.
Va evidenziato, infine, che tutti gli indicatori della base dati possono essere visualizzati attraverso una Dashboard che consente di rappresentare con grafici e mappe le serie storiche nazionali e le distribuzioni territoriali di ogni indicatore; inoltre, la base informativa statistica è corredata da una documentazione di metadati, a garanzia della trasparenza delle scelte metodologiche adottate.
In conclusione, WeMed 2024 ha l’ambizione di fornire, attraverso le sue analisi tematiche e una solida base di dati a supporto, uno strumento analitico per comprendere le dinamiche regionali e proporre politiche integrate che promuovano uno sviluppo equo, sostenibile e cooperativo nell’area mediterranea.