La base informativa di WeMed è il risultato di un complesso lavoro di acquisizione, confronto e selezione dei dati delle più accreditate fonti statistiche internazionali. Le significative differenze nello sviluppo dei sistemi statistici nazionali dei Paesi mediterranei comportano la difficoltà di raccogliere informazioni statistiche complete e comparabili, difficoltà aggravate soprattutto in alcune realtà attraversate da conflitti bellici attuali o del recente passato. Per molti indicatori, la copertura informativa di tutti i Paesi considerati[1] viene comunque garantita dagli organismi internazionali, che si avvalgono a tal fine anche di metodologie di stima tramite modelli statistici.
Un punto di riferimento essenziale per affrontare tali problematiche è il pregevole sistema informativo World Bank Development Indicators[2], nel quale la Banca Mondiale raccoglie da tutte le fonti statistiche internazionali e aggiorna annualmente quasi 1.500 serie storiche nazionali per tutti i Paesi. A partire dall’analisi dei dati per i 26 Paesi dell’area mediterranea pubblicati da tale sistema informativo, è stato realizzato un percorso in diverse fasi: a) selezione degli indicatori; b) acquisizione e validazione dei dati dalle fonti primarie; c) acquisizione e validazione dei metadati.
Selezione degli indicatori
Prendendo come riferimento le serie storiche di 1.447 indicatori presenti a marzo 2023 nella base dati di World Bank Development Indicators, è stata effettuata una preselezione di 1.072 indicatori che presentano una maggiore copertura dei 26 Paesi WeMed, con il criterio di avere almeno 20 Paesi con serie storiche popolate. Questi indicatori sono stati poi classificati secondo una struttura tematica a tre livelli: i primi due livelli (Aree tematiche e Temi) derivati da una griglia concettuale Eurostat[3], il terzo (Sottotemi) sviluppato ad hoc per facilitare la selezione degli indicatori. Infine, si è giunti alla selezione dei 146 indicatori di WeMed: 142 indicatori riconducibili a quelli presenti nel sistema informativo di World Bank, a cui si aggiungono 4 indicatori compositi sullo Sviluppo Umano (Human Development Indicators) pubblicati annualmente dallo United Nations Development Programme.
Acquisizione e validazione dei dati
Ove possibile, si è cercato di dare priorità ai dati scaricabili direttamente dalle fonti primarie internazionali indicate e utilizzate da World Bank. Questo, al fine di ottenere dati più controllati e talvolta anche più aggiornati. Inoltre, per quanto riguarda l’Italia, si è voluto dare priorità ai valori pubblicati per molti indicatori dall’Istat (a parità di definizione e algoritmo), in modo da evitare incoerenze con questi dati. Pertanto, è stata realizzata un’attività di raccolta delle serie storiche 2001-2024 (ove disponibili) per tutti gli indicatori dalle fonti internazionali per i 26 Paesi WeMed e dall’Istat per l’Italia. Inoltre, sono state scaricate anche le serie storiche dei valori dei numeratori e denominatori degli indicatori, al fine di supplire all’eventuale assenza nelle fonti primarie di valori già calcolati e di consentire la possibilità di calcolare indicatori a livello sovra-nazionale.
Le serie storiche delle diverse fonti per ogni indicatore e quelle già pubblicate da World Bank sono state sottoposte a un controllo incrociato delle discrepanze tra i valori per Paese e anno. Le discrepanze sono attribuibili prevalentemente a diverse tempistiche di aggiornamento delle serie, oppure riguardano l’ultimo anno di aggiornamento dei dati. Come esito finale del processo di selezione, le fonti primarie internazionali e l’Istat per l’Italia sono state privilegiate, in caso di dati disponibili e di assenza di problematiche specifiche. Si è invece scelto di utilizzare le serie già pubblicate da World Bank nei seguenti casi: i) se tale fonte costituisce la fonte primaria dei dati, attraverso proprie rilevazioni o procedure di stima; ii) se ha sviluppato serie storiche ad hoc che risultano più complete, attraverso la raccolta da molteplici fonti primarie; iii) se ha integrato la base dati degli indicatori pubblicati dalle fonti primarie internazionali con i valori di alcuni Paesi non pubblicati da tali fonti primarie (limitatamente ai valori di questi Paesi).
Il processo di acquisizione è stato gestito tramite un DB Access, fino alla produzione di report di confronto tra le fonti e all’estrazione dei dati delle fonti selezionate per costituire la base dati di WeMed.
Acquisizione e validazione dei metadati
Congiuntamente all’acquisizione dei dati, sono state raccolte dai siti web delle diverse fonti anche le informazioni utili a popolare un dataset di metadati: tipologia di rilevazione, procedure di stima, qualità dei dati, limiti di interpretazione, collegamenti con gli indicatori SDG ecc. Dopo la scelta della/delle fonti da utilizzare per ogni indicatore, tali informazioni sono state perfezionate in modo da fornire una sintesi coerente degli aspetti più rilevanti.
Diffusione dei dati e dei metadati in WeMed
In WeMed i valori degli indicatori per Paese costituiscono la base informativa di riferimento delle 12 pagine tematiche, dove sono messi in evidenza i principali risultati. Inoltre, tramite la dashboard si può effettuare l’interrogazione dei dati di tutti gli indicatori, che consente di rappresentare grafici e mappe.
Le informazioni sui metadati degli indicatori sono consultabili in tre modalità:
per singolo indicatore nelle Pagine tematiche: cliccando sul nome dell’indicatore nel prospetto statistico all’inizio di ogni pagina si evidenziano le informazioni relative a definizione e fonti;
per singolo indicatore nella Dashboard: in relazione all’indicatore selezionato si apre una finestra che contiene le informazioni su definizione, fonti, metodologia, note e avvertenze, presenza in sistemi informativi orientati alle policy, link alle fonti;
per tutti gli indicatori: si può scaricare il file completo in excel; una versione ridotta con elenco, definizioni e fonti è presente nell’Allegato 1 di questo documento.
Sui contenuti dei metadati, è opportuno aggiungere alcuni dettagli:
le informazioni incluse nel campo "Metodologia", se disponibili, riguardano le modalità e tecniche di raccolta dei dati e le procedure di calcolo degli indicatori;
le informazioni incluse nel campo "Note e avvertenze", se disponibili, riguardano aspetti come il dettaglio del campo di osservazione dell'indicatore, le limitazioni alla comparabilità derivanti dalla qualità eterogenea dei dati tra Paesi e dai diversi criteri adottati, le avvertenze per una corretta interpretazione del significato degli indicatori;
le informazioni incluse nel campo "Presenza in sistemi informativi orientati alle policy" segnalano che alcuni indicatori sono previsti anche nel contesto di sistemi informativi statistici internazionali che hanno la prerogativa di indirizzare le scelte di policy adottate da parte dei diversi Paesi. In particolare si fa riferimento a: a) l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, articolata in 17 Goal ai quali è collegato un sistema di target e di indicatori; b) la Politica europea di vicinato meridionale (ENP South), a supporto della quale Eurostat realizza attività di cooperazione statistica con i Paesi coinvolti e pubblica una sezione ad hoc del proprio database. Si vedano anche: https://sdgs.un.org/goals e https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Statistical_cooperation_-_European_Neighbourhood_Policy-South_(ENP-S)#Data_collection_and_dissemination.
Indicatori
#
Indicatore
Area tematica
Pagina tematica
Definizione
Fonte
Metodologia
Note
Policy
Link
1
Popolazione totale
Popolazione e società
Popolazione
La popolazione totale si basa sulla definizione di popolazione de facto, che conta tutti i residenti indipendentemente dallo status giuridico o dalla cittadinanza. I valori indicati si riferiscono alla popolazione media.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
I dati derivano da diversi tipi di fonti statistiche: censimenti nazionali della popolazione; stime per gli anni precedenti e successivi al censimento basate su modelli demografici; dati amministrativi.
Anche nei Paesi ad alto reddito si verificano errori e mancati conteggi. Nei Paesi in via di sviluppo gli errori possono essere sostanziali a causa delle limitazioni nei trasporti, nelle comunicazioni e nelle altre risorse necessarie per condurre e analizzare un censimento completo. La qualità e l'affidabilità dei dati demografici ufficiali sono influenzate anche dalla fiducia del pubblico nel governo, dall'impegno del governo per un censimento completo e accurato, dalla riservatezza e dalla protezione contro l'uso improprio dei dati del censimento e dall'indipendenza delle agenzie di censimento dalle influenze politiche.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
2
Popolazione, var. % annua
Popolazione e società
Popolazione
Tasso esponenziale di crescita della popolazione a metà anno dall'anno t-1 a t, espresso in percentuale.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
I tassi di crescita della popolazione totale sono calcolati partendo dal presupposto che il tasso di crescita sia costante tra due punti nel tempo. Il tasso di crescita viene calcolato utilizzando la formula della crescita esponenziale: r = ln(pn/p0)/n, dove r è il tasso di crescita esponenziale, ln() è il logaritmo naturale, pn è la popolazione del periodo finale, p0 è la popolazione del periodo iniziale e n è il numero di anni intermedi. Si noti che questo non è il tasso di crescita geometrico utilizzato per calcolare la crescita composta su periodi discreti.
Anche nei Paesi ad alto reddito si verificano errori e mancati conteggi. Nei Paesi in via di sviluppo gli errori possono essere sostanziali a causa delle limitazioni nei trasporti, nelle comunicazioni e nelle altre risorse necessarie per condurre e analizzare un censimento completo. La qualità e l'affidabilità dei dati demografici ufficiali sono influenzate anche dalla fiducia del pubblico nel governo, dall'impegno del governo per un censimento completo e accurato, dalla riservatezza e dalla protezione contro l'uso improprio dei dati del censimento e dall'indipendenza delle agenzie di censimento dalle influenze politiche.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
3
Indice di dipendenza degli anziani (% rispetto alla pop. in età lavorativa)
Popolazione e società
Popolazione
Rapporto percentuale tra anziani a carico - persone di età superiore a 64 anni - e popolazione in età lavorativa - persone di età compresa tra 15 e 64 anni, al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
Gli indici di dipendenza rilevano le variazioni nelle proporzioni di bambini, anziani e persone in età lavorativa nella popolazione, che implicano il carico di dipendenza che la popolazione in età lavorativa sostiene rispetto ai bambini e agli anziani. Ma gli indici mostrano solo la composizione per età di una popolazione, non la dipendenza economica. Alcuni bambini e anziani fanno parte della forza lavoro, mentre molte persone in età lavorativa non ne fanno parte.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
4
Popolazione 0-14 anni (% del totale)
Popolazione e società
Popolazione
Popolazione di età compresa tra 0 e 14 anni in percentuale della popolazione totale al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
None
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
5
Popolazione 65 anni e oltre (% del totale)
Popolazione e società
Popolazione
Popolazione di età pari o superiore a 65 anni in percentuale della popolazione totale al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
None
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
6
Tasso di natalità (per 1.000 ab.)
Popolazione e società
Popolazione
Numero di nati vivi nel corso dell'anno, per 1.000 abitanti, stimato a metà anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
I tassi si basano su dati provenienti da sistemi di registrazione delle nascite e dei decessi, censimenti e indagini campionarie condotte dagli uffici statistici nazionali e da altre organizzazioni, oppure su analisi demografiche. Le stime possono essere proiezioni basate su estrapolazioni dei livelli e delle tendenze degli anni precedenti o su interpolazioni delle stime e delle proiezioni della United Nations Population Division.
None
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
7
Tasso di fecondità totale (n. medio figli per donna)
Popolazione e società
Popolazione
Numero medio di nati vivi che un'ipotetica coorte di donne avrebbe alla fine del periodo riproduttivo se fosse soggetta per tutta la vita ai tassi di fecondità di un determinato periodo e se non fosse soggetta a mortalità. Si esprime come numero di nati vivi per donna.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
Si ottiene tramite la somma dei tassi di fertilità specifici calcolati rapportando, per ogni età fertile, il numero di nati vivi all'ammontare medio annuo della popolazione femminile.
None
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
8
Speranza di vita alla nascita (anni)
Popolazione e società
Popolazione
Numero di anni che un neonato vivrebbe se i modelli di mortalità prevalenti al momento della nascita rimanessero invariati per tutta la vita.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
La speranza di vita alla nascita qui utilizzata è il numero medio di anni che ci si aspetta che un neonato viva se i modelli di mortalità al momento della sua nascita rimangono costanti nel futuro. Riflette il livello generale di mortalità di una popolazione e riassume il modello di mortalità che prevale in tutti i gruppi di età in un determinato anno. Viene calcolata tramite una tavola di mortalità che fornisce un'istantanea del modello di mortalità di una popolazione in un determinato momento. Non riflette quindi il modello di mortalità che una persona sperimenta effettivamente nel corso della sua vita, che può essere calcolato in una tavola di coorte.
Le serie di dati annuali del World Population Prospects della Divisione della Popolazione delle Nazioni Unite sono interpolate per periodi di 5 anni. Pertanto, potrebbero non riflettere gli eventi reali quanto i dati osservati. L'elevata mortalità nelle fasce d'età più giovani abbassa significativamente la speranza di vita alla nascita. Ma se una persona sopravvive all'infanzia ad alta mortalità, può vivere molto più a lungo. Ad esempio, in una popolazione con una speranza di vita alla nascita di 50 anni, potrebbero esserci poche persone che muoiono a 50 anni. La speranza di vita alla nascita può essere bassa a causa dell'elevata mortalità infantile, per cui una persona che sopravvive all'infanzia può vivere molto più a lungo di 50 anni.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
9
Tasso di mortalità infantile (per 1.000 nati vivi)
Popolazione e società
Popolazione
Numero di neonati che muoiono prima di raggiungere un anno di età, per 1.000 nati vivi in un determinato anno.
a) United Nations Inter-agency Group for Child Mortality Estimation; b) Istat per l'Italia
A seconda della fonte dei dati, i tassi di mortalità possono essere calcolati in diversi modi: a) Registrazione anagrafica - Il calcolo dei tassi di mortalità infantile è derivato da una tavola di mortalità, utilizzando i decessi specifici per età e i conteggi della popolazione a metà anno dai dati di registrazione civile. b) Dati delle indagini e dei censimenti - I dati delle indagini e dei censimenti sulla mortalità infantile al di sotto dei cinque anni si presentano tipicamente in una delle due forme: l'anamnesi completa (FBH), in cui alle donne viene chiesta la data di nascita di ciascuno dei loro figli, se il bambino è ancora vivo e, in caso contrario, l'età al momento del decesso; e l'anamnesi sommaria (SBH), in cui alle donne viene chiesto solo il numero di bambini che hanno partorito e il numero di quelli che sono morti (o, equivalentemente, il numero di quelli ancora vivi). Entrambe le anamnesi danno luogo a tassi di mortalità infantile retrospettivi che si riferiscono a un periodo precedente alla data dell'indagine. I tassi possono essere ricavati con un metodo di stima diretta dall'FBH. I dati SBH, raccolti dai censimenti e da molte indagini sulle famiglie, possono essere utilizzati per ricavare stime retrospettive dei tassi di mortalità infantile, infantile e al di sotto dei cinque anni utilizzando un metodo di stima indiretto, ovvero utilizzando una proxy per il tempo di esposizione dei figli della madre al rischio di morte. Il metodo di Brass e le tavole di mortalità del modello sono utilizzati per ottenere una stima indiretta dei tassi di mortalità infantile e sotto i cinque anni. I dati Istat per l'Italia rientrano nel caso a) (Indagine su decessi e cause di morte) e si riferiscono alla mortalità per territorio di residenza.
None
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
10
Consumo di tabacco (% sulla pop. 15 anni e oltre)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Percentuale della popolazione di età pari o superiore a 15 anni che attualmente fa uso di qualsiasi prodotto del tabacco (fumato e/o senza fumo) su base giornaliera o non giornaliera.
WHO
Un modello statistico basato su una meta-regressione binomiale negativa bayesiana viene utilizzato per modellare la prevalenza dell'uso corrente di tabacco per ciascun Paese, separatamente per uomini e donne. Una descrizione completa del metodo è disponibile in The Lancet, volume 385, n. 9972, pagg. 966-976 (2015). Una volta raccolti i tassi di prevalenza specifici per età e sesso dalle indagini nazionali in un set di dati, il modello è stato adattato per calcolare le stime di tendenza dal 2000 al 2025. Il modello ha due componenti principali: (a) aggiustare gli indicatori e le fasce d'età mancanti e (b) generare una stima delle tendenze nel tempo con un intervallo di credibilità del 95% intorno alla stima. A seconda della completezza/esaustività dei dati delle indagini di un particolare Paese, il modello a volte fa uso di dati di altri Paesi per colmare le lacune informative. Quando un Paese ha meno di due indagini nazionali rappresentative della popolazione in anni diversi, non viene fatto alcun tentativo di colmare le lacune di dati e non vengono calcolate stime. Per colmare le lacune di dati, le informazioni vengono “prese in prestito” da Paesi della stessa sotto-regione ONU. Le linee di tendenza risultanti vengono utilizzate per ricavare stime per singoli anni, in modo da poter riportare un numero anche se il Paese non ha condotto un'indagine in quell'anno. Per rendere i risultati comparabili tra i Paesi, i tassi di prevalenza sono stati standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS.
I prodotti del tabacco comprendono sigarette, pipe, sigari, sigaretti, pipe ad acqua (narghilè, shisha), bidis, kretek, prodotti del tabacco riscaldati e tutte le forme di tabacco senza fumo (orale e nasale). I prodotti del tabacco escludono le sigarette elettroniche (che non contengono tabacco), le “e-cigar”, gli “e-hookah”, i JUUL e le “e-pipes”. I tassi sono standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS. Le stime per i Paesi con indagini irregolari o con molte lacune nei dati hanno ampi intervalli di incertezza e tali risultati dovrebbero essere interpretati con cautela.
None
11
Insicurezza alimentare moderata o grave nella popolazione (%)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Percentuale di persone nella popolazione che vive in famiglie classificate come moderatamente o gravemente insicure dal punto di vista alimentare. Una famiglia è classificata come moderatamente o gravemente insicura dal punto di vista alimentare quando almeno un adulto della famiglia ha dichiarato di essere stato esposto, in alcuni momenti dell'anno, a diete di bassa qualità e di essere stato costretto a ridurre la quantità di cibo che avrebbe mangiato normalmente a causa della mancanza di denaro o di altre risorse.
FAO
i dati sono rilevati tramite un modulo di indagine in un questionario Gallup World Poll.
La validità e l'affidabilità di questi dati è molto elevata. Il margine di errore può variare dallo 0,5% al 10% del valore della prevalenza a seconda della dimensione del campione.
SDG Goal 2, indicatore 2.1.2
12
Diabete (% della popolazione di età compresa tra 20 e 79 anni)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Percentuale di persone di età compresa tra i 20 e i 79 anni che hanno il diabete di tipo 1 o di tipo 2. È calcolata in base a una struttura di età standard della popolazione.
International Diabetes Federation
I dati provengono da diverse fonti, come articoli scientifici sottoposti a peer review e indagini sanitarie nazionali e regionali. Anche i rapporti ufficiali di organizzazioni internazionali, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono stati valutati per la loro qualità, definita in accordo con un gruppo di esperti internazionali. Le fonti di dati che hanno superato rigorosi criteri di selezione sono state incluse nell'analisi dei dati.
Le persone con diabete non diagnosticato sono incluse nel numero totale stimato di persone con diabete per il 2021.
SDG Goal 3, indicatore 3.8.1
13
Ammissione all'ultimo grado dell''istruzione secondaria inferiore (%)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Numero totale di nuovi iscritti all'ultima classe dell'istruzione secondaria inferiore, indipendentemente dall'età, espresso in percentuale della popolazione all'età prevista per l'ingresso nell'ultima classe dell'istruzione secondaria inferiore. L'età prevista per l'ingresso nell'ultima classe è l'età in cui gli alunni entrerebbero nella classe se avessero iniziato la scuola all'età ufficiale di ingresso nell'istruzione primaria, avessero studiato a tempo pieno e fossero progrediti senza ripetere o saltare una classe.
UNESCO
i dati provengono da censimenti della popolazione e indagini sulle famiglie che raccolgono dati sul livello di istruzione più elevato o sul grado di istruzione completato dai bambini e dai giovani di una famiglia, tramite autodichiarazione o dichiarazione della famiglia. Nel primo caso, ogni membro della famiglia al di sopra di una certa età dichiara il proprio livello di istruzione. Nel secondo caso, una persona, di solito il capofamiglia o un'altra persona di riferimento, indica il grado e/o il livello di istruzione più alto completato da ciascun membro della famiglia. Sono necessari anche i dati amministrativi dei ministeri dell'Istruzione sulla struttura del sistema educativo (età di ingresso e durata). Le indagini possono servire come fonte di dati se raccolgono informazioni per i gruppi di età interessati. Oltre alle indagini nazionali, le indagini campionarie internazionali, come le Indagini demografiche e sanitarie (DHS, http://dhsprogram.com) o le cluster surveys a indicatori multipli (MICS, http://mics.unicef.org), sono un'altra fonte. Queste indagini sono progettate per soddisfare le esigenze di dati internazionali concordate e mirano a garantire la comparabilità transnazionale, fornendo al contempo dati per scopi politici nazionali. Queste indagini vengono condotte regolarmente in paesi selezionati, in media ogni 3-5 anni.
Il numero di nuovi iscritti all'ultimo anno di un determinato livello di istruzione, indipendentemente dall'età, è espresso come percentuale della popolazione dell'età prevista per l'ingresso all'ultimo anno di quel livello di istruzione. Se i dati sui nuovi iscritti non sono raccolti direttamente, possono essere calcolati sottraendo il numero di alunni che ripetono l'ultimo grado dal totale degli iscritti all'ultimo grado. Si tratta di una misura lorda e può quindi superare il 100% se c'è un gran numero di alunni che sono entrati a scuola presto o tardi e/o che hanno ripetuto i gradi precedenti. Il fatto che l’indicatore possa superare il 100% lo rende anche più difficile da interpretare rispetto al tasso di completamento. Rispetto al tasso di completamento, il rapporto di ingresso lordo all'ultimo grado non indica quanti bambini completano l'ultimo grado, ma solo quanti bambini entrano in quel grado. Se gli studenti dell'ultimo anno abbandonano la scuola prima del diploma, il rapporto di ingresso lordo all'ultimo anno sovrastima il completamento. I limiti dei dati impediscono di tenere conto degli gli studenti che abbandonano la scuola durante l'ultimo anno di istruzione secondaria inferiore. Pertanto, questo tasso è una proxy che dovrebbe essere considerata come una stima superiore dell'effettivo tasso di completamento della scuola secondaria inferiore.
None
14
Tasso di attività 15-64 anni (%)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Percentuale della popolazione di età 15-64 anni economicamente attiva: tutte le persone che offrono sul mercato manodopera per la produzione di beni e servizi in un determinato periodo.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati nazionali sui tassi di partecipazione alla forza lavoro possono non essere comparabili a causa di differenze nei concetti e nelle metodologie. Il fattore più importante che influisce sulla comparabilità dei dati è la fonte dei dati stessi. I dati sulle forze di lavoro ottenuti dai censimenti della popolazione sono spesso basati su un numero limitato di domande sulle caratteristiche economiche degli individui, con scarse possibilità di sondaggio. I dati risultanti, pertanto, non sono generalmente coerenti con i corrispondenti dati delle indagini sulle forze di lavoro e possono variare notevolmente da un Paese all'altro, a seconda del numero e del tipo di domande incluse nel censimento. I censimenti e le indagini sugli stabilimenti possono, per loro natura, fornire solo dati sulla popolazione occupata, escludendo i disoccupati e, in molti Paesi, escludendo anche i lavoratori impegnati in piccoli stabilimenti o nell'economia informale che non rientrano nell'ambito dell'indagine o del censimento.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
15
Tasso di attività 15-24 anni (%)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Percentuale della popolazione di età 15-24 anni economicamente attiva: tutte le persone che offrono sul mercato manodopera per la produzione di beni e servizi in un determinato periodo.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati nazionali sui tassi di partecipazione alla forza lavoro possono non essere comparabili a causa di differenze nei concetti e nelle metodologie. Il fattore più importante che influisce sulla comparabilità dei dati è la fonte dei dati stessi. I dati sulle forze di lavoro ottenuti dai censimenti della popolazione sono spesso basati su un numero limitato di domande sulle caratteristiche economiche degli individui, con scarse possibilità di sondaggio. I dati risultanti, pertanto, non sono generalmente coerenti con i corrispondenti dati delle indagini sulle forze di lavoro e possono variare notevolmente da un Paese all'altro, a seconda del numero e del tipo di domande incluse nel censimento. I censimenti e le indagini sulle unità locali possono, per loro natura, fornire solo dati sulla popolazione occupata, escludendo i disoccupati e, in molti Paesi, escludendo anche i lavoratori impegnati in piccole untà produttive o nell'economia informale che non rientrano nell'ambito dell'indagine o del censimento. Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
16
Tasso di occupazione 15 anni e oltre (%)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Percentuale di popolazione occupata di un Paese nella classe d'età 15 anni ed oltre. L'occupazione è definita come le persone in età lavorativa che, durante un breve periodo di riferimento, sono state impegnate in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a scopo di retribuzione o di profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento (cioè che abbiano lavorato in un posto di lavoro per almeno un'ora) sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di accordi sull'orario di lavoro. L'età di 15 anni ed oltre è generalmente considerata il riferimento per la popolazione in età lavorativa.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Tasso di occupazione 15-24 anni (%)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Percentuale di popolazione occupata di un Paese nella classe d'età 15-24 anni. L'occupazione è definita come le persone in età lavorativa che, durante un breve periodo di riferimento, sono state impegnate in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a scopo di retribuzione o di profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento (cioè che abbiano lavorato in un posto di lavoro per almeno un'ora) sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di accordi sull'orario di lavoro. L'età compresa tra i 15 e i 24 anni è generalmente considerata il riferimento per la popolazione giovanile.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
None
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Occupazione in agricoltura (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Persone in età lavorativa impegnate nel settore agricolo in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a titolo oneroso o di lucro, sia che lavorino nel periodo di riferimento sia che non lavorino a causa di un'assenza temporanea dal lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore agricolo è costituito dalle attività di agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca, secondo la divisione 1 (ISIC 2) o le categorie A-B (ISIC 3) o la categoria A (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
Persone in età lavorativa impegnate nel settore industriale in una qualsiasi attività di produzione di beni o di prestazione di servizi a titolo oneroso o di lucro, sia che lavorino nel periodo di riferimento sia che non lavorino a causa di un'assenza temporanea dal posto di lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore industriale comprende l'estrazione di minerali, l'industria manifatturiera, le costruzioni e i servizi pubblici (elettricità, gas e acqua), secondo le divisioni 2-5 (ISIC 2) o le categorie C-F (ISIC 3) o le categorie B-F (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Occupazione nei servizi (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Persone in età lavorativa impegnate nel settore dei Servizi in qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi per retribuzione o profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento, sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore dei servizi comprende il commercio all'ingrosso e al dettaglio, i ristoranti e gli alberghi, i trasporti, il magazzinaggio e le comunicazioni, i finanziamenti, le assicurazioni, le attività immobiliari e i servizi alle imprese, nonché i servizi sociali e personali, secondo le divisioni 6-9 (ISIC 2) o le categorie G-Q (ISIC 3) o le categorie G-U (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Occupati dipendenti (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Persone che svolgono il tipo di lavoro definito come “lavoro subordinato”, in cui gli occupati hanno contratti di lavoro espliciti (scritti o orali) o impliciti che danno loro una retribuzione di base che non dipende direttamente dalle entrate dell'unità per cui lavorano.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
None
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Occupati indipendenti (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Persone che, lavorando per conto proprio o con uno o più soci o in cooperativa, svolgono lavori in cui la retribuzione dipende direttamente dai profitti derivanti dai beni e servizi prodotti. Gli occupati indipendenti comprendono quattro sottocategorie: i datori di lavoro, i lavoratori in proprio, i membri di cooperative di produttori e i coadiuvanti familiari.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
None
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Datori di lavoro (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Lavoratori che, lavorando per conto proprio o con uno o più soci, svolgono lavori in cui la retribuzione dipende direttamente dai profitti derivanti dai beni e dai servizi prodotti, e che, in questa veste, hanno assunto, in modo continuativo, una o più persone che lavorano per loro come dipendenti.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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24
Occupati vulnerabili (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Lavoratori coadiuvanti familiari e lavoratori per conto proprio in percentuale dell'occupazione totale.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Coadiuvanti familiari (% dell'occupazione totale)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Persone che svolgono un “lavoro autonomo” come lavoratori per conto proprio in un'impresa orientata al mercato gestita da una persona che vive nella stessa famiglia.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Tasso di disoccupazione 15 anni e oltre (%)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Quota della forza lavoro che non ha un lavoro ma è disponibile e in cerca di un'occupazione.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I disoccupati comprendono tutte le persone in età lavorativa che: a) non avevano un lavoro durante il periodo di riferimento, cioè non avevano un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo; b) erano attualmente disponibili per un lavoro, cioè erano disponibili per un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo durante il periodo di riferimento; c) erano alla ricerca di un lavoro, cioè avevano intrapreso azioni specifiche in un determinato periodo recente per cercare un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo. Vengono conteggiati come disoccupati anche i futuri avviati, cioè le persone che non hanno cercato lavoro ma hanno un futuro interesse nel mercato del lavoro (hanno preso accordi per un futuro inizio di lavoro), così come i partecipanti a programmi di formazione o riqualificazione professionale nell'ambito di programmi di promozione dell'occupazione, che su questa base non erano “occupati”, non erano “attualmente disponibili” e non hanno “cercato lavoro” perché avevano un'offerta di lavoro da iniziare entro un breve periodo successivo, generalmente non superiore a tre mesi. Tra i disoccupati sono comprese anche le persone “non occupate” che hanno svolto attività di migrazione all'estero per lavorare a scopo di retribuzione o di lucro, ma che erano ancora in attesa dell'opportunità di partire. Il tasso di disoccupazione complessivo di un Paese è una misura ampiamente utilizzata dell'offerta di lavoro non utilizzata. I tassi di disoccupazione per gruppi specifici, definiti in base all'età, al sesso, all'occupazione o all'industria, sono utili anche per identificare i gruppi di lavoratori e i settori più vulnerabili alla disoccupazione.
SDG Goal 8, indicatore 8.5.2; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Tasso di disoccupazione 15-24 anni (%)
Popolazione e società
Mercato del lavoro
Quota della forza lavoro di età 15-24 anni senza lavoro ma disponibile e in cerca di occupazione.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I disoccupati comprendono tutte le persone in età lavorativa che: a) non avevano un lavoro durante il periodo di riferimento, cioè non avevano un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo; b) erano attualmente disponibili per un lavoro, cioè erano disponibili per un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo durante il periodo di riferimento; c) erano alla ricerca di un lavoro, cioè avevano intrapreso azioni specifiche in un determinato periodo recente per cercare un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo. Vengono conteggiati come disoccupati anche i futuri avviati, cioè le persone che non hanno cercato lavoro ma hanno un futuro interesse nel mercato del lavoro (hanno preso accordi per un futuro inizio di lavoro), così come i partecipanti a programmi di formazione o riqualificazione professionale nell'ambito di programmi di promozione dell'occupazione, che su questa base non erano “occupati”, non erano “attualmente disponibili” e non hanno “cercato lavoro” perché avevano un'offerta di lavoro da iniziare entro un breve periodo successivo, generalmente non superiore a tre mesi. Tra i disoccupati sono comprese anche le persone “non occupate” che hanno svolto attività di migrazione all'estero per lavorare a scopo di retribuzione o di lucro, ma che erano ancora in attesa dell'opportunità di partire. Il tasso di disoccupazione complessivo di un Paese è una misura ampiamente utilizzata dell'offerta di lavoro non utilizzata. I tassi di disoccupazione per gruppi specifici, definiti in base all'età, al sesso, all'occupazione o all'industria, sono utili anche per identificare i gruppi di lavoratori e i settori più vulnerabili alla disoccupazione.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Abbonamenti alla banda larga fissa (per 100 ab.)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Quota per 100 residenti degli abbonamenti fissi per l'accesso ad alta velocità all'Internet pubblico (una connessione TCP/IP), con velocità di downstream pari o superiore a 256 kbit/s.
a) International Telecommunication Union; b) World Bank Development Indicators per la Palestina
I dati sono raccolti direttamente dai governi tramite questionari annuali inviati all'agenzia responsabile delle telecomunicazioni/ICT (autorità di regolamentazione o ministero). I dati sono verificati e armonizzati per garantire la comparabilità internazionale e la conformità agli standard internazionali, come indicato nel Manuale ITU per la raccolta di dati amministrativi sulle telecomunicazioni/ICT e nell'elenco centrale di indicatori ICT sviluppato dalla Partnership on Measuring ICT for Development. I dati vengono raccolti due volte all'anno tramite questionari inviati ai governi. Ad aprile viene inviato un breve questionario in cui si richiedono dati sui principali indicatori di telecomunicazioni/ICT, come gli abbonamenti alla telefonia fissa, gli abbonamenti alla telefonia mobile, gli abbonamenti alla banda larga fissa (totale e per livelli di velocità), la larghezza di banda internazionale, il traffico a banda larga mobile e fissa e la copertura della popolazione mobile (totale, 3G, 4G e oltre). A settembre viene inviato un lungo questionario che richiede dati su tutti gli indicatori di telecomunicazioni/ICT inclusi nel Manuale ITU per la raccolta di dati amministrativi sulle telecomunicazioni/ICT. I dati vengono convalidati e le discrepanze chiarite attraverso la comunicazione con i Paesi prima di essere diffusi.
Internet fisso a banda larga comprende modem via cavo, DSL, fibra e altre tecnologie fisse a banda larga (come Internet a banda larga via satellite, LAN Ethernet, accesso fisso senza fili, Wireless Local Area Network, WiMAX, ecc.) Sono esclusi gli abbonati che accedono alle comunicazioni di dati (compreso Internet) tramite reti cellulari mobili. Le velocità pubblicizzate e quelle reali possono differire in modo sostanziale. Poiché le domande e le definizioni delle indagini differiscono, le stime potrebbero non essere strettamente comparabili tra i vari Paesi. In alcuni Paesi, le autorità di regolamentazione controllano la velocità e la qualità dei servizi a banda larga e obbligano gli operatori a fornire informazioni accurate sulla qualità del servizio agli utenti finali. I totali regionali e globali sono calcolati come somme non ponderate dei valori dei Paesi. I tassi di penetrazione regionali e globali (per 100 abitanti) sono medie ponderate dei valori dei Paesi, ponderati per la popolazione dei Paesi/regioni. Le discrepanze tra i dati globali e quelli nazionali possono verificarsi quando i Paesi utilizzano una definizione diversa da quella utilizzata dall'ITU. Le discrepanze possono sorgere anche nei casi in cui la fine dell'anno fiscale differisce da quella utilizzata dall'ITU, che è la fine di dicembre di ogni anno. Alcuni Paesi hanno un anno fiscale che termina a marzo o giugno di ogni anno.
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29
Persone che utilizzano Internet (% della popolazione)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Quota per 100 residenti della somma del numero attivo di linee telefoniche fisse analogiche, degli abbonamenti voice-over-IP (VoIP), degli abbonamenti alla rete locale fissa senza fili (WLL), degli equivalenti canali vocali ISDN e dei telefoni pubblici fissi a pagamento.
a) International Telecommunication Union; b) World Bank Development Indicators per la Palestina
I dati sono raccolti direttamente dai governi tramite questionari annuali inviati all'agenzia responsabile delle telecomunicazioni/ICT (autorità di regolamentazione o ministero). I dati sono verificati e armonizzati per garantire la comparabilità internazionale e la conformità agli standard internazionali, come indicato nel Manuale ITU per la raccolta di dati amministrativi sulle telecomunicazioni/ICT e nell'elenco centrale di indicatori ICT sviluppato dalla Partnership on Measuring ICT for Development. I dati vengono raccolti due volte all'anno tramite questionari inviati ai governi. Ad aprile viene inviato un questionario short form in cui si richiedono dati sui principali indicatori di telecomunicazioni/ICT, come gli abbonamenti alla telefonia fissa, gli abbonamenti alla telefonia mobile, gli abbonamenti alla banda larga fissa (totale e per livelli di velocità), la larghezza di banda internazionale, il traffico a banda larga mobile e fissa e la copertura della popolazione mobile (totale, 3G, 4G e oltre). A settembre viene inviato un questionario long form che richiede dati su tutti gli indicatori di telecomunicazioni/ICT inclusi nel Manuale ITU per la raccolta di dati amministrativi sulle telecomunicazioni/ICT. I dati vengono convalidati e le discrepanze chiarite attraverso la comunicazione con i Paesi prima di essere diffusi.
Gli operatori sono tradizionalmente la principale fonte di dati sulle telecomunicazioni, quindi le informazioni sugli abbonamenti sono ampiamente disponibili per la maggior parte dei Paesi. Questo dà un'idea generale dell'accesso, ma una misura più precisa sarebbe il tasso di penetrazione, ovvero la quota di famiglie che hanno accesso alle telecomunicazioni. Negli ultimi anni sono diventate disponibili maggiori informazioni sull'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione grazie alle indagini condotte presso le famiglie e le imprese. Sono importanti anche i dati sull'uso effettivo dei servizi di telecomunicazione. Idealmente, le statistiche sulle telecomunicazioni (e sulle altre tecnologie dell'informazione e della comunicazione) dovrebbero essere compilate per tutte e tre le misure: abbonamenti, accesso e utilizzo. La qualità dei dati varia da un Paese all'altro, a causa delle differenze nelle normative che regolano la fornitura e la disponibilità dei dati. Le discrepanze possono sorgere anche nei casi in cui la fine di un anno fiscale differisce da quella utilizzata dall’International Telecommunication Union, che è la fine di dicembre di ogni anno. Alcuni Paesi hanno un anno fiscale che termina a marzo o giugno di ogni anno.
SDG Goal 17, indicatore 17.8.1
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Abbonamenti cellulari (per 100 ab.)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Quota per 100 residenti degli abbonamenti a un servizio pubblico di telefonia mobile che fornisce accesso alla rete PSTN utilizzando la tecnologia cellulare.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati International Telecommunication Union
I dati sugli abbonati alle reti cellulari mobili sono ricavati utilizzando i dati amministrativi che i Paesi (di solito l'autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni o il Ministero responsabile delle telecomunicazioni) raccolgono regolarmente, e almeno annualmente, dagli operatori di telecomunicazioni. I dati per questo indicatore sono prontamente disponibili per circa il 90% dei Paesi, sia attraverso i questionari dell'UIT sugli indicatori mondiali delle telecomunicazioni, sia attraverso le informazioni ufficiali disponibili sul sito web del Ministero o dell'autorità di regolamentazione. Per il resto, le informazioni possono essere aggregate attraverso i dati degli operatori (principalmente attraverso i rapporti annuali) e integrate da rapporti di ricerca di mercato.
L’indicatore include abbonamenti post-pagati e prepagati e comprende sistemi cellulari analogici e digitali che utilizzano la tecnologia cellulare, compreso il numero di carte SIM prepagate attive negli ultimi tre mesi. Sono compresi gli abbonamenti a sistemi cellulari analogici e digitali (IMT-2000 (Terza generazione, 3G) e 4G), ma sono esclusi gli abbonamenti alla banda larga mobile tramite schede dati o modem USB. Sono inclusi anche tutti gli abbonamenti cellulari che offrono comunicazioni vocali, mentre sono esclusi anche gli abbonamenti ai servizi pubblici di dati mobili, alla radio mobile privata, al telepoint o al radio paging e ai servizi di telemetria. .
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Indice di sviluppo umano (min=0, max=1)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Indice composito che misura i risultati raggiunti in tre dimensioni chiave dello sviluppo umano: una vita lunga e sana, l'accesso alla conoscenza e un tenore di vita dignitoso. L'indice è la media geometrica degli indici normalizzati per ciascuna delle tre dimensioni.
United Nations Development Programme
Si tratta di una media geometrica degli indici normalizzati, basati sui seguenti indicatori: a) Speranza di vita alla nascita: UN/DESA (2022a). b) Anni di scolarizzazione previsti: CEDLAS e Banca Mondiale (2022), ICF Macro Demographic and Health Surveys (vari anni), UNESCO Institute for Statistics (2022) e United Nations Children's Fund (UNICEF) Multiple Indicator Cluster Surveys (vari anni). c) Anni medi di scolarizzazione: Barro e Lee (2018), ICF Macro Demographic and Health Surveys (vari anni), OCSE (2022), Istituto di statistica dell'UNESCO (2022) e UNICEF Multiple Indicator Cluster Surveys (vari anni). d) Reddito nazionale lordo pro capite: FMI (2022), UNDESA (2022b), United Nations Ststistics Division (2022) e Banca Mondiale (2022).
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Indice di sviluppo umano corretto per la diseguaglianza (min=0, max=1)
Popolazione e società
Altri temi sociali
Indice composito che corregge l'Indice di sviluppo umano per tenere conto della disuguaglianza nella distribuzione di ciascuna dimensione nella popolazione.
United Nations Development Programme
Si basa su una classe di indici compositi sensibili alla distribuzione proposta da Foster, Lopez-Calva e Szekely (2005), che si rifà alla famiglia di misure di disuguaglianza di Atkinson (1970). È calcolato come media geometrica degli indici dimensionali corretti per la disuguaglianza. La disuguaglianza nella distribuzione delle dimensioni dell'Indice di Sviluppo Umano è stimata per: * Speranza di vita, utilizzando i dati delle tavole di mortalità complete fornite dall'UN/DESA (2022a). * Anni medi di scolarizzazione, utilizzando i dati delle indagini sulle famiglie armonizzati nei database internazionali, tra cui il Luxembourg Income Study, l'European Union Survey of Income and Living Conditions di Eurostat, l'International Income Distribution Database della Banca Mondiale, le Demographic and Health Surveys di ICF Macro, le Multiple Indicators Cluster Surveys dell'UNICEF, il Center for Distributive, Labour and Social Studies e il Socio-Economic Database for Latin America and the Caribbean della Banca Mondiale, i dati sui risultati scolastici dell'United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization Institute for Statistics e il World Income Inequality Database della United Nations University. * Reddito familiare disponibile o consumo pro capite, utilizzando le banche dati e le indagini sulle famiglie sopra elencate e, per alcuni Paesi, reddito imputato in base a una metodologia di corrispondenza dell'indice patrimoniale utilizzando gli indici patrimoniali delle indagini sulle famiglie (Harttgen e Vollmer 2013). L'indice patrimoniale è fornito nei microdati delle ICF Macro Demographic and Health Surveys e delle Cluster Surveys del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia.
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PIL (miliardi di US$, prezzi costanti 2015)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Il PIL ai prezzi di acquisto è la somma del valore aggiunto lordo di tutti i produttori residenti nell'economia, più le imposte sui prodotti e meno i sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. È calcolato senza effettuare deduzioni per il deprezzamento dei beni fabbricati o per l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. I dati sono a prezzi costanti 2015, espressi in dollari statunitensi. I dati in dollari del PIL sono convertiti dalle valute nazionali utilizzando i tassi di cambio ufficiali del 2015. Per alcuni Paesi in cui il tasso di cambio ufficiale non riflette il tasso effettivamente applicato alle transazioni in valuta estera, viene utilizzato un fattore di conversione alternativo.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) rappresenta la somma del valore aggiunto di tutti i produttori più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori. Il PIL totale è misurato ai prezzi di acquisto. Il valore aggiunto dell'industria è normalmente misurato ai prezzi base.
La crescita di un'economia è misurata dalla variazione del volume della sua produzione o dei redditi reali dei suoi residenti. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite del 2008 (SCN 2008) offre tre indicatori plausibili per calcolare la crescita: il volume del prodotto interno lordo (PIL), il reddito interno lordo reale e il reddito nazionale lordo reale. Il volume del PIL è la somma del valore aggiunto, misurato a prezzi costanti, dalle famiglie, dalle amministrazioni pubbliche e dalle industrie che operano nell'economia. Il PIL tiene conto di tutta la produzione nazionale, indipendentemente dal fatto che il reddito sia destinato a istituzioni nazionali o estere. Tra le difficoltà che i compilatori dei conti nazionali devono affrontare c'è l'estensione dell'attività economica non dichiarata nell'economia informale o secondaria. Nei Paesi in via di sviluppo un'ampia quota della produzione agricola non viene scambiata (perché consumata all'interno della famiglia) o non viene scambiata con denaro. La produzione agricola deve spesso essere stimata indirettamente, utilizzando una combinazione di metodi che prevedono stime dei fattori produttivi, delle rese e delle superfici coltivate. Questo approccio porta talvolta ad approssimazioni grossolane che possono differire dai valori reali nel tempo e tra le varie colture per ragioni diverse dalle condizioni climatiche o dalle tecniche agricole. Allo stesso modo, gli input agricoli che non possono essere facilmente attribuiti a specifici output sono spesso “compensati” utilizzando approssimazioni altrettanto grossolane e ad hoc. Nota: i dati per i Paesi dell'OCSE si basano sull'ISIC, revisione 4.
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PIL (miliardi di US$, valori correnti)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Il PIL ai prezzi di acquisto è la somma del valore aggiunto lordo di tutti i produttori residenti nell'economia, più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. È calcolato senza deduzioni per il deprezzamento dei beni fabbricati o per l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. I dati sono espressi in dollari statunitensi correnti. I dati in dollari del PIL sono convertiti dalle valute nazionali utilizzando i tassi di cambio ufficiali di un anno. Per alcuni Paesi in cui il tasso di cambio ufficiale non riflette il tasso effettivamente applicato alle transazioni in valuta estera, viene utilizzato un fattore di conversione alternativo.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) rappresenta la somma del valore aggiunto di tutti i produttori più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori. Il PIL totale è misurato ai prezzi di acquisto. Il valore aggiunto dell'industria è normalmente misurato ai prezzi base.
La crescita di un'economia è misurata dalla variazione del volume della sua produzione o dei redditi reali dei suoi residenti. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite del 2008 (SCN 2008) offre tre indicatori plausibili per calcolare la crescita: il volume del prodotto interno lordo (PIL), il reddito interno lordo reale e il reddito nazionale lordo reale. Il volume del PIL è la somma del valore aggiunto, misurato a prezzi costanti, dalle famiglie, dalle amministrazioni pubbliche e dalle industrie che operano nell'economia. Il PIL tiene conto di tutta la produzione nazionale, indipendentemente dal fatto che il reddito sia destinato a istituzioni nazionali o estere. Tra le difficoltà che i compilatori dei conti nazionali devono affrontare c'è l'estensione dell'attività economica non dichiarata nell'economia informale o secondaria. Nei Paesi in via di sviluppo un'ampia quota della produzione agricola non viene scambiata (perché consumata all'interno della famiglia) o non viene scambiata con denaro. La produzione agricola deve spesso essere stimata indirettamente, utilizzando una combinazione di metodi che prevedono stime dei fattori produttivi, delle rese e delle superfici coltivate. Questo approccio porta talvolta ad approssimazioni grossolane che possono differire dai valori reali nel tempo e tra le varie colture per ragioni diverse dalle condizioni climatiche o dalle tecniche agricole. Allo stesso modo, gli input agricoli che non possono essere facilmente attribuiti a specifici output sono spesso “compensati” utilizzando approssimazioni altrettanto grossolane e ad hoc. Nota: i dati per i Paesi dell'OCSE si basano sull'ISIC, revisione 4.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
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Tasso di crescita annua del PIL (%, prezzi costanti 2015)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Tasso di crescita percentuale annuo del PIL a prezzi di mercato in valuta locale costante.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) rappresenta la somma del valore aggiunto di tutti i produttori più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori. Il PIL totale è misurato ai prezzi di acquisto. Il valore aggiunto dell'industria è normalmente misurato ai prezzi base.
La crescita di un'economia è misurata dalla variazione del volume della sua produzione o dei redditi reali dei suoi residenti. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite del 2008 (SCN 2008) offre tre indicatori plausibili per calcolare la crescita: il volume del prodotto interno lordo (PIL), il reddito interno lordo reale e il reddito nazionale lordo reale. Il volume del PIL è la somma del valore aggiunto, misurato a prezzi costanti, dalle famiglie, dalle amministrazioni pubbliche e dalle industrie che operano nell'economia. Il PIL tiene conto di tutta la produzione nazionale, indipendentemente dal fatto che il reddito sia destinato a istituzioni nazionali o estere. Tra le difficoltà che i compilatori dei conti nazionali devono affrontare c'è l'estensione dell'attività economica non dichiarata nell'economia informale o secondaria. Nei Paesi in via di sviluppo un'ampia quota della produzione agricola non viene scambiata (perché consumata all'interno della famiglia) o non viene scambiata con denaro. La produzione agricola deve spesso essere stimata indirettamente, utilizzando una combinazione di metodi che prevedono stime dei fattori produttivi, delle rese e delle superfici coltivate. Questo approccio porta talvolta ad approssimazioni grossolane che possono differire dai valori reali nel tempo e tra le varie colture per ragioni diverse dalle condizioni climatiche o dalle tecniche agricole. Allo stesso modo, gli input agricoli che non possono essere facilmente attribuiti a specifici output sono spesso “compensati” utilizzando approssimazioni altrettanto grossolane e ad hoc. Nota: i dati per i Paesi dell'OCSE si basano sull'ISIC, revisione 4.
SDG Goal 8, indicatore 8.1.1; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
36
PIL pro capite (US$, prezzi costanti 2015)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Prodotto interno lordo diviso per la popolazione a metà anno.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) rappresenta la somma del valore aggiunto di tutti i produttori più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori. Il PIL totale è misurato ai prezzi di acquisto. Il valore aggiunto dell'industria è normalmente misurato ai prezzi base.
La crescita di un'economia è misurata dalla variazione del volume della sua produzione o dei redditi reali dei suoi residenti. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite del 2008 (SCN 2008) offre tre indicatori plausibili per calcolare la crescita: il volume del prodotto interno lordo (PIL), il reddito interno lordo reale e il reddito nazionale lordo reale. Il volume del PIL è la somma del valore aggiunto, misurato a prezzi costanti, dalle famiglie, dalle amministrazioni pubbliche e dalle industrie che operano nell'economia. Il PIL tiene conto di tutta la produzione nazionale, indipendentemente dal fatto che il reddito sia destinato a istituzioni nazionali o estere. Tra le difficoltà che i compilatori dei conti nazionali devono affrontare c'è l'estensione dell'attività economica non dichiarata nell'economia informale o secondaria. Nei Paesi in via di sviluppo un'ampia quota della produzione agricola non viene scambiata (perché consumata all'interno della famiglia) o non viene scambiata con denaro. La produzione agricola deve spesso essere stimata indirettamente, utilizzando una combinazione di metodi che prevedono stime dei fattori produttivi, delle rese e delle superfici coltivate. Questo approccio porta talvolta ad approssimazioni grossolane che possono differire dai valori reali nel tempo e tra le varie colture per ragioni diverse dalle condizioni climatiche o dalle tecniche agricole. Allo stesso modo, gli input agricoli che non possono essere facilmente attribuiti a specifici output sono spesso “compensati” utilizzando approssimazioni altrettanto grossolane e ad hoc. Nota: i dati per i Paesi dell'OCSE si basano sull'ISIC, revisione 4.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
37
PIL pro capite, PPA (US$, prezzi costanti 2017)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Prodotto interno lordo convertito in dollari internazionali utilizzando i tassi di parità del potere d'acquisto. Un dollaro internazionale ha lo stesso potere d'acquisto sul PIL che ha il dollaro americano negli Stati Uniti.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank International Comparison Program ed Eurostat-OCSE PPP Programme
Il PIL a parità di poter d'acquisto (PPA) è il prodotto interno lordo convertito in dollari internazionali utilizzando i tassi di parità del potere d'acquisto. Un dollaro internazionale ha lo stesso potere d'acquisto sul PIL che ha il dollaro americano negli Stati Uniti. Il PIL ai prezzi di acquisto è la somma del valore aggiunto lordo di tutti i produttori residenti nel Paese, più le imposte sui prodotti e meno i sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Viene calcolato senza dedurre il deprezzamento dei beni fabbricati o l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali.
Per la comparabilità dei singoli settori, la produttività del lavoro è stimata secondo le convenzioni di contabilità nazionale. Tuttavia, esistono ancora limitazioni significative nella disponibilità di dati affidabili. Le informazioni su serie coerenti di produzione sia in valuta nazionale che in dollari a parità di potere d'acquisto non sono facilmente disponibili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, perché la definizione, la copertura e la metodologia non sono sempre coerenti tra i Paesi. Ad esempio, i Paesi impiegano metodologie diverse per stimare i valori mancanti per i settori dei servizi non di mercato e utilizzano definizioni diverse del settore informale.
None
38
PIL per occupato, PPA (US$, prezzi costanti 2017)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Prodotto interno lordo (PIL) diviso per il totale degli occupati nell'economia. Il PIL a parità di potere d'acquisto (PPA) è il PIL convertito in dollari internazionali costanti del 2017 utilizzando i tassi PPA. Un dollaro internazionale ha lo stesso potere d'acquisto sul PIL che ha un dollaro americano negli Stati Uniti.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati ILO, United Nations Population Division, Eurostat, OCSE e World Bank
Le stime si basano su dati relativi a occupazione, popolazione, PIL e PPA forniti da ILO, United Nations Population Division, Eurostat, OCSE e World Bank.
Per la comparabilità dei singoli settori, la produttività del lavoro è stimata secondo le convenzioni di contabilità nazionale. Tuttavia, esistono ancora limitazioni significative nella disponibilità di dati affidabili. Le informazioni su serie coerenti di produzione sia in valuta nazionale che in dollari a parità di potere d'acquisto non sono facilmente disponibili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, perché la definizione, la copertura e la metodologia non sono sempre coerenti tra i Paesi. Ad esempio, i Paesi impiegano metodologie diverse per stimare i valori mancanti per i settori dei servizi non di mercato e utilizzano definizioni diverse del settore informale.
None
39
Valore aggiunto di Agricoltura, silvicoltura e pesca (% del valore aggiunto totale)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
L'agricoltura, la silvicoltura e la pesca corrispondono alle divisioni ISIC 1-3 e comprendono la silvicoltura, la caccia e la pesca, nonché le coltivazioni e gli allevamenti. Il valore aggiunto è la produzione netta di un settore dopo aver sommato tutti gli output e sottratto gli input intermedi. Viene calcolato senza dedurre il deprezzamento dei beni fabbricati o l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. Si fa riferimento all'International Standard Industrial Classification (ISIC), revisione 4.
elaborazioni WeMed su dati World Bank Development Indicators
Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori.
La produzione agricola deve spesso essere stimata indirettamente, utilizzando una combinazione di metodi che prevedono stime degli input, delle rese e delle superfici coltivate. Questo approccio porta talvolta ad approssimazioni grossolane che possono differire dai valori reali nel tempo e tra le varie colture per ragioni diverse dalle condizioni climatiche o dalle tecniche agricole. Allo stesso modo, gli input agricoli che non possono essere facilmente attribuiti a specifiche produzioni sono spesso “messi in rete” utilizzando approssimazioni altrettanto grossolane e ad hoc.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
40
Valore aggiunto di Agricoltura, silvicoltura e pesca (var. % annua)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Tasso di crescita annuale del valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca a valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari statunitensi. L'agricoltura corrisponde alle divisioni ISIC 01-03 e comprende la silvicoltura, la caccia e la pesca, nonché la coltivazione di colture e l'allevamento. Il valore aggiunto è la produzione netta di un settore dopo aver sommato tutti gli output e sottratto gli input intermedi. Viene calcolato senza dedurre il deprezzamento dei beni fabbricati o l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. Si fa riferimento all'International Standard Industrial Classification (ISIC), revisione 4.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori.
La produzione agricola deve spesso essere stimata indirettamente, utilizzando una combinazione di metodi che prevedono stime degli input, delle rese e delle superfici coltivate. Questo approccio porta talvolta ad approssimazioni grossolane che possono differire dai valori reali nel tempo e tra le varie colture per ragioni diverse dalle condizioni climatiche o dalle tecniche agricole. Allo stesso modo, gli input agricoli che non possono essere facilmente attribuiti a specifiche produzioni sono spesso “messi in rete” utilizzando approssimazioni altrettanto grossolane e ad hoc.
None
41
Valore aggiunto di Industria e costruzioni (% del valore aggiunto totale)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
L'industria (comprese le costruzioni) corrisponde alle divisioni ISIC 05-43 e comprende l'industria manifatturiera (divisioni ISIC 10-33). Comprende il valore aggiunto dei settori minerario, manifatturiero (riportato anche come sottogruppo separato), delle costruzioni, dell'elettricità, dell'acqua e del gas. Il valore aggiunto è la produzione netta di un settore dopo aver sommato tutti gli output e sottratto gli input intermedi. Viene calcolato senza dedurre l'ammortamento dei beni fabbricati o l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. Si fa riferimento all'International Standard Industrial Classification (ISIC), revisione 4.
elaborazioni WeMed su dati World Bank Development Indicators
Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori.
Idealmente, la produzione industriale dovrebbe essere misurata attraverso censimenti e indagini periodiche sulle imprese. Tuttavia, nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo tali indagini sono poco frequenti, quindi i risultati delle indagini precedenti devono essere estrapolati utilizzando un indicatore appropriato. Anche la scelta dell'unità di campionamento, che può essere l'impresa (dove le risposte possono essere basate sui registri finanziari) o l’unità locale (dove le unità produttive possono essere registrate separatamente), influisce sulla qualità dei dati. Inoltre, gran parte della produzione industriale è organizzata in imprese non costituite in società o gestite dai proprietari, che non vengono rilevate dalle indagini rivolte al settore formale. Anche nelle grandi industrie, dove le indagini regolari sono più probabili, l'evasione delle accise e di altre imposte e la mancata divulgazione del reddito abbassano le stime del valore aggiunto. Questi problemi si acuiscono quando i Paesi passano dal controllo statale dell'industria all'impresa privata, perché le nuove imprese e un numero crescente di imprese consolidate non dichiarano. In conformità con il Sistema dei conti nazionali, la produzione dovrebbe includere tutte queste attività non dichiarate, nonché il valore delle attività illegali e di altre operazioni non registrate, informali o su piccola scala. I dati su queste attività devono essere raccolti con tecniche diverse dalle tradizionali indagini sulle imprese. I dati per i Paesi OCSE si basano su ISIC, revisione 4.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
42
Valore aggiunto di Industria e costruzioni (var. % annua)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Tasso di crescita annuale del valore aggiunto industriale (comprese le costruzioni) in valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari USA. L'industria corrisponde alle divisioni ISIC 05-43 e include il settore manifatturiero (divisioni ISIC 10-33). Comprende il valore aggiunto dei settori minerario, manifatturiero (riportato anche come sottogruppo separato), delle costruzioni, dell'elettricità, dell'acqua e del gas. Il valore aggiunto è la produzione netta di un settore dopo aver sommato tutti gli output e sottratto gli input intermedi. Viene calcolato senza dedurre l'ammortamento dei beni fabbricati o l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. Si fa riferimento all'International Standard Industrial Classification (ISIC), revisione 4.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori.
Idealmente, la produzione industriale dovrebbe essere misurata attraverso censimenti e indagini periodiche sulle imprese. Tuttavia, nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo tali indagini sono poco frequenti, quindi i risultati delle indagini precedenti devono essere estrapolati utilizzando un indicatore appropriato. Anche la scelta dell'unità di campionamento, che può essere l'impresa (dove le risposte possono essere basate sui registri finanziari) o l’unità locale (dove le unità produttive possono essere registrate separatamente), influisce sulla qualità dei dati. Inoltre, gran parte della produzione industriale è organizzata in imprese non costituite in società o gestite dai proprietari, che non vengono rilevate dalle indagini rivolte al settore formale. Anche nelle grandi industrie, dove le indagini regolari sono più probabili, l'evasione delle accise e di altre imposte e la mancata divulgazione del reddito abbassano le stime del valore aggiunto. Questi problemi si acuiscono quando i Paesi passano dal controllo statale dell'industria all'impresa privata, perché le nuove imprese e un numero crescente di imprese consolidate non dichiarano. In conformità con il Sistema dei conti nazionali, la produzione dovrebbe includere tutte queste attività non dichiarate, nonché il valore delle attività illegali e di altre operazioni non registrate, informali o su piccola scala. I dati su queste attività devono essere raccolti con tecniche diverse dalle tradizionali indagini sulle imprese. I dati per i Paesi OCSE si basano su ISIC, revisione 4.
None
43
Valore aggiunto manifatturiero a media e alta tecnologia (% val. agg. manifatturiero)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Percentuale del valore aggiunto dell'industria a media e alta tecnologia sul valore aggiunto totale dell'industria manifatturiera.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati United Nations Industrial Development Organization (UNIDO)
I dati vengono raccolti utilizzando il questionario generale sulle statistiche industriali, compilato dagli Istituti Nazionali di Statistica e inviato annualmente all'UNIDO. I dati relativi ai Paesi OCSE sono ottenuti direttamente dall'OCSE. I dati dei Paesi sono raccolti anche da pubblicazioni ufficiali e siti web ufficiali. I valori mancanti a livello nazionale sono imputati in base alla metodologia del Competitive Industrial Performance Report (UNIDO, 2017).
La conversione in dollari o le differenze nelle combinazioni ISIC possono causare discrepanze tra i dati nazionali e quelli internazionali.
SDG Goal 9, indicatore 9.b.1
44
Valore aggiunto dei Servizi (% del valore aggiunto totale)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
I servizi corrispondono alle divisioni ISIC 45-99 e comprendono il valore aggiunto del commercio all'ingrosso e al dettaglio (compresi alberghi e ristoranti), dei trasporti e dei servizi governativi, finanziari, professionali e personali come l'istruzione, la sanità e i servizi immobiliari. Sono incluse anche le spese imputate per i servizi bancari, i dazi all'importazione e qualsiasi discrepanza statistica rilevata dai compilatori nazionali, nonché le discrepanze derivanti dal ridimensionamento. Il valore aggiunto è la produzione netta di un settore dopo aver sommato tutti gli output e sottratto gli input intermedi. Viene calcolato senza effettuare deduzioni per l'ammortamento dei beni fabbricati o per l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. Si fa riferimento alla Classificazione Internazionale Standard delle Industrie (ISIC), revisione 3 o 4.
elaborazioni WeMed su dati World Bank Development Indicators
Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori.
Nel settore dei servizi, i numerosi lavoratori autonomi e le imprese individuali sono a volte difficili da individuare e sono poco incentivati a rispondere alle indagini, tanto meno a dichiarare tutti i loro guadagni. Ad aggravare questi problemi ci sono le molte forme di attività economica che non vengono registrate, compreso il lavoro che donne e bambini svolgono per una retribuzione scarsa o nulla.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
45
Valore aggiunto dei Servizi (var. % annua)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Tasso di crescita annuale del valore aggiunto dei servizi in valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari USA. I servizi corrispondono alle divisioni ISIC 45-99. Comprendono il valore aggiunto nel commercio all'ingrosso e al dettaglio (compresi alberghi e ristoranti), nei trasporti e nei servizi governativi, finanziari, professionali e personali come l'istruzione, l'assistenza sanitaria e i servizi immobiliari. Sono incluse anche le spese imputate per i servizi bancari, i dazi all'importazione e qualsiasi discrepanza statistica rilevata dai compilatori nazionali, nonché le discrepanze derivanti dal ridimensionamento. Il valore aggiunto è la produzione netta di un settore dopo aver sommato tutti gli output e sottratto gli input intermedi. Viene calcolato senza effettuare deduzioni per l'ammortamento dei beni fabbricati o per l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali. L'origine industriale del valore aggiunto è determinata dalla Classificazione industriale internazionale standard (ISIC), revisione 4.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori.
Nel settore dei servizi, i numerosi lavoratori autonomi e le imprese individuali sono a volte difficili da individuare e sono poco incentivati a rispondere alle indagini, tanto meno a dichiarare tutti i loro guadagni. Ad aggravare questi problemi ci sono le molte forme di attività economica che non vengono registrate, compreso il lavoro che donne e bambini svolgono per una retribuzione scarsa o nulla.
None
46
Spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche (var. % annua)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Crescita percentuale annua della spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche in valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari statunitensi. La spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche comprende tutte le spese correnti delle amministrazioni pubbliche per l'acquisto di beni e servizi (compresi i redditi da lavoro dipendente). Include anche la maggior parte delle spese per la difesa e la sicurezza nazionale, ma esclude le spese militari del governo che fanno parte della formazione del capitale pubblico.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) rappresenta la somma del valore aggiunto di tutti i produttori più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori. Il PIL totale è misurato ai prezzi di acquisto. Il valore aggiunto dell'industria è normalmente misurato ai prezzi base.
Poiché i responsabili delle politiche tendono a concentrarsi sulla promozione della crescita del prodotto e poiché i dati sulla produzione sono più facili da raccogliere rispetto a quelli sulla spesa, molti Paesi generano la loro stima primaria del PIL utilizzando l'approccio della produzione. Inoltre, molti Paesi non stimano tutte le componenti della spesa nazionale, ma ricavano alcuni dei principali aggregati indirettamente, utilizzando il PIL (basato sull'approccio della produzione) come totale di controllo. Le misure di crescita dei consumi e della formazione di capitale sono soggette a due tipi di imprecisione. La prima deriva dalla difficoltà di misurare le spese a prezzi correnti. La seconda deriva dalla deflazione dei dati sui prezzi correnti per misurare la crescita del volume, dove i risultati dipendono dalla pertinenza e dall'affidabilità degli indici di prezzo e dei pesi utilizzati. Misurare le variazioni di prezzo è più difficile per i beni di investimento che per i beni di consumo, a causa della natura una tantum di molti investimenti e perché il tasso di progresso tecnologico dei beni di investimento rende difficile cogliere le variazioni di qualità. Un esempio sono i computer, i cui prezzi sono diminuiti a fronte di un miglioramento della qualità. Per ottenere i consumi pubblici a prezzi costanti, i Paesi possono deflazionare i valori correnti applicando un indice dei salari (prezzi) o estrapolare dalla variazione dell'occupazione pubblica. Nessuna delle due tecniche coglie i miglioramenti della produttività o i cambiamenti nella qualità dei servizi pubblici.
None
47
Spesa per consumi finali delle famiglie e delle istituzioni senza scopo di lucro (var. % annua)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Crescita percentuale annua della spesa per consumi finali delle famiglie e delle istituzioni non profit a valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari USA. La spesa per consumi finali delle famiglie e delle istituzioni senza scopo di lucro (in precedenza denominata consumi privati) è il valore di mercato di tutti i beni e servizi, compresi i prodotti durevoli (come automobili, lavatrici e computer domestici), acquistati dalle famiglie. Non comprende gli acquisti di abitazioni, ma include gli affitti figurativi per le abitazioni occupate dai proprietari. Include anche i pagamenti e le tasse alle amministrazioni pubbliche per ottenere permessi e licenze. Questo indicatore include le spese delle istituzioni non profit al servizio delle famiglie, anche se riportate separatamente dal Paese.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) rappresenta la somma del valore aggiunto di tutti i produttori più eventuali imposte sui prodotti e meno eventuali sussidi non inclusi nel valore dei prodotti. Il valore aggiunto è il valore della produzione lorda dei produttori meno il valore dei beni e servizi intermedi consumati nella produzione, prima di contabilizzare il consumo di capitale fisso nella produzione. Il Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite prevede che il valore aggiunto sia valutato ai prezzi base (escluse le imposte nette sui prodotti) o ai prezzi alla produzione (incluse le imposte nette sui prodotti pagate dai produttori, ma escluse le imposte sulle vendite o sul valore aggiunto). Entrambe le valutazioni escludono le spese di trasporto che sono fatturate separatamente dai produttori. Il PIL totale è misurato ai prezzi di acquisto. Il valore aggiunto dell'industria è normalmente misurato ai prezzi base.
Poiché i responsabili delle politiche tendono a concentrarsi sulla promozione della crescita del prodotto e poiché i dati sulla produzione sono più facili da raccogliere rispetto a quelli sulla spesa, molti Paesi generano la loro stima primaria del PIL utilizzando l'approccio della produzione. Inoltre, molti Paesi non stimano tutte le componenti della spesa nazionale, ma ricavano alcuni dei principali aggregati indirettamente, utilizzando il PIL (basato sull'approccio della produzione) come totale di controllo. Le misure di crescita dei consumi e della formazione di capitale sono soggette a due tipi di imprecisione. La prima deriva dalla difficoltà di misurare le spese a prezzi correnti. La seconda deriva dalla deflazione dei dati sui prezzi correnti per misurare la crescita del volume, dove i risultati dipendono dalla pertinenza e dall'affidabilità degli indici di prezzo e dei pesi utilizzati. Misurare le variazioni di prezzo è più difficile per i beni di investimento che per i beni di consumo, a causa della natura una tantum di molti investimenti e perché il tasso di progresso tecnologico dei beni di investimento rende difficile cogliere le variazioni di qualità. Un esempio sono i computer, i cui prezzi sono diminuiti a fronte di un miglioramento della qualità.
None
48
Contributi sociali (% delle entrate)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
I contributi sociali comprendono i contributi previdenziali versati dai lavoratori dipendenti, dai datori di lavoro e dai lavoratori autonomi, nonché altri contributi la cui fonte non può essere determinata. Comprendono anche i contributi effettivi o figurativi ai regimi di assicurazione sociale gestiti dai governi.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per il Libano
I dati sulle entrate e sulle spese pubbliche sono raccolti dal FMI tramite questionari ai Paesi membri e dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Il Manuale delle statistiche di finanza pubblica 2014 del FMI, armonizzato con l'SCN 2008, raccomanda un metodo di contabilità per competenza, incentrato su tutti gli eventi economici che incidono su attività, passività, entrate e spese, non solo su quelli rappresentati da transazioni in contanti. Il metodo tiene conto di tutte le variazioni delle scorte, per cui i dati sulle scorte alla fine di un periodo contabile equivalgono ai dati sulle scorte all'inizio del periodo più i flussi nel corso del periodo. Il manuale del 1986 considerava solo gli stock di debito. Le statistiche sulla finanza pubblica sono riportate in valuta locale. Molti Paesi riportano i dati sulla finanza pubblica per anno fiscale.
Per la maggior parte dei Paesi i dati sulle finanze delle amministrazioni centrali sono stati consolidati in un unico conto, mentre per altri sono disponibili solo i conti di bilancio delle amministrazioni centrali. Poiché i conti di bilancio possono non includere tutte le unità dell'amministrazione centrale (come i fondi di previdenza sociale), di solito forniscono un quadro incompleto. Negli Stati federali i conti dell'amministrazione centrale forniscono una visione incompleta della finanza pubblica totale.
None
49
Entrate fiscali (% del PIL)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Le entrate fiscali si riferiscono ai trasferimenti obbligatori al governo centrale per scopi pubblici. Sono esclusi alcuni trasferimenti obbligatori come multe, sanzioni e la maggior parte dei contributi previdenziali. I rimborsi e le correzioni di entrate fiscali erroneamente riscosse sono trattati come entrate negative.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Libano, Giordania, Palestina, Tunisia, Marocco
I dati sulle entrate e sulle spese pubbliche sono raccolti dal FMI tramite questionari ai Paesi membri e dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Il Manuale delle statistiche di finanza pubblica 2014 del FMI, armonizzato con l'SCN 2008, raccomanda un metodo di contabilità per competenza, incentrato su tutti gli eventi economici che incidono su attività, passività, entrate e spese, non solo su quelli rappresentati da transazioni in contanti. Il metodo tiene conto di tutte le variazioni delle scorte, per cui i dati sulle scorte alla fine di un periodo contabile equivalgono ai dati sulle scorte all'inizio del periodo più i flussi nel corso del periodo. Il manuale del 1986 considerava solo gli stock di debito. Le statistiche sulla finanza pubblica sono riportate in valuta locale. Molti Paesi riportano i dati sulla finanza pubblica per anno fiscale.
Per la maggior parte dei Paesi i dati sulle finanze delle amministrazioni centrali sono stati consolidati in un unico conto, mentre per altri sono disponibili solo i conti di bilancio delle amministrazioni centrali. Poiché i conti di bilancio possono non includere tutte le unità dell'amministrazione centrale (come i fondi di previdenza sociale), di solito forniscono un quadro incompleto. Negli Stati federali i conti dell'amministrazione centrale forniscono una visione incompleta della finanza pubblica totale.
SDG Goal 17, indicatore 17.1.1
50
Imposte su beni e servizi (% delle entrate fiscali)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Le imposte su beni e servizi comprendono le imposte generali sulle vendite e sul fatturato o sul valore aggiunto, le accise selettive sui beni, le imposte selettive sui servizi, le imposte sull'uso di beni o proprietà, le imposte sull'estrazione e sulla produzione di minerali e i profitti dei monopoli fiscali.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Libano, Giordania, Palestina
I dati sulle entrate e sulle spese pubbliche sono raccolti dal FMI tramite questionari ai Paesi membri e dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Il Manuale delle statistiche di finanza pubblica 2014 del FMI, armonizzato con l'SCN 2008, raccomanda un metodo di contabilità per competenza, incentrato su tutti gli eventi economici che incidono su attività, passività, entrate e spese, non solo su quelli rappresentati da transazioni in contanti. Il metodo tiene conto di tutte le variazioni delle scorte, per cui i dati sulle scorte alla fine di un periodo contabile equivalgono ai dati sulle scorte all'inizio del periodo più i flussi nel corso del periodo. Il manuale del 1986 considerava solo gli stock di debito. Le statistiche sulla finanza pubblica sono riportate in valuta locale. Molti Paesi riportano i dati sulla finanza pubblica per anno fiscale.
Per la maggior parte dei Paesi i dati sulle finanze delle amministrazioni centrali sono stati consolidati in un unico conto, mentre per altri sono disponibili solo i conti di bilancio delle amministrazioni centrali. Poiché i conti di bilancio possono non includere tutte le unità dell'amministrazione centrale (come i fondi di previdenza sociale), di solito forniscono un quadro incompleto. Negli Stati federali i conti dell'amministrazione centrale forniscono una visione incompleta della finanza pubblica totale.
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51
Spesa pubblica corrente per beni e servizi (% del PIL)
Economia
Macroeconomia e finanza pubblica
Spese di cassa per le attività operative della pubblica amministrazione nella fornitura di beni e servizi. Include i compensi dei dipendenti (come salari e stipendi), interessi e sussidi, sovvenzioni, benefici sociali e altre spese come affitti e dividendi.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Libano, Giordania, Palestina, Marocco
I dati sulle entrate e sulle spese pubbliche sono raccolti dal FMI tramite questionari ai Paesi membri e dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Il Manuale delle statistiche di finanza pubblica 2014 del FMI, armonizzato con l'SCN 2008, raccomanda un metodo di contabilità per competenza, incentrato su tutti gli eventi economici che incidono su attività, passività, entrate e spese, non solo su quelli rappresentati da transazioni in contanti. Il metodo tiene conto di tutte le variazioni delle scorte, per cui i dati sulle scorte alla fine di un periodo contabile equivalgono ai dati sulle scorte all'inizio del periodo più i flussi nel corso del periodo. Il manuale del 1986 considerava solo gli stock di debito. Le statistiche sulla finanza pubblica sono riportate in valuta locale. Molti Paesi riportano i dati sulla finanza pubblica per anno fiscale.
Per la maggior parte dei Paesi i dati sulle finanze delle amministrazioni centrali sono stati consolidati in un unico conto, mentre per altri sono disponibili solo i conti di bilancio delle amministrazioni centrali.Poiché i conti di bilancio possono non includere tutte le unità dell'amministrazione centrale (come i fondi di previdenza sociale), di solito forniscono un quadro incompleto. Negli Stati federali i conti dell'amministrazione centrale forniscono una visione incompleta della finanza pubblica totale.
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52
Esportazioni di beni e servizi (% del PIL)
Economia
Rapporti internazionali
Le esportazioni di beni e servizi rappresentano il valore di tutti i beni e gli altri servizi di mercato forniti al resto del mondo. Comprendono il valore delle merci, dei noli, delle assicurazioni, dei trasporti, dei viaggi, delle royalties, dei diritti di licenza e di altri servizi, come i servizi di comunicazione, di costruzione, finanziari, di informazione, commerciali, personali e governativi. Sono esclusi i redditi da lavoro dipendente e da investimento (in passato chiamati servizi dei fattori) e i trasferimenti monetari.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) dal lato della spesa è composto dalla spesa per consumi finali delle famiglie, dalla spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche, dalla formazione lorda di capitale (investimenti privati e pubblici in attività fisse, variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore) e dalle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di beni e servizi. Tali spese sono registrate ai prezzi di acquisto e includono le imposte nette sui prodotti.
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni sono compilati a partire dalle relazioni doganali e dai dati della bilancia dei pagamenti. Sebbene i dati sul lato dei pagamenti forniscano registrazioni ragionevolmente affidabili delle transazioni transfrontaliere, potrebbero non aderire rigorosamente alle definizioni appropriate di valutazione e tempistica utilizzate nella bilancia dei pagamenti o corrispondere al criterio del cambio di proprietà. Questo problema ha assunto una maggiore rilevanza con la crescente globalizzazione del commercio internazionale. Né i dati doganali né quelli della bilancia dei pagamenti di solito colgono le transazioni illegali che avvengono in molti Paesi. Le merci trasportate dai viaggiatori attraverso le frontiere nel commercio navale legale ma non dichiarato possono ulteriormente distorcere le statistiche commerciali.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Commercio internazionale di beni'
53
Esportazioni di beni e servizi (var. % annua)
Economia
Rapporti internazionali
Tasso di crescita annuale delle esportazioni di beni e servizi in valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari USA. Le esportazioni di beni e servizi rappresentano il valore di tutti i beni e gli altri servizi di mercato forniti al resto del mondo. Comprendono il valore delle merci, dei noli, delle assicurazioni, dei trasporti, dei viaggi, delle royalties, dei diritti di licenza e di altri servizi, come i servizi di comunicazione, di costruzione, finanziari, informativi, commerciali, personali e governativi. Sono esclusi i redditi da lavoro dipendente e da investimento (in passato chiamati servizi dei fattori) e i trasferimenti di cassa.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) dal lato della spesa è composto dalla spesa per consumi finali delle famiglie, dalla spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche, dalla formazione lorda di capitale (investimenti privati e pubblici in attività fisse, variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore) e dalle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di beni e servizi. Tali spese sono registrate ai prezzi di acquisto e includono le imposte nette sui prodotti.
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni sono compilati a partire dalle relazioni doganali e dai dati della bilancia dei pagamenti. Sebbene i dati sul lato dei pagamenti forniscano registrazioni ragionevolmente affidabili delle transazioni transfrontaliere, potrebbero non aderire rigorosamente alle definizioni appropriate di valutazione e tempistica utilizzate nella bilancia dei pagamenti o corrispondere al criterio del cambio di proprietà. Questo problema ha assunto una maggiore rilevanza con la crescente globalizzazione del commercio internazionale. Né i dati doganali né quelli della bilancia dei pagamenti di solito colgono le transazioni illegali che avvengono in molti Paesi. Le merci trasportate dai viaggiatori attraverso le frontiere nel commercio navale legale ma non dichiarato possono ulteriormente distorcere le statistiche commerciali.
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54
Esportazioni di beni e servizi (miliardi di US$, valori correnti)
Economia
Rapporti internazionali
Le esportazioni di beni e servizi rappresentano il valore di tutti i beni e gli altri servizi di mercato forniti al resto del mondo. Comprendono il valore delle merci, dei noli, delle assicurazioni, dei trasporti, dei viaggi, delle royalties, dei diritti di licenza e di altri servizi, come quelli di comunicazione, di costruzione, finanziari, informativi, commerciali, personali e governativi. Sono esclusi i redditi da lavoro dipendente, i redditi da capitale (precedentemente chiamati servizi dei fattori) e i trasferimenti di cassa. I dati sono espressi in dollari statunitensi correnti.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) dal lato della spesa è composto dalla spesa per consumi finali delle famiglie, dalla spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche, dalla formazione lorda di capitale (investimenti privati e pubblici in attività fisse, variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore) e dalle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di beni e servizi. Tali spese sono registrate ai prezzi di acquisto e includono le imposte nette sui prodotti.
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni sono compilati a partire dalle relazioni doganali e dai dati della bilancia dei pagamenti. Sebbene i dati sul lato dei pagamenti forniscano registrazioni ragionevolmente affidabili delle transazioni transfrontaliere, potrebbero non aderire rigorosamente alle definizioni appropriate di valutazione e tempistica utilizzate nella bilancia dei pagamenti o corrispondere al criterio del cambio di proprietà. Questo problema ha assunto una maggiore rilevanza con la crescente globalizzazione del commercio internazionale. Né i dati doganali né quelli della bilancia dei pagamenti di solito colgono le transazioni illegali che avvengono in molti Paesi. Le merci trasportate dai viaggiatori attraverso le frontiere nel commercio navale legale ma non dichiarato possono ulteriormente distorcere le statistiche commerciali.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Commercio internazionale di beni'
55
Esportazioni di merci (miliardi di US$, valori correnti)
Economia
Rapporti internazionali
Esportazioni di merci espresse in valori FOB. dei beni forniti al resto del mondo.
a) World Trade Organization; b) World Bank Development Indicators per la Serbia
I dati sul commercio di merci provengono dalle segnalazioni doganali delle merci che entrano o escono da un'economia o dalle segnalazioni delle transazioni finanziarie relative al commercio di merci registrate nella bilancia dei pagamenti.
Le esportazioni sono registrate come il costo delle merci consegnate alla frontiera del Paese esportatore per la spedizione: valori franco a bordo (FOB). A causa delle differenze nei tempi e nelle definizioni, le stime dei flussi commerciali ricavate dalle relazioni doganali e dalla bilancia dei pagamenti possono differire. Diverse agenzie internazionali elaborano i dati sul commercio, ognuna delle quali corregge i dati non dichiarati o dichiarati in modo errato, il che porta ad altre differenze. I Paesi possono dichiarare il commercio secondo il sistema generale o speciale del commercio. Secondo il sistema generale, le esportazioni comprendono le merci in movimento verso l'esterno che sono: (a) merci prodotte in tutto o in parte nel Paese; (b) merci straniere, non trasformate né dichiarate per il consumo interno nel Paese, che escono dai depositi doganali; (c) merci precedentemente incluse come importazioni per il consumo interno ma successivamente esportate senza trasformazione. Nel sistema speciale le esportazioni comprendono le categorie a e c. In alcune compilazioni le categorie b e c sono classificate come riesportazioni. A causa delle differenze nelle pratiche di rendicontazione, i dati sulle esportazioni potrebbero non essere completamente comparabili tra le varie economie. I dati sulle esportazioni di beni provengono dalle stesse fonti dei dati sulle importazioni. In linea di principio, le esportazioni e le importazioni mondiali dovrebbero essere identiche. Allo stesso modo, le esportazioni di un'economia dovrebbero essere pari alla somma delle importazioni del resto del mondo da quell'economia. Tuttavia, le differenze nei tempi e nelle definizioni determinano discrepanze nei valori riportati a tutti i livelli.
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56
Esportazioni di materie prime agricole (% delle esportazioni di merci)
Economia
Rapporti internazionali
Le materie prime agricole comprendono la sezione 2 della (SITC) (materie prime, esclusi i combustibili), escluse le divisioni 22, 27 (fertilizzanti e minerali grezzi, esclusi carbone, petrolio e pietre preziose) e 28 (minerali metalliferi e rottami).
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
Le statistiche sul commercio di merci sono costituite dai dati comunicati a United Nations Comtrade e dai dati stimati per i dichiaranti mancanti. Quando non vengono segnalate, le statistiche sulle importazioni ed esportazioni totali di merci dei Paesi (o delle aree) derivano principalmente dalle statistiche finanziarie internazionali (IFS) pubblicate mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Sono integrate da statistiche provenienti da altre fonti, quali pubblicazioni e siti web nazionali e dal Questionario del Bollettino Statistico Mensile delle Nazioni Unite.
I dati mancanti delle statistiche per prodotto sono stimati attraverso l'estrapolazione delle statistiche per i due anni adiacenti o, se ciò non è possibile, attraverso l'uso delle statistiche dichiarate dai partner commerciali, ossia le mirror statistics. Queste vengono utilizzate anche nei casi in cui i dati riportati devono essere corretti a causa della distribuzione dei partner o di dati riservati. Tutte le stime vengono riviste e aggiustate, se necessario. La classificazione dei gruppi di prodotti si basa sulla Standard International Trade Classification (SITC), revisione 3.
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57
Esportazioni di prodotti alimentari (% delle esportazioni di merci)
Economia
Rapporti internazionali
Gli alimenti comprendono i prodotti delle sezioni SITC 0 (alimenti e animali vivi), 1 (bevande e tabacco) e 4 (oli e grassi animali e vegetali) e della divisione SITC 22 (semi, noci e mandorle oleose).
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
Le statistiche sul commercio di merci sono costituite dai dati comunicati a United Nations Comtrade e dai dati stimati per i dichiaranti mancanti. Quando non vengono segnalate, le statistiche sulle importazioni ed esportazioni totali di merci dei Paesi (o delle aree) derivano principalmente dalle statistiche finanziarie internazionali (IFS) pubblicate mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Sono integrate da statistiche provenienti da altre fonti, quali pubblicazioni e siti web nazionali e dal Questionario del Bollettino Statistico Mensile delle Nazioni Unite.
I dati mancanti delle statistiche per prodotto sono stimati attraverso l'estrapolazione delle statistiche per i due anni adiacenti o, se ciò non è possibile, attraverso l'uso delle statistiche dichiarate dai partner commerciali, ossia le mirror statistics. Queste vengono utilizzate anche nei casi in cui i dati riportati devono essere corretti a causa della distribuzione dei partner o di dati riservati. Tutte le stime vengono riviste e aggiustate, se necessario. La classificazione dei gruppi di prodotti si basa sulla Standard International Trade Classification (SITC), revisione 3.
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58
Esportazioni di combustibili (% delle esportazioni di merci)
Economia
Rapporti internazionali
I carburanti comprendono i prodotti della sezione 3 della SITC (carburanti minerali, lubrificanti e materiali connessi).
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
Le statistiche sul commercio di merci sono costituite dai dati comunicati a United Nations Comtrade e dai dati stimati per i dichiaranti mancanti. Quando non vengono segnalate, le statistiche sulle importazioni ed esportazioni totali di merci dei Paesi (o delle aree) derivano principalmente dalle statistiche finanziarie internazionali (IFS) pubblicate mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Sono integrate da statistiche provenienti da altre fonti, quali pubblicazioni e siti web nazionali e dal Questionario del Bollettino Statistico Mensile delle Nazioni Unite.
I dati mancanti delle statistiche per prodotto sono stimati attraverso l'estrapolazione delle statistiche per i due anni adiacenti o, se ciò non è possibile, attraverso l'uso delle statistiche dichiarate dai partner commerciali, ossia le mirror statistics. Queste vengono utilizzate anche nei casi in cui i dati riportati devono essere corretti a causa della distribuzione dei partner o di dati riservati. Tutte le stime vengono riviste e aggiustate, se necessario. La classificazione dei gruppi di prodotti si basa sulla Standard International Trade Classification (SITC), revisione 3.
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59
Importazioni di beni e servizi (% del PIL)
Economia
Rapporti internazionali
Le importazioni di beni e servizi rappresentano il valore di tutti i beni e gli altri servizi di mercato ricevuti dal resto del mondo. Comprendono il valore delle merci, dei noli, delle assicurazioni, dei trasporti, dei viaggi, delle royalties, dei diritti di licenza e di altri servizi, come quelli di comunicazione, di costruzione, finanziari, informativi, commerciali, personali e governativi. Sono esclusi i redditi da lavoro dipendente e da investimento (in passato chiamati servizi dei fattori) e i trasferimenti di cassa.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) dal lato della spesa è composto dalla spesa per consumi finali delle famiglie, dalla spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche, dalla formazione lorda di capitale (investimenti privati e pubblici in attività fisse, variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore) e dalle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di beni e servizi. Tali spese sono registrate ai prezzi di acquisto e includono le imposte nette sui prodotti.
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni sono compilati a partire dalle relazioni doganali e dai dati della bilancia dei pagamenti. Sebbene i dati sul lato dei pagamenti forniscano registrazioni ragionevolmente affidabili delle transazioni transfrontaliere, potrebbero non aderire rigorosamente alle definizioni appropriate di valutazione e tempistica utilizzate nella bilancia dei pagamenti o corrispondere al criterio del cambio di proprietà. Questo problema ha assunto una maggiore rilevanza con la crescente globalizzazione del commercio internazionale. Né i dati doganali né quelli della bilancia dei pagamenti di solito colgono le transazioni illegali che avvengono in molti Paesi. Le merci trasportate dai viaggiatori attraverso le frontiere nel commercio navale legale ma non dichiarato possono ulteriormente distorcere le statistiche commerciali.
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Importazioni di beni e servizi (var. % annua)
Economia
Rapporti internazionali
Tasso di crescita annuale delle importazioni di beni e servizi a valuta locale costante. Gli aggregati si basano sui prezzi costanti del 2015, espressi in dollari USA.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) dal lato della spesa è composto dalla spesa per consumi finali delle famiglie, dalla spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche, dalla formazione lorda di capitale (investimenti privati e pubblici in attività fisse, variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore) e dalle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di beni e servizi. Tali spese sono registrate ai prezzi di acquisto e includono le imposte nette sui prodotti.
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni sono compilati a partire dalle relazioni doganali e dai dati della bilancia dei pagamenti. Sebbene i dati sul lato dei pagamenti forniscano registrazioni ragionevolmente affidabili delle transazioni transfrontaliere, potrebbero non aderire rigorosamente alle definizioni appropriate di valutazione e tempistica utilizzate nella bilancia dei pagamenti o corrispondere al criterio del cambio di proprietà. Questo problema ha assunto una maggiore rilevanza con la crescente globalizzazione del commercio internazionale. Né i dati doganali né quelli della bilancia dei pagamenti di solito colgono le transazioni illegali che avvengono in molti Paesi. Le merci trasportate dai viaggiatori attraverso le frontiere nel commercio navale legale ma non dichiarato possono ulteriormente distorcere le statistiche commerciali.
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Importazioni di beni e servizi (miliardi di US$, valori correnti)
Economia
Rapporti internazionali
Le importazioni di beni e servizi rappresentano il valore di tutti i beni e gli altri servizi di mercato ricevuti dal resto del mondo. Comprendono il valore delle merci, dei noli, delle assicurazioni, dei trasporti, dei viaggi, delle royalties, dei diritti di licenza e di altri servizi, come quelli di comunicazione, di costruzione, finanziari, informativi, commerciali, personali e governativi. Sono esclusi i redditi da lavoro dipendente e da investimento (in passato chiamati servizi dei fattori) e i trasferimenti di cassa.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Bank e OCSE
Il prodotto interno lordo (PIL) dal lato della spesa è composto dalla spesa per consumi finali delle famiglie, dalla spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche, dalla formazione lorda di capitale (investimenti privati e pubblici in attività fisse, variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore) e dalle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di beni e servizi. Tali spese sono registrate ai prezzi di acquisto e includono le imposte nette sui prodotti.
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni sono compilati a partire dalle relazioni doganali e dai dati della bilancia dei pagamenti. Sebbene i dati sul lato dei pagamenti forniscano registrazioni ragionevolmente affidabili delle transazioni transfrontaliere, potrebbero non aderire rigorosamente alle definizioni appropriate di valutazione e tempistica utilizzate nella bilancia dei pagamenti o corrispondere al criterio del cambio di proprietà. Questo problema ha assunto una maggiore rilevanza con la crescente globalizzazione del commercio internazionale. Né i dati doganali né quelli della bilancia dei pagamenti di solito colgono le transazioni illegali che avvengono in molti Paesi. Le merci trasportate dai viaggiatori attraverso le frontiere nel commercio navale legale ma non dichiarato possono ulteriormente distorcere le statistiche commerciali.
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Importazioni di merci (miliardi di US$, valori correnti)
Economia
Rapporti internazionali
Importazioni di merci espresse in valori CIF dei beni ricevuti dal resto del mondo.
a) World Trade Organization; b) World Bank Development Indicators per la Serbia
I dati sul commercio di merci provengono dalle segnalazioni doganali delle merci che entrano o escono da un'economia o dalle segnalazioni delle transazioni finanziarie relative al commercio di merci registrate nella bilancia dei pagamenti.
Il valore delle importazioni è generalmente registrato come il costo delle merci al momento dell'acquisto da parte dell'importatore più il costo del trasporto e dell'assicurazione fino alla frontiera del Paese importatore - il valore del costo, dell'assicurazione e del nolo (CIF)), corrispondente al costo allo sbarco al punto di ingresso delle merci straniere nel Paese. Alcuni Paesi raccolgono i dati sulle importazioni su base Free On Board (FOB) e li aggiustano per i costi di trasporto e assicurazione. A causa delle differenze nei tempi e nelle definizioni, le stime dei flussi commerciali ricavate dai rapporti doganali e dalla bilancia dei pagamenti possono differire. Diverse agenzie internazionali elaborano i dati sul commercio, ognuna delle quali corregge i dati non dichiarati o dichiarati in modo errato, il che porta ad altre differenze. I Paesi possono riportare il commercio secondo il sistema generale o speciale del commercio. Secondo il sistema generale, le importazioni comprendono i beni importati per il consumo interno e le importazioni in depositi doganali e zone di libero scambio. Nel sistema speciale le importazioni comprendono le merci importate per il consumo interno (comprese le trasformazioni e le riparazioni) e i prelievi per il consumo interno dai depositi doganali e dalle zone di libero scambio. Sono escluse le merci trasportate attraverso un Paese in rotta verso un altro. I dati sulle importazioni di beni provengono dalle stesse fonti dei dati sulle esportazioni. In linea di principio, le esportazioni e le importazioni mondiali dovrebbero essere identiche. Allo stesso modo, le esportazioni di un'economia dovrebbero essere pari alla somma delle importazioni del resto del mondo da quell'economia. Tuttavia, le differenze nei tempi e nelle definizioni determinano discrepanze nei valori riportati a tutti i livelli.
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Importazioni di materie prime agricole (% delle importazioni di merci)
Economia
Rapporti internazionali
Le materie prime agricole comprendono la sezione 2 della SITC (materie prime, esclusi i combustibili), escluse le divisioni 22, 27 (fertilizzanti e minerali grezzi, esclusi carbone, petrolio e pietre preziose) e 28 (minerali metalliferi e rottami).
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
Le statistiche sul commercio di merci sono costituite dai dati comunicati a United Nations Comtrade e dai dati stimati per i dichiaranti mancanti. Quando non vengono segnalate, le statistiche sulle importazioni ed esportazioni totali di merci dei Paesi (o delle aree) derivano principalmente dalle statistiche finanziarie internazionali (IFS) pubblicate mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Sono integrate da statistiche provenienti da altre fonti, quali pubblicazioni e siti web nazionali e dal Questionario del Bollettino Statistico Mensile delle Nazioni Unite.
I dati mancanti delle statistiche per prodotto sono stimati attraverso l'estrapolazione delle statistiche per i due anni adiacenti o, se ciò non è possibile, attraverso l'uso delle statistiche dichiarate dai partner commerciali, ossia le mirror statistics. Queste vengono utilizzate anche nei casi in cui i dati riportati devono essere corretti a causa della distribuzione dei partner o di dati riservati. Tutte le stime vengono riviste e aggiustate, se necessario. La classificazione dei gruppi di prodotti si basa sulla Standard International Trade Classification (SITC), revisione 3.
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Importazioni di prodotti alimentari (% delle importazioni di merci)
Economia
Rapporti internazionali
Gli alimenti comprendono i prodotti delle sezioni SITC 0 (alimenti e animali vivi), 1 (bevande e tabacco) e 4 (oli e grassi animali e vegetali) e della divisione SITC 22 (semi, noci e noccioli di olio).
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
Le statistiche sul commercio di merci sono costituite dai dati comunicati a United Nations Comtrade e dai dati stimati per i dichiaranti mancanti. Quando non vengono segnalate, le statistiche sulle importazioni ed esportazioni totali di merci dei Paesi (o delle aree) derivano principalmente dalle statistiche finanziarie internazionali (IFS) pubblicate mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Sono integrate da statistiche provenienti da altre fonti, quali pubblicazioni e siti web nazionali e dal Questionario del Bollettino Statistico Mensile delle Nazioni Unite.
I dati mancanti delle statistiche per prodotto sono stimati attraverso l'estrapolazione delle statistiche per i due anni adiacenti o, se ciò non è possibile, attraverso l'uso delle statistiche dichiarate dai partner commerciali, ossia le mirror statistics. Queste vengono utilizzate anche nei casi in cui i dati riportati devono essere corretti a causa della distribuzione dei partner o di dati riservati. Tutte le stime vengono riviste e aggiustate, se necessario. La classificazione dei gruppi di prodotti si basa sulla Standard International Trade Classification (SITC), revisione 3.
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Importazioni di combustibili (% delle importazioni di merci)
Economia
Rapporti internazionali
I carburanti comprendono i prodotti della sezione SITC 3 (carburanti minerali, lubrificanti e materiali connessi).
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
Le statistiche sul commercio di merci sono costituite dai dati comunicati a United Nations Comtrade e dai dati stimati per i dichiaranti mancanti. Quando non vengono segnalate, le statistiche sulle importazioni ed esportazioni totali di merci dei Paesi (o delle aree) derivano principalmente dalle statistiche finanziarie internazionali (IFS) pubblicate mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Sono integrate da statistiche provenienti da altre fonti, quali pubblicazioni e siti web nazionali e dal Questionario del Bollettino Statistico Mensile delle Nazioni Unite.
I dati mancanti delle statistiche per prodotto sono stimati attraverso l'estrapolazione delle statistiche per i due anni adiacenti o, se ciò non è possibile, attraverso l'uso delle statistiche dichiarate dai partner commerciali, ossia le mirror statistics. Queste vengono utilizzate anche nei casi in cui i dati riportati devono essere corretti a causa della distribuzione dei partner o di dati riservati. Tutte le stime vengono riviste e aggiustate, se necessario. La classificazione dei gruppi di prodotti si basa sulla Standard International Trade Classification (SITC), revisione 3.
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Investimenti diretti netti dall'estero (% del PIL)
Economia
Rapporti internazionali
Afflussi netti di investimenti, calcolati come nuovi investimenti meno i disinvestimenti nell'economia dichiarante da parte di investitori stranieri, al fine di acquisire un interesse gestionale duraturo (10% o più delle azioni con diritto di voto) in un'impresa. Si tratta della somma di capitale azionario, reinvestimento degli utili, altro capitale a lungo termine e capitale a breve termine, come indicato nella bilancia dei pagamenti.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Siria, Libano, Giordania, Palestina, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria
I dati sui flussi azionari si basano sui dati della bilancia dei pagamenti riportati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). I flussi azionari comprendono gli investimenti diretti esteri (IDE) e le azioni di portafoglio. I dati sugli IDE sono integrati dalle stime dello staff della Banca Mondiale che utilizza i dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e le fonti nazionali ufficiali.
La definizione di investimenti diretti esteri accettata a livello internazionale (tratta dalla sesta edizione del Manuale della bilancia dei pagamenti del FMI [2009]) comprende le seguenti componenti: investimenti azionari, compresi gli investimenti associati ad azioni che danno luogo a controllo o influenza; investimenti in imprese indirettamente influenzate o controllate; investimenti in imprese collegate; indebitamento (ad eccezione dell'indebitamento selezionato); investimenti inversi. Il Framework for Direct Investment Relationships fornisce i criteri per determinare se la proprietà transfrontaliera dà luogo a un rapporto di investimento diretto, sulla base del controllo e dell'influenza. A differenza di altri tipi di investimenti internazionali, gli IDE sono effettuati per stabilire un interesse duraturo o un controllo gestionale effettivo su un'impresa in un altro Paese. Un interesse duraturo in un'impresa d'investimento comporta tipicamente la creazione di magazzini, impianti di produzione e altre organizzazioni permanenti o a lungo termine all'estero. Gli investimenti diretti possono assumere la forma di investimenti greenfield, in cui l'investitore avvia una nuova impresa in un Paese estero costruendo nuove strutture operative; joint venture, in cui l'investitore stipula un accordo di partnership con una società all'estero per costituire una nuova impresa; o fusione e acquisizione, in cui l'investitore acquisisce un'impresa esistente all'estero. Il FMI suggerisce che gli investimenti dovrebbero rappresentare almeno il 10% delle azioni con diritto di voto per essere considerati IDE. In pratica, molti Paesi fissano una soglia più alta. Molti Paesi non riportano gli utili reinvestiti e la definizione di prestiti a lungo termine varia da Paese a Paese. I dati sugli IDE non forniscono un quadro completo degli investimenti internazionali in un'economia. I dati della bilancia dei pagamenti sugli IDE non includono i capitali raccolti localmente, un'importante fonte di finanziamento degli investimenti in alcuni Paesi in via di sviluppo. Inoltre, i dati sugli IDE omettono le transazioni transfrontaliere non equity, come i flussi intra-unitari di beni e servizi. Il volume dei flussi finanziari privati globali riportato dalla Banca Mondiale differisce generalmente da quello riportato da altre fonti a causa delle differenze nelle fonti, nella classificazione delle economie e nel metodo utilizzato per aggiustare e disaggregare le informazioni riportate. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda il finanziamento del debito, le differenze possono anche riflettere il trattamento di alcune rate delle transazioni e di alcune emissioni offshore. I dati a partire dal 2005 si basano sulla sesta edizione del Manuale della bilancia dei pagamenti del FMI (BPM6).
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Turismo'
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Investimenti diretti netti verso l'estero (% del PIL)
Economia
Rapporti internazionali
Flussi netti di investimenti verso l'estero calcolati come nuovi investimenti meno i disinvestimenti dall'economia dichiarante verso il resto del mondo, al fine di acquisire un interesse gestionale duraturo (10% o più delle azioni con diritto di voto) in un'impresa. Si tratta della somma di capitale azionario, reinvestimento degli utili, altro capitale a lungo termine e capitale a breve termine, come indicato nella bilancia dei pagamenti.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Libano, Giordania, Palestina, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria
I dati sui flussi azionari si basano sui dati della bilancia dei pagamenti riportati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). I flussi azionari comprendono gli investimenti diretti esteri (IDE) e le azioni di portafoglio. I dati sugli IDE sono integrati dalle stime dello staff della Banca Mondiale che utilizza i dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e le fonti nazionali ufficiali.
La definizione di investimenti diretti esteri accettata a livello internazionale (tratta dalla sesta edizione del Manuale della bilancia dei pagamenti del FMI [2009]) comprende le seguenti componenti: investimenti azionari, compresi gli investimenti associati ad azioni che danno luogo a controllo o influenza; investimenti in imprese indirettamente influenzate o controllate; investimenti in imprese collegate; indebitamento (ad eccezione dell'indebitamento selezionato); investimenti inversi. Il Framework for Direct Investment Relationships fornisce i criteri per determinare se la proprietà transfrontaliera dà luogo a un rapporto di investimento diretto, sulla base del controllo e dell'influenza. A differenza di altri tipi di investimenti internazionali, gli IDE sono effettuati per stabilire un interesse duraturo o un controllo gestionale effettivo su un'impresa in un altro Paese. Un interesse duraturo in un'impresa d'investimento comporta tipicamente la creazione di magazzini, impianti di produzione e altre organizzazioni permanenti o a lungo termine all'estero. Gli investimenti diretti possono assumere la forma di investimenti greenfield, in cui l'investitore avvia una nuova impresa in un Paese estero costruendo nuove strutture operative; joint venture, in cui l'investitore stipula un accordo di partnership con una società all'estero per costituire una nuova impresa; o fusione e acquisizione, in cui l'investitore acquisisce un'impresa esistente all'estero. Il FMI suggerisce che gli investimenti dovrebbero rappresentare almeno il 10% delle azioni con diritto di voto per essere considerati IDE. In pratica, molti Paesi fissano una soglia più alta. Molti Paesi non riportano gli utili reinvestiti e la definizione di prestiti a lungo termine varia da Paese a Paese. I dati sugli IDE non forniscono un quadro completo degli investimenti internazionali in un'economia. I dati della bilancia dei pagamenti sugli IDE non includono i capitali raccolti localmente, un'importante fonte di finanziamento degli investimenti in alcuni Paesi in via di sviluppo. Inoltre, i dati sugli IDE omettono le transazioni transfrontaliere non equity, come i flussi intra-unitari di beni e servizi. Il volume dei flussi finanziari privati globali riportato dalla Banca Mondiale differisce generalmente da quello riportato da altre fonti a causa delle differenze nelle fonti, nella classificazione delle economie e nel metodo utilizzato per aggiustare e disaggregare le informazioni riportate. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda il finanziamento del debito, le differenze possono anche riflettere il trattamento di alcune rate delle transazioni e di alcune emissioni offshore. I dati a partire dal 2005 si basano sulla sesta edizione del Manuale della bilancia dei pagamenti del FMI (BPM6).
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
68
Turismo internazionale (n. di arrivi, in migliaia)
Economia
Altri temi economici
I turisti internazionali in entrata (overnight visitors) che si recano in un Paese diverso da quello in cui hanno la loro residenza abituale, ma al di fuori del loro ambiente abituale, per un periodo non superiore a 12 mesi e il cui scopo principale di visita è diverso da un'attività remunerata all'interno del Paese visitato. Quando i dati sul numero di turisti non sono disponibili, viene indicato il numero di visitatori, che comprende i turisti, i visitatori in giornata, i passeggeri delle crociere e i membri degli equipaggi.
a) UN Tourism; b) World Bank Development Indicators per Portogallo, Slovenia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Libano, Palestina, Tunisia
I dati sono ottenuti da diverse fonti: registri amministrativi (immigrazione, statistiche di traffico e altri possibili tipi di controlli), indagini di frontiera o un mix di questi. Se i dati sono ottenuti da indagini sulle strutture ricettive, il numero di ospiti viene utilizzato come stima delle cifre relative agli arrivi; di conseguenza, in questo caso, le disaggregazioni per regioni, scopo principale del viaggio, modalità di trasporto utilizzate o forme di organizzazione del viaggio si basano su indagini complementari sui visitatori.
Per alcuni Paesi il numero di arrivi si limita agli arrivi per via aerea e per altri agli arrivi in albergo. Alcuni Paesi includono gli arrivi dei cittadini residenti all'estero, mentre altri non lo fanno. Occorre quindi usare cautela nel confrontare gli arrivi tra i vari Paesi. I dati sui turisti in entrata si riferiscono al numero di arrivi, non al numero di persone che viaggiano. Pertanto, una persona che si reca più volte in un Paese in un determinato periodo viene conteggiata ogni volta come un nuovo arrivo.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Economia e Finanza'
69
Turismo internazionale (n. di partenze, in migliaia)
Economia
Altri temi economici
I turisti internazionali in uscita misurati come numero di partenze che le persone effettuano dal loro Paese di residenza abituale verso qualsiasi altro Paese per qualsiasi scopo diverso da un'attività remunerata nel Paese visitato. I dati sui turisti in uscita non si riferiscono al numero di persone che viaggiano; pertanto, una persona che compie più viaggi da un Paese in un determinato periodo viene conteggiata ogni volta come una nuova partenza.
a) UN Tourism per Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Malta, Cipro, Albania; b) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati World Tourism Organisation per altri Paesi
I dati vengono raccolti utilizzando uno dei tre metodi, o una combinazione di questi, per determinare i flussi di visitatori in uscita: utilizzando una carta di ingresso/partenza, un'indagine specifica alla frontiera, oppure osservandoli dalle indagini sulle famiglie perché appartengono a famiglie residenti. In quest'ultimo caso, le informazioni sui viaggi in uscita vengono solitamente raccolte contemporaneamente a quelle sui viaggi nazionali.
I dati si riferiscono al turismo internazionale, quando il Paese di residenza del viaggiatore è diverso da quello di visita. I dati sui turisti in entrata e in uscita si riferiscono al numero di arrivi e partenze, non al numero di persone in viaggio.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Turismo'
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Esportazioni di prodotti ad alta tecnologia (% delle esportazioni di manufatti)
Economia
Altri temi economici
Esportazioni di prodotti ad alta intensità di R&S, come ad esempio i prodotti aerospaziali, i computer, i prodotti farmaceutici, gli strumenti scientifici e i macchinari elettrici, in percentuale delle esportazioni manifatturiere.
a) UNCTAD; b) World Bank Development Indicators per Spagna e Montenegro
La metodologia utilizzata per determinare le esportazioni ad alta tecnologia è stata sviluppata da OCSE in collaborazione con Eurostat. Esso adotta un “approccio di prodotto” (piuttosto che un “approccio settoriale”) basato sull'intensità di R&S (spesa divisa per le vendite totali) per gruppi di prodotti rilevata in Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti. La classificazione originale dei prodotti high-tech si basa sul SITC Rev. 3 ed è tratta dalla Tabella 4 dell'Allegato 2 del documento di lavoro del 1997 di Thomas Hatzichronouglou, OCSE. La classificazione si basa sull'importanza delle spese per la ricerca e lo sviluppo rispetto alla produzione lorda e al valore aggiunto di diversi tipi di industrie che producono beni destinati all'esportazione. Essa contiene quattro categorie: alta, medio-alta, medio-bassa e bassa tecnologia. Esempi di industrie ad alta tecnologia sono gli aerei, i computer e i prodotti farmaceutici; la tecnologia medio-alta comprende i veicoli a motore, le apparecchiature elettriche e la maggior parte dei prodotti chimici; la tecnologia medio-bassa comprende la gomma, la plastica, i metalli di base e le costruzioni navali; le industrie a bassa tecnologia comprendono la lavorazione degli alimenti, il tessile, l'abbigliamento e le calzature.
Poiché i settori industriali specializzati in alcuni prodotti ad alta tecnologia possono anche produrre prodotti a bassa tecnologia, l'approccio per prodotto è più appropriato per il commercio internazionale. Il metodo prende in considerazione solo l'intensità di R&S, ma anche altre caratteristiche dell'alta tecnologia sono importanti, come il know-how, il personale scientifico e la tecnologia contenuta nei brevetti. Considerando queste caratteristiche si otterrebbe un elenco diverso (cfr. Hatzichronoglou 1997).
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Esportazioni di beni ICT (% delle esportazioni totali di beni)
Economia
Altri temi economici
Esportazioni di beni della tecnologia dell'informazione e della comunicazione (ICT) - comprendenti computer e apparecchiature periferiche, apparecchiature di comunicazione, apparecchiature elettroniche di consumo, componenti elettronici e altri beni della tecnologia dell'informazione - in percentuale delle esportazioni di merci.
UNCTAD
I dati vengono comunicati dalle autorità nazionali con dettagli dei prodotti codificati secondo il Sistema armonizzato di designazione e di codificazione delle merci dell'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) 1992, SA 1996, SA 2002, SA 2007, SA 2012, SA 2017 o SA 2022, a seconda dell'economia e dell'anno di riferimento. Nel caso in cui siano disponibili più classificazioni per una determinata economia e un determinato anno, viene data la preferenza all'edizione HS più recente. I dati sono scaricati da UN Comtrade e aggregati in gruppi di prodotti ICT dall'UNCTAD.
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Importazioni di beni ICT (% delle importazioni totali di beni)
Economia
Altri temi economici
Importazioni di beni della tecnologia dell'informazione e della comunicazione (ICT) - comprendenti computer e apparecchiature periferiche, apparecchiature di comunicazione, apparecchiature elettroniche di consumo, componenti elettronici e altri beni della tecnologia dell'informazione - in percentuale delle importazionii di merci.
UNCTAD
I dati vengono comunicati dalle autorità nazionali con dettagli dei prodotti codificati secondo il Sistema armonizzato di designazione e di codificazione delle merci dell'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) 1992, SA 1996, SA 2002, SA 2007, SA 2012, SA 2017 o SA 2022, a seconda dell'economia e dell'anno di riferimento. Nel caso in cui siano disponibili più classificazioni per una determinata economia e un determinato anno, viene data la preferenza all'edizione più recente. I dati sono scaricati da UN Comtrade e aggregati in gruppi di prodotti ICT dall'UNCTAD.
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Domande di brevetto presentate da residenti e non residenti (per milione di abitanti)
Economia
Altri temi economici
Domande di brevetto mondiale depositate attraverso la procedura del Trattato di cooperazione in materia di brevetti o presso un ufficio brevetti nazionale per ottenere diritti esclusivi su un'invenzione: un prodotto o un processo che fornisce un nuovo modo di fare qualcosa o offre una nuova soluzione tecnica a un problema. Il brevetto garantisce la protezione dell'invenzione al suo titolare per un periodo limitato, generalmente 20 anni.
elaborazioni WeMed su dati World Intellectual Property Organization (WIPO)
I dati sulla proprietà intellettuale (IP) si basano principalmente sulle indagini statistiche annuali WIPO sulla proprietà intellettuale e sui dati compilati da WIPO nell'elaborazione delle domande/registrazioni internazionali attraverso il Trattato di cooperazione in materia di brevetti (PCT) e i Sistemi di Madrid e dell'Aia. L'indagine sulla proprietà intellettuale , che si svolge regolarmente e da lungo tempo, riguarda i brevetti, i modelli di utilità, i marchi, i disegni industriali e le varietà vegetali. Si compone di 27 questionari, tutti disponibili in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo sul sito www.wipo.int/ipstats/en/data_collection/questionnaire. Nel 2017, WIPO ha iniziato a raccogliere dati sulle indicazioni geografiche attraverso un'indagine annuale. Questo semplice questionario mira a raccogliere dati sulle informazioni geografiche suddivise per mezzi legali di protezione (ad esempio, sistemi sui generis, marchi, accordi internazionali e così via) e tipi di prodotti (ad esempio, vini e liquori, prodotti agricoli e così via).
Sono in corso continui sforzi per migliorare la qualità e la disponibilità delle statistiche sulla proprietà intellettuale e per raccogliere dati dal maggior numero possibile di uffici e Paesi.
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Sportelli di banche commerciali (per 100.000 persone di 15 anni e oltre)
Economia
Altri temi economici
Rapporto (per 100 persone in età 15 anni ed oltre) delle sedi al dettaglio di banche commerciali residenti e di altre banche residenti che operano come banche commerciali e forniscono servizi finanziari ai clienti. Sono fisicamente separate dalla sede principale, ma non organizzate come filiali giuridicamente separate.
International Monetary Fund
I dati vengono raccolti tramite la Financial Access Survey (FAS) basata sui dati amministrativi raccolti dalle banche centrali e da altre autorità di regolamentazione finanziaria e comunicati al FMI. La FAS, avviata nel 2009, è un insieme di dati sull'accesso e sull'uso dei servizi finanziari, che aiuta i responsabili politici a misurare e monitorare l'inclusione finanziaria e a valutare i progressi compiuti rispetto agli altri Paesi.
Il settore bancario comprende le autorità monetarie (la banca centrale) e le banche di deposito, nonché le altre società finanziarie per le quali sono disponibili i dati (comprese le istituzioni che non accettano depositi trasferibili ma che hanno passività come i depositi a termine e i depositi di risparmio). Esempi di altre società finanziarie sono le società finanziarie e di leasing, i prestatori di denaro, le società di assicurazione, i fondi pensione e le società di cambio.
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Credito interno al settore privato (% del PIL)
Economia
Altri temi economici
Percentuale sul PIL delle risorse finanziarie fornite al settore privato da società finanziarie, ad esempio attraverso prestiti, acquisti di titoli non azionari, crediti commerciali e altri crediti, che danno luogo a una richiesta di rimborso. Per alcuni Paesi questi crediti comprendono anche quelli verso le imprese pubbliche.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Cipro
I dati vengono raccolti tramite la Financial Access Survey (FAS) basata sui dati amministrativi raccolti dalle banche centrali e da altre autorità di regolamentazione finanziaria e comunicati al FMI. La FAS, avviata nel 2009, è un insieme di dati sull'accesso e sull'uso dei servizi finanziari, che aiuta i responsabili politici a misurare e monitorare l'inclusione finanziaria e a valutare i progressi compiuti rispetto agli altri Paesi.
Le società finanziarie comprendono le autorità monetarie e le banche di deposito, nonché altre società finanziarie laddove i dati sono disponibili (comprese le società che non accettano depositi trasferibili, ma che hanno passività come i depositi a tempo e di risparmio). Esempi di altre società finanziarie sono le società finanziarie e di leasing, i prestatori di denaro, le società di assicurazione, i fondi pensione e le società di cambio.
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Credito interno al settore privato da parte delle banche (% del PIL)
Economia
Altri temi economici
Percentuale sul PIL delle risorse finanziarie fornite al settore privato da altre società di deposito (ad eccezione delle banche centrali), ad esempio attraverso prestiti, acquisti di titoli non equity, crediti commerciali e altri conti attivi, che danno luogo a un credito per il rimborso. Per alcuni Paesi questi crediti includono quelli verso le imprese pubbliche.
a) International Monetary Fund; b) World Bank Development Indicators per Cipro e Libano
I dati vengono raccolti tramite la Financial Access Survey (FAS) basata sui dati amministrativi raccolti dalle banche centrali e da altre autorità di regolamentazione finanziaria e comunicati al FMI. La FAS, avviata nel 2009, è un insieme di dati sull'accesso e sull'uso dei servizi finanziari, che aiuta i responsabili politici a misurare e monitorare l'inclusione finanziaria e a valutare i progressi compiuti rispetto agli altri Paesi.
Il settore bancario comprende le autorità monetarie (la banca centrale) e le banche di deposito, nonché le altre società finanziarie per le quali sono disponibili i dati (comprese le istituzioni che non accettano depositi trasferibili ma che hanno passività come i depositi a termine e i depositi di risparmio). Esempi di altre società finanziarie sono le società finanziarie e di leasing, i prestatori di denaro, le società di assicurazione, i fondi pensione e le società di cambio.
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Trasporto aereo, merci (milioni di tonnellate-km)
Ambiente e risorse naturali
Infrastrutture, trasporti ed energia
Volume di spedizioni di merci e bagagli diplomatici trasportati in ogni fase di volo (operazioni di un aereo dal decollo all'atterraggio successivo), misurato in tonnellate metriche per chilometri percorsi.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati International Civil Aviation Organization
I dati sul trasporto aereo rappresentano il traffico di linea totale (internazionale e nazionale) trasportato dai vettori aerei registrati in un Paese. I Paesi trasmettono i dati sul trasporto aereo all'International Civil Aviation Organization (ICAO) sulla base di istruzioni e definizioni standard emesse dall'ICAO. In molti casi, tuttavia, i dati includono stime dell'ICAO per i vettori non dichiaranti. Ove possibile, queste stime si basano su precedenti comunicazioni integrate da informazioni pubblicate dai vettori aerei, come gli orari dei voli.
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ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Trasporti'
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Trasporto aereo, passeggeri trasportati
Ambiente e risorse naturali
Infrastrutture, trasporti ed energia
Passeggeri nazionali e internazionali dei vettori aerei registrati nel Paese.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati International Civil Aviation Organization
I dati sul trasporto aereo rappresentano il traffico di linea totale (internazionale e nazionale) trasportato dai vettori aerei registrati in un Paese. I Paesi trasmettono i dati sul trasporto aereo all'International Civil Aviation Organization (ICAO) sulla base di istruzioni e definizioni standard emesse dall'ICAO. In molti casi, tuttavia, i dati includono stime dell'ICAO per i vettori non dichiaranti. Ove possibile, queste stime si basano su precedenti comunicazioni integrate da informazioni pubblicate dai vettori aerei, come gli orari dei voli.
I dati riguardano il traffico aereo trasportato su servizi di linea, ma i cambiamenti nelle normative sul trasporto aereo in Europa hanno reso più difficile classificare il traffico come di linea o non di linea. Pertanto, i recenti aumenti registrati in alcuni Paesi europei potrebbero essere dovuti a cambiamenti nella classificazione del traffico aereo piuttosto che a una crescita effettiva. Nel caso di vettori aerei multinazionali di proprietà di Stati partner, il traffico all'interno di ciascuno Stato partner è indicato separatamente come nazionale e tutto il resto del traffico come internazionale. Il traffico di cabotaggio “estero” (cioè il traffico trasportato tra coppie di città in uno Stato diverso da quello in cui il vettore dichiarante ha la sua sede principale) è indicato come traffico internazionale. Un fermo tecnico non comporta la classificazione di una fase di volo diversa da quella che si sarebbe avuta se il fermo tecnico non fosse stato effettuato. Per i Paesi con pochi vettori aerei o uno solo, l'aggiunta o l'interruzione di un vettore aereo nazionale può causare cambiamenti significativi nel traffico aereo. I dati relativi al settore dei trasporti non sono sempre comparabili a livello internazionale. A differenza delle statistiche demografiche, dei conti economici nazionali e dei dati sul commercio internazionale, la raccolta dei dati sulle infrastrutture non è stata “internazionalizzata”.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Trasporti'
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Indice di connettività del trasporto marittimo di linea (valore medio nel primo trimestre 2023 = 100)
Ambiente e risorse naturali
Infrastrutture, trasporti ed energia
Indice composito che misura la posizione di un'economia all'interno delle reti globali di trasporto marittimo di linea. È calcolato in base al numero di scali navali, alla capacità di movimentazione dei container dei porti, al numero di servizi e compagnie, alle dimensioni della nave più grande e al numero di Paesi collegati attraverso servizi di trasporto di linea diretti. Per ogni anno viene considerato il valore del quarto trimestre.
UNCTAD
L'indice composito è calcolato in base al numero di scali navali, alla capacità di movimentazione dei container dei porti, al numero di servizi marittimi di linea, al numero di compagnie, alle dimensioni della nave più grande e al numero di Paesi collegati attraverso servizi di trasporto di linea diretti. Per ogni componente, il valore del Paese viene diviso per il valore medio della componente nel 1° trimestre 2023 e quindi viene calcolata la media delle sei componenti per il Paese. La media delle componenti per un determinato Paese e trimestre viene quindi moltiplicata per 100. Il risultato è un indice medio pari a 100 nel 1° trimestre 2023. Questa scalat è stata applicata nel marzo 2024 per l'intera serie. (dal 1° trimestre 2006). Si tratta di un cambiamento rispetto alla precedente metodologia di calcolo, in cui le componenti e l'indice venivano scalati al valore massimo nel 1° trimestre 2006.
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Indice complessivo di performance logistica (da 1=basso a 5=alto)
Ambiente e risorse naturali
Infrastrutture, trasporti ed energia
Indice composito che misura la percezione della logistica di un Paese in base all'efficienza del processo di sdoganamento, alla qualità delle infrastrutture legate al commercio e ai trasporti, alla facilità di organizzare spedizioni a prezzi competitivi, alla qualità dei servizi logistici, alla capacità di tracciare e rintracciare le spedizioni e alla frequenza con cui le spedizioni raggiungono il destinatario nei tempi previsti. L'indice varia da 1 a 5, con un punteggio più alto che rappresenta una migliore performance.
World Bank
L'indicatore presenta dati provenienti da indagini sulla performance logistica condotte dalla Banca Mondiale in collaborazione con istituzioni accademiche e internazionali e con aziende private e soggetti privati impegnati nella logistica internazionale. Il Logistic performance index (LPI) si avvale di un'indagine strutturata online condotta su professionisti della logistica presso spedizionieri multinazionali e i principali corrieri espressi. Ogni intervistato valuta otto mercati esteri in base a sei componenti fondamentali della performance logistica (l'efficienza dello sdoganamento e della gestione delle frontiere, la qualità delle infrastrutture commerciali e di trasporto, la facilità di organizzare spedizioni a prezzi competitivi, la competenza e la qualità dei servizi logistici, la capacità di tracciare e rintracciare le spedizioni, la frequenza con cui le spedizioni raggiungono i destinatari entro i tempi di consegna programmati o previsti). Le componenti sono valutate su una scala (dal punteggio più basso al punteggio più alto) da 1 a 5. Gli otto Paesi sono stati scelti in base ai più importanti mercati di esportazione e importazione del Paese in cui si trova l'intervistato, in base a una selezione casuale e, per i Paesi senza sbocco sul mare, in base ai Paesi limitrofi che fanno parte delle linee di collegamento con i mercati internazionali. Il metodo utilizzato per selezionare il gruppo di Paesi valutati da ciascun intervistato varia a seconda delle caratteristiche del Paese in cui si trova l'intervistato. Se gli intervistati non hanno fornito informazioni per tutte e sei le componenti, si ricorre all'interpolazione per colmare i valori mancanti. I valori mancanti vengono sostituiti con la risposta media del Paese per ogni domanda, corretta dalla deviazione media dalla media del Paese nelle domande a cui ha risposto. L'LPI è costruito a partire dai sei indicatori utilizzando l'analisi delle componenti principali (PCA), una tecnica statistica standard utilizzata per ridurre la dimensionalità di un insieme di dati. Nell'LPI, gli input per la PCA sono i punteggi dei Paesi alle domande che coprono le sei componenti principali, calcolati in media su tutti gli intervistati che forniscono dati su un determinato mercato estero. I punteggi vengono normalizzati sottraendo la media del campione e dividendo per la deviazione standard prima di effettuare la PCA. Il risultato della PCA è un singolo indicatore - l'LPI - che è una media ponderata di questi punteggi. I pesi sono scelti per massimizzare la percentuale di variazione dei sei indicatori originali dell'LPI.
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Consumo di energia rinnovabile (% del consumo totale di energia finale)
Ambiente e risorse naturali
Infrastrutture, trasporti ed energia
Quota di energia rinnovabile sul consumo finale totale di energia. Le energie rinnovabili comprendono l'energia idroelettrica, i biocarburanti solidi, i biocarburanti liquidi, i biogas, l'energia eolica, solare, geotermica, le maree/le onde/gli oceani e i rifiuti urbani rinnovabili.
International Energy Agency (IEA), International Renewable Energy Agency (IRENA), United Nations Statistics Division (UNSD), World Bank, World Health Organization (WHO), 'Tracking SDG7: The Energy Progress Report'
I dati provengono dai bilanci energetici mondiali dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), con informazioni aggiuntive su https://www.iea.org/reports/sdg7-data-and-projections; e dal database delle Nazioni Unite sulle statistiche energetiche (http://data.un.org/Explorer.aspx?d=EDATA); entrambi forniscono una ripartizione dei flussi energetici nazionali per prodotti nel tempo. L'indicatore è calcolato come il rapporto tra il consumo finale di energia da fonti rinnovabili dopo la ripartizione dell'elettricità e del calore (AFECREN) e il consumo finale totale di energia (TFEC), calcolato in base ai flussi dei bilanci energetici. Il consumo finale di elettricità e calore viene assegnato alle rinnovabili in base alla quota di generazione lorda proveniente da fonti rinnovabili. In pratica, ciò avviene calcolando la percentuale di elettricità e calore prodotta da ciascuna fonte rinnovabile, moltiplicando il consumo finale di energia elettrica e termica per tali quote e quindi assegnando le quantità risultanti al consumo finale di ciascuna fonte di energia rinnovabile. Per esempio, se la tabella dei consumi finali totali riporta 150 TJ per l'energia da biogas, mentre il consumo finale totale di elettricità è di 400 TJ e di calore di 100 TJ, e la quota di biogas nella produzione totale di elettricità è del 10% e del 5% in quella di calore, il numero totale riportato per il consumo di biogas sarà di 195 TJ (150 TJ+400TJ*10%+100TJ*5%). Come risultato di questo metodo, si assume implicitamente che le perdite di energia tra l'energia fornita e quella consumata siano proporzionali alle loro quote di produzione in tutte le tecnologie. Il consumo finale totale di energia rappresenta la somma dell'energia proveniente da tutte le fonti utilizzate nell'industria, nei trasporti, negli edifici e in altri settori del consumo finale. È ricavato dal bilancio energetico nazionale ed esclude le quantità utilizzate per scopi non energetici.
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SDG Goal 7, indicatore 7.2.1
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Superficie (kmq)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
Area totale di un Paese, comprese le superfici dei corpi idrici interni e alcuni corsi d'acqua costieri.
a) Istat per l'Italia; b) Eurostat per Portogallo, Spagna, Francia, Slovenia, Croazia, Grecia, Malta, Cipro; c) World Bank Development Indicators per la Siria; d) FAO per altri Paesi
I dati FAO sono raccolti attraverso un questionario sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo. Negli altri casi, si tratta di dati provenienti dalle agenzie statistiche nazionali.
Le variazioni della superficie totale di un Paese da un anno all'altro possono essere dovute all'aggiornamento o alla revisione dei dati piuttosto che ad una variazione effettiva.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Ambiente ed Energia'
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Superficie forestale (% della superficie terrestre)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
Percentuale della superficie terrestre coperta dalla superficie forestale, costituita dal territorio con popolamenti naturali o piantati di alberi di almeno 5 metri in situ, sia produttivi che non, ed escludendo i popolamenti arborei nei sistemi di produzione agricola (ad esempio, nelle piantagioni di frutta e nei sistemi agroforestali) e gli alberi nei parchi e giardini urbani.
a) FAO; b) World Bank Development Indicators per Egitto, Libia, Algeria
I dati FAO sono raccolti tramite il questionario sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo.
La classificazione FAO dell'uso del suolo è allineata con il Sistema di contabilità ambientale ed economica delle Nazioni Unite (SEEA), il Quadro per lo sviluppo delle statistiche ambientali delle Nazioni Unite (FDES) e il Censimento mondiale dell'agricoltura. È inoltre coerente con le classi di uso del suolo del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per le relazioni dei Paesi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Una mappatura tra le classificazioni FAO, SEEA, Censimento mondiale dell'agricoltura e IPCC è fornita nel questionario FAO.
SDG Goal 15, indicatore 15.1.1; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Ambiente ed Energia'
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Popolazione rurale (% della popolazione totale)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
La popolazione rurale si riferisce alle persone che vivono nelle aree rurali come definite dagli uffici statistici nazionali. È calcolata come differenza tra la popolazione totale e la popolazione urbana.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati United Nations Population Division
La popolazione rurale è calcolata come la differenza tra la popolazione totale e quella urbana. La popolazione rurale è approssimata come la popolazione non urbana a metà anno. La United Nations Population Division e altre agenzie forniscono stime correnti della popolazione per i Paesi in via di sviluppo che non dispongono di dati censuari recenti e stime pre e post-censuarie per i Paesi che dispongono di dati censuari.
L'aggregazione della popolazione urbana e rurale potrebbe non corrispondere alla popolazione totale a causa della diversa copertura dei Paesi. Non esiste uno standard coerente e universalmente accettato per distinguere le aree urbane da quelle rurali, in parte a causa della grande varietà di situazioni nei vari Paesi. Poiché le stime delle città e delle aree metropolitane si basano sulle definizioni nazionali di ciò che costituisce una città o un'area metropolitana, i confronti tra Paesi devono essere fatti con cautela. Per stimare le popolazioni urbane, i rapporti ONU tra popolazione urbana e popolazione totale sono stati applicati alle stime della Banca Mondiale sulla popolazione totale.
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Popolazione delle città con oltre 300 mila ab. (% della popolazione urbana)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
Percentuale della popolazione urbana di un Paese che vive nell'area metropolitana più grande del Paese.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati United Nations Population Division
La popolazione urbana si riferisce alle persone che vivono nelle aree urbane come definite dagli uffici statistici nazionali. L'indicatore è calcolato utilizzando le stime della popolazione della Banca Mondiale e gli indici di urbanizzazione delle Nazioni Unite (World Urbanization Prospects). La United Nations Population Division e altre agenzie forniscono stime correnti della popolazione per i Paesi in via di sviluppo che non dispongono di dati censuari recenti e stime pre e post-censuarie per i Paesi che dispongono di dati censuari.
Un'area metropolitana comprende l'area urbana, le sue città satellite e le aree rurali intermedie che sono socio-economicamente collegate al nucleo urbano, tipicamente da legami occupazionali attraverso il pendolarismo, con il nucleo urbano come mercato del lavoro primario. Secondo la definizione delle Nazioni Unite, un'area metropolitana comprende sia il territorio contiguo abitato a livelli urbani di densità residenziale, sia le aree circostanti aggiuntive a minore densità di insediamento che sono anche sotto l'influenza diretta della città (ad esempio, attraverso trasporti frequenti, collegamenti stradali, strutture per il pendolarismo, ecc.) Poiché le stime delle città e delle aree metropolitane si basano sulle definizioni nazionali di ciò che costituisce una città o un'area metropolitana, i confronti tra Paesi devono essere fatti con cautela. Le stime della popolazione derivano da modelli demografici e sono quindi suscettibili di distorsioni ed errori dovuti a carenze nel modello e nei dati. I Paesi differiscono nel modo in cui classificano la popolazione come “urbana” o “rurale”. Il metodo coorti-componenti ,utilizzato per stimare e proiettare la popolazione, richiede dati sulla fertilità, sulla mortalità e sulla migrazione netta, spesso raccolti da indagini campionarie, che possono essere piccole o con copertura limitata.
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Popolazione urbana (% della popolazione totale)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
La popolazione urbana si riferisce alle persone che vivono nelle aree urbane come definite dagli uffici statistici nazionali.
a) United Nations Population Division; b) World Bank Development Indicators per la Palestina
La popolazione urbana si riferisce alle persone che vivono nelle aree urbane come definite dagli uffici statistici nazionali. L'indicatore è calcolato utilizzando le stime della popolazione della Banca Mondiale e gli indici di urbanizzazione delle Nazioni Unite (World Urbanization Prospects). La United Nations Population Division e altre agenzie forniscono stime correnti della popolazione per i Paesi in via di sviluppo che non dispongono di dati censuari recenti e stime pre e post-censuarie per i Paesi che dispongono di dati censuari
La maggior parte dei Paesi utilizza una classificazione urbana legata alle dimensioni o alle caratteristiche degli insediamenti. Alcuni definiscono le aree urbane in base alla presenza di determinate infrastrutture e servizi. Altri paesi designano le aree urbane in base alle disposizioni amministrative. A causa delle differenze nazionali nelle caratteristiche che distinguono le aree urbane da quelle rurali, la distinzione tra popolazione urbana e rurale non si presta a un'unica definizione applicabile a tutti i Paesi. Poiché le stime delle città e delle aree metropolitane si basano sulle definizioni nazionali di ciò che costituisce una città o un'area metropolitana, i confronti tra Paesi devono essere fatti con cautela. Le stime della popolazione derivano da modelli demografici e sono quindi suscettibili di distorsioni ed errori dovuti a carenze nel modello e nei dati. I Paesi differiscono nel modo in cui classificano la popolazione come “urbana” o “rurale”. Il metodo coorti-componenti, utilizzato per stimare e proiettare la popolazione, richiede dati sulla fertilità, sulla mortalità e sulla migrazione netta, spesso raccolti da indagini campionarie, che possono essere piccole o con copertura limitata.
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87
Aree marine protette (% delle acque territoriali)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
Percentuale sulle acque territoriali delle aree marine protette, che sono aree di terreno intertidale o subtidale - insieme alle acque sovrastanti, la flora e la fauna associate e le caratteristiche storiche e culturali - riservate per legge o con altri mezzi efficaci per proteggere parte o tutto l'ambiente racchiuso.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati United Nations Environment World Conservation Monitoring Centre (UNEP-WCMC)
Questo indicatore viene calcolato utilizzando tutte le aree protette designate a livello nazionale registrate nel World Database on Protected Areas (WDPA) di cui si conosce la posizione e l'estensione. Il database del WDPA è memorizzato all'interno di un sistema informativo geografico (GIS) che archivia informazioni sulle aree protette come il nome, il tipo e la data di designazione, l'area documentata, la posizione geografica (punto) e/o il confine (poligono). Per calcolare la protezione terrestre e marina si utilizza un'analisi GIS.
L'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) definisce un'area protetta come “uno spazio geografico chiaramente definito, riconosciuto, dedicato e gestito, attraverso mezzi legali o altri mezzi efficaci, per ottenere la conservazione a lungo termine della natura con i servizi ecosistemici e i valori culturali associati”. La designazione di un'area come protetta non significa che la protezione sia in vigore. Inoltre, per i piccoli Paesi che hanno solo aree protette di dimensioni inferiori a 1.000 ettari, il limite di dimensione nella definizione porta a una sottostima delle aree protette. Le aree protette a livello nazionale sono definite utilizzando le sei categorie di gestione dell'IUCN per le aree di almeno 1.000 ettari: riserve scientifiche e riserve naturali rigorose con accesso limitato al pubblico; parchi nazionali di importanza nazionale o internazionale e non influenzati materialmente dall'attività umana; monumenti naturali e paesaggi naturali con aspetti unici; riserve naturali gestite e santuari della fauna selvatica; paesaggi protetti (che possono includere paesaggi culturali); aree gestite principalmente per l'uso sostenibile dei sistemi naturali per garantire la protezione a lungo termine e il mantenimento della diversità biologica.
SDG Goal 14, indicatore 14.5.1
88
Aree protette terrestri (% della superficie territoriale)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
Percentuale sulle aree terrestri totali delle aree protette terrestri, che sono aree totalmente o parzialmente protette di almeno 1.000 ettari, designate dalle autorità nazionali come riserve scientifiche con accesso pubblico limitato, parchi nazionali, monumenti naturali, riserve naturali o santuari della fauna selvatica, paesaggi protetti e aree gestite principalmente per l'uso sostenibile. Sono escluse le aree marine, le aree non classificate, le aree litoranee (intertidali) e i siti protetti da leggi locali o provinciali.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati United Nations Environment World Conservation Monitoring Centre (UNEP-WCMC)
Questo indicatore viene calcolato utilizzando tutte le aree protette designate a livello nazionale registrate nel World Database on Protected Areas (WDPA) di cui si conosce la posizione e l'estensione. Il database del WDPA è memorizzato all'interno di un sistema informativo geografico (GIS) che archivia informazioni sulle aree protette come il nome, il tipo e la data di designazione, l'area documentata, la posizione geografica (punto) e/o il confine (poligono). Per calcolare la protezione terrestre e marina si utilizza un'analisi GIS.
L'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) definisce un'area protetta come “uno spazio geografico chiaramente definito, riconosciuto, dedicato e gestito, attraverso mezzi legali o altri mezzi efficaci, per ottenere la conservazione a lungo termine della natura con i servizi ecosistemici e i valori culturali associati”. La designazione di un'area come protetta non significa che la protezione sia in vigore. Inoltre, per i piccoli Paesi che hanno solo aree protette di dimensioni inferiori a 1.000 ettari, il limite di dimensione nella definizione porta a una sottostima delle aree protette. Le aree protette a livello nazionale sono definite utilizzando le sei categorie di gestione dell'IUCN per le aree di almeno 1.000 ettari: riserve scientifiche e riserve naturali rigorose con accesso limitato al pubblico; parchi nazionali di importanza nazionale o internazionale e non influenzati materialmente dall'attività umana; monumenti naturali e paesaggi naturali con aspetti unici; riserve naturali gestite e santuari della fauna selvatica; paesaggi protetti (che possono includere paesaggi culturali); aree gestite principalmente per l'uso sostenibile dei sistemi naturali per garantire la protezione a lungo termine e il mantenimento della diversità biologica.
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Prelievi annuali totali di acqua dolce (miliardi di metri cubi)
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
I prelievi annuali di acqua dolce si riferiscono ai prelievi totali di acqua, senza contare le perdite per evaporazione dai bacini di stoccaggio. I prelievi comprendono anche l'acqua proveniente dagli impianti di desalinizzazione nei Paesi in cui rappresentano una fonte significativa.
FAO
I dati si basano su indagini e stime fornite dai governi al Programma di monitoraggio congiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF). I dati sulle risorse di acqua dolce si basano sulle stime del deflusso nei fiumi e della ricarica delle falde acquifere.
I prelievi possono superare il 100% del totale delle risorse rinnovabili quando l'estrazione da acquiferi non rinnovabili o da impianti di desalinizzazione è considerevole o quando c'è un significativo riutilizzo dell'acqua. I prelievi per l'agricoltura e l'industria sono i prelievi totali per l'irrigazione e l'allevamento e per uso industriale diretto (compresi i prelievi per il raffreddamento delle centrali termoelettriche). I prelievi per usi domestici comprendono l'acqua potabile, l'uso o l'approvvigionamento municipale e l'uso per i servizi pubblici, gli stabilimenti commerciali e le abitazioni. Queste stime si basano su fonti diverse e si riferiscono ad anni diversi, quindi i confronti tra Paesi devono essere fatti con cautela. Poiché i dati sono raccolti in modo intermittente, possono nascondere variazioni significative nelle risorse idriche rinnovabili totali da un anno all'altro. Inoltre, i dati non distinguono tra le variazioni stagionali e geografiche della disponibilità idrica all'interno dei Paesi. I dati relativi ai Paesi piccoli e a quelli che si trovano in zone aride e semiaride sono meno affidabili di quelli relativi ai Paesi più grandi e a quelli con maggiori precipitazioni. Occorre anche usare cautela nel confrontare i dati sui prelievi annuali di acqua dolce, che sono soggetti a variazioni nei metodi di raccolta e di stima. Inoltre, gli afflussi e i deflussi sono stimati in tempi diversi e a diversi livelli di qualità e precisione, il che richiede cautela nell'interpretazione dei dati, in particolare per i Paesi a corto di acqua, soprattutto in Medio Oriente e Nord Africa.
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Livello di stress idrico: prelievo di acqua dolce in proporzione alle risorse di acqua dolce disponibili
Ambiente e risorse naturali
Ambiente e territorio
Rapporto tra il totale dell'acqua dolce prelevata da tutti i principali settori e il totale delle risorse rinnovabili di acqua dolce, dopo aver tenuto conto dei requisiti idrici ambientali. I settori principali, definiti dagli standard ISIC, comprendono l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca, l'industria manifatturiera, l'industria elettrica e i servizi. Questo indicatore è noto anche come intensità di prelievo idrico.
FAO
Il prelievo totale di acqua dolce è il volume di acqua dolce estratta dalla fonte (fiumi, laghi, falde acquifere) per l'agricoltura, le industrie e i comuni. È stimato a livello nazionale per i seguenti tre settori principali: agricoltura, municipalità (compreso il prelievo di acqua per uso domestico) e industrie. Il prelievo di acqua dolce comprende l'acqua dolce primaria (non prelevata in precedenza), l'acqua dolce secondaria (prelevata in precedenza e restituita ai fiumi e alle falde acquifere, come le acque reflue scaricate e le acque di drenaggio agricolo) e le acque sotterranee fossili. Non comprende l'acqua non convenzionale, cioè l'uso diretto di acque reflue trattate, l'uso diretto di acque di drenaggio agricolo e l'acqua desalinizzata. Il prelievo totale di acqua dolce è generalmente calcolato come la somma del prelievo totale di acqua per settore meno l'uso diretto di acque reflue, l'uso diretto di acque di drenaggio agricolo e l'uso di acqua desalinizzata. Le risorse idriche rinnovabili totali effettive di un Paese o di una regione sono definite come la somma delle risorse idriche rinnovabili interne e delle risorse idriche rinnovabili esterne, anch'esse espresse in km3/anno. L'indicatore è calcolato dividendo il prelievo totale di acqua per il totale delle risorse idriche rinnovabili effettive meno i requisiti ambientali ed è espresso in punti percentuali. Le risorse idriche rinnovabili totali sono espresse come somma delle risorse idriche rinnovabili interne ed esterne. I termini “risorse idriche” e “prelievi idrici” sono qui intesi come risorse di acqua dolce e prelievi di acqua dolce. Le risorse idriche rinnovabili interne sono definite come la portata media annua a lungo termine dei fiumi e la ricarica delle acque sotterranee per un determinato Paese, generate dalle precipitazioni endogene. Le risorse idriche rinnovabili esterne si riferiscono ai flussi di acqua che entrano nel Paese, tenendo conto della quantità di flussi riservati ai Paesi a monte e a valle attraverso accordi o trattati. I requisiti idrici ambientali (Env.) sono le quantità di acqua necessarie per sostenere gli ecosistemi di acqua dolce e di estuario. La qualità dell'acqua e i servizi ecosistemici che ne derivano sono esclusi da questa formulazione, che si limita ai volumi d'acqua. Ciò non significa che la qualità e il sostegno alle società che dipendono dai flussi ambientali non siano importanti e non debbano essere presi in considerazione. I metodi di calcolo dell'Env. sono estremamente variabili e vanno dalle stime globali alle valutazioni complete per i corsi d'acqua. I volumi d'acqua possono essere espressi nelle stesse unità di misura del prelievo totale di acqua dolce e quindi come percentuali delle risorse idriche disponibili.
Il prelievo di acqua in percentuale delle risorse idriche è un buon indicatore della pressione sulle risorse idriche limitate, una delle risorse naturali più importanti. Tuttavia, affronta solo parzialmente le questioni legate alla gestione sostenibile dell'acqua. Indicatori supplementari che colgano le molteplici dimensioni della gestione idrica combinerebbero i dati sulla gestione della domanda idrica, sui cambiamenti comportamentali relativi all'uso dell'acqua e sulla disponibilità di infrastrutture adeguate, e misurerebbero i progressi compiuti nell'aumentare l'efficienza e la sostenibilità dell'uso dell'acqua, in particolare in relazione alla crescita demografica ed economica. Inoltre, riconoscono i diversi contesti climatici che influenzano l'uso dell'acqua nei Paesi, in particolare nell'agricoltura, che è il principale utilizzatore di acqua. La valutazione della sostenibilità è anche legata alle soglie critiche fissate per questo indicatore e non esiste un consenso universale su tale soglia. Le tendenze del prelievo idrico mostrano modelli di cambiamento relativamente lenti. Di solito, tre-cinque anni sono una frequenza minima per poter rilevare cambiamenti significativi, poiché è improbabile che l'indicatore mostri variazioni significative da un anno all'altro. La stima del prelievo di acqua per settore è la principale limitazione al calcolo dell'indicatore. Sono pochi i Paesi che pubblicano regolarmente i dati sull'uso dell'acqua per settore. Le risorse idriche rinnovabili comprendono tutte le risorse idriche superficiali e sotterranee che sono disponibili su base annua, senza considerare la capacità di raccogliere e utilizzare tale risorsa. Le risorse idriche sfruttabili, che si riferiscono al volume di acqua superficiale o sotterranea disponibile con una frequenza del 90%, sono notevolmente inferiori alle risorse idriche rinnovabili, ma non esiste un metodo universale per valutare tali risorse idriche sfruttabili. Non esiste un metodo universalmente condiviso per calcolare i flussi di acqua dolce in entrata che hanno origine al di fuori dei confini di un Paese. Non esiste nemmeno un metodo standard per contabilizzare i flussi di ritorno, ovvero la parte di acqua prelevata dalla sorgente che ritorna nel sistema fluviale dopo l'uso. Nei Paesi in cui i flussi di ritorno rappresentano una parte sostanziale del prelievo idrico, l'indicatore tende a sottostimare l'acqua disponibile e quindi a sovrastimare il livello di stress idrico. Altre limitazioni che influiscono sull'interpretazione dell'indicatore di stress idrico sono: difficoltà nell'ottenere dati accurati, completi e aggiornati; variazione potenzialmente ampia dei dati subnazionali; mancata considerazione delle variazioni stagionali delle risorse idriche; mancata considerazione della distribuzione tra gli usi dell'acqua; mancata considerazione della qualità dell'acqua e della sua idoneità all'uso. L'indicatore può essere superiore al 100% quando il prelievo di acqua comprende acqua dolce secondaria (acqua prelevata in precedenza e restituita al sistema), acqua non rinnovabile (acque sotterranee fossili), quando il prelievo annuale di acque sotterranee è superiore alla ricostituzione annuale (sovra-estrazione) o quando il prelievo di acqua comprende parte o tutta l'acqua accantonata per i requisiti idrici ambientali. Alcuni di questi problemi possono essere risolti disaggregando l'indice a livello di unità idrologiche e distinguendo tra diversi settori d'uso. Tuttavia, data la complessità dei flussi idrici, sia all'interno di un Paese che tra i Paesi, occorre fare attenzione a non fare doppi conteggi.
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91
Superficie agricola utilizzata (kmq)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Superficie destinata a seminativi, colture permanenti e pascoli permanenti. I seminativi comprendono i terreni definiti dalla FAO come terreni coltivati temporaneamente (le aree a doppia coltura sono contate una volta sola), i prati temporanei per lo sfalcio o per il pascolo, i terreni coltivati a orti o giardini e i terreni temporaneamente incolti. Sono escluse le terre abbandonate a causa di coltivazioni itineranti. I terreni con colture permanenti sono quelli coltivati con colture che occupano il terreno per lunghi periodi e che non devono essere ripiantate dopo ogni raccolto. Questa categoria comprende i terreni coltivati con arbusti da fiore, alberi da frutto, noci e viti, ma esclude i terreni coltivati con alberi da legno o legname. I pascoli permanenti sono terreni utilizzati per cinque o più anni per il foraggio, comprese le colture naturali e quelle coltivate.
FAO
I dati sono raccolti tramite il questionario FAO sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo.
La classificazione FAO dell'uso del suolo è allineata con il Sistema di contabilità ambientale ed economica delle Nazioni Unite (SEEA), il Quadro per lo sviluppo delle statistiche ambientali delle Nazioni Unite (FDES) e il Censimento mondiale dell'agricoltura. È inoltre coerente con le classi di uso del suolo del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per le relazioni dei Paesi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Una mappatura tra le classificazioni FAO, SEEA, Censimento mondiale dell'agricoltura e IPCC è fornita nel questionario FAO.
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Superficie agricola utilizzata (% della superficie territoriale)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Percentuale sulla superficie terrestre destinata a seminativi, colture permanenti e pascoli permanenti.
FAO
I dati sono raccolti tramite il questionario FAO sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo.
La classificazione FAO dell'uso del suolo è allineata con il Sistema di contabilità ambientale ed economica delle Nazioni Unite (SEEA), il Quadro per lo sviluppo delle statistiche ambientali delle Nazioni Unite (FDES) e il Censimento mondiale dell'agricoltura. È inoltre coerente con le classi di uso del suolo del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per le relazioni dei Paesi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Una mappatura tra le classificazioni FAO, SEEA, Censimento mondiale dell'agricoltura e IPCC è fornita nel questionario FAO. I seminativi comprendono i terreni definiti dalla FAO come terreni coltivati temporaneamente (le aree a doppia coltura sono contate una volta sola), i prati temporanei per lo sfalcio o per il pascolo, i terreni coltivati a orti o giardini e i terreni temporaneamente incolti. Sono escluse le terre abbandonate a causa di coltivazioni itineranti. I terreni con colture permanenti sono quelli coltivati con colture che occupano il terreno per lunghi periodi e che non devono essere ripiantate dopo ogni raccolto. Questa categoria comprende i terreni coltivati con arbusti da fiore, alberi da frutto, noci e viti, ma esclude i terreni coltivati con alberi da legno o legname. I pascoli permanenti sono terreni utilizzati per cinque o più anni per il foraggio, comprese le colture naturali e quelle coltivate.
SDG Goal 15, indicatore 15.1.1; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Agricoltura e Pesca'
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Superficie a seminativi (% della superficie territoriale)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Percentuale sulla superficie terrestre dei seminativi, che comprendono i terreni definiti dalla FAO come terreni coltivati temporaneamente (le aree a doppia coltura sono contate una volta sola), i prati temporanei per lo sfalcio o per il pascolo, i terreni coltivati a orti o giardini e i terreni temporaneamente incolti. Sono esclusi i terreni abbandonati a causa di coltivazioni itineranti.
FAO
I dati sono raccolti tramite il questionario FAO sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo.
La classificazione FAO dell'uso del suolo è allineata con il Sistema di contabilità ambientale ed economica delle Nazioni Unite (SEEA), il Quadro per lo sviluppo delle statistiche ambientali delle Nazioni Unite (FDES) e il Censimento mondiale dell'agricoltura. È inoltre coerente con le classi di uso del suolo del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per le relazioni dei Paesi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Una mappatura tra le classificazioni FAO, SEEA, Censimento mondiale dell'agricoltura e IPCC è fornita nel questionario FAO.
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94
Superficie a seminativi (ettari per 1.000 ab.)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Terreni coltivati a seminativi (ettari per 1.000 abitanti). I seminativi comprendono i terreni definiti dalla FAO come terreni coltivati temporaneamente (le aree a doppio raccolto sono contate una volta), i prati temporanei da sfalcio o da pascolo, i terreni coltivati a orti o giardini e i terreni temporaneamente incolti. Sono escluse le terre abbandonate a causa di coltivazioni itineranti.
FAO
I dati sono raccolti tramite il questionario FAO sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo.
La classificazione FAO dell'uso del suolo è allineata con il Sistema di contabilità ambientale ed economica delle Nazioni Unite (SEEA), il Quadro per lo sviluppo delle statistiche ambientali delle Nazioni Unite (FDES) e il Censimento mondiale dell'agricoltura. È inoltre coerente con le classi di uso del suolo del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per le relazioni dei Paesi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Una mappatura tra le classificazioni FAO, SEEA, Censimento mondiale dell'agricoltura e IPCC è fornita nel questionario FAO.
SDG Goal 15, indicatore 15.1.1; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Agricoltura e Pesca'
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Coltivazioni legnose agrarie (% della superficie territoriale)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Percentuale sulla superficie terrestre delle colture permanenti, cioè quelle che occupano il terreno per lunghi periodi e non devono essere ripiantate dopo ogni raccolto. Questa categoria comprende i terreni coltivati con arbusti da fiore, alberi da frutto, noci e viti, ma esclude i terreni coltivati con alberi da legno o legname.
FAO
I dati sono raccolti tramite il questionario FAO sull'uso del suolo, l'irrigazione e le pratiche agricole, basato sulla classificazione FAO dell'uso del suolo.
La classificazione FAO dell'uso del suolo è allineata con il Sistema di contabilità ambientale ed economica delle Nazioni Unite (SEEA), il Quadro per lo sviluppo delle statistiche ambientali delle Nazioni Unite (FDES) e il Censimento mondiale dell'agricoltura. È inoltre coerente con le classi di uso del suolo del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per le relazioni dei Paesi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Una mappatura tra le classificazioni FAO, SEEA, Censimento mondiale dell'agricoltura e IPCC è fornita nel questionario FAO.
SDG Goal 15, indicatore 15.1.1; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Agricoltura e Pesca'
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Indice di produzione zootecnica (2014-2016 = 100)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Valore della produzione zootecnica di ogni anno rispetto al periodo base 2014-2016. Include carne e latte da tutte le fonti, prodotti caseari come formaggio e uova, miele, seta grezza, lana e pelli.
FAO
L'indice si basa sulla somma delle quantità ponderate per il prezzo di diverse commodity agricole prodotte, dopo aver dedotto le quantità utilizzate come sementi e mangimi, ponderate in modo analogo. L'aggregato risultante rappresenta, quindi, la produzione disponibile per qualsiasi uso, tranne che per le sementi e i mangimi. Tutti gli indici a livello nazionale, regionale e mondiale sono calcolati con la formula di Laspeyres. Le quantità di produzione di ciascuna commodity sono ponderate per i prezzi medi internazionali delle commodity 2014-2016 e sommate per ogni anno. Per ottenere l'indice, l'aggregato di un determinato anno viene diviso per l'aggregato medio del periodo base 2014-2016. Poiché gli indici FAO si basano sul concetto di agricoltura come impresa unica, le quantità di sementi e mangimi vengono sottratte dai dati di produzione per evitare un doppio conteggio, una volta nei dati di produzione e una volta con le colture o il bestiame prodotti da essi. Le detrazioni per le sementi (nel caso delle uova, per la schiusa) e per i mangimi per il bestiame e il pollame si applicano sia ai prodotti nazionali che a quelli importati. Riguardano solo i prodotti agricoli primari destinati all'alimentazione animale (ad esempio mais, patate, latte, ecc.). I mangimi trasformati e semilavorati come crusca, panelli, farine e melasse sono stati completamente esclusi dai calcoli in tutte le fasi. Si noti che nel calcolo degli indici di produzione agricola, alimentare e non alimentare, vengono dedotti tutti gli input primari intermedi di origine agricola. Tuttavia, per gli indici di qualsiasi altro gruppo merceologico, vengono dedotti solo gli input che hanno origine all'interno dello stesso gruppo; così, solo le sementi vengono rimosse dal gruppo “colture” e da tutti i sottogruppi di colture, come cereali, colture oleaginose, ecc. e sia i mangimi che le sementi che hanno origine all'interno del settore zootecnico (ad esempio, mangimi per il latte, uova da cova) vengono rimossi dal gruppo “prodotti zootecnici”. Per i due principali sottogruppi di bestiame, ovvero carne e latte, vengono rimossi solo i mangimi provenienti dal rispettivo sottogruppo. Gli indici che tengono conto delle detrazioni per i mangimi e le sementi sono definiti “netti”. Gli indici calcolati senza detrazioni per mangimi e sementi sono definiti “lordi”. I “prezzi internazionali delle materie prime” sono utilizzati per evitare l'uso dei tassi di cambio per ottenere gli aggregati continentali e mondiali, e anche per migliorare e facilitare l'analisi comparativa internazionale della produttività a livello nazionale. Questi “prezzi internazionali”, espressi nei cosiddetti “dollari internazionali”, sono ricavati utilizzando la formula di Geary-Khamis per il settore agricolo. Questo metodo assegna un singolo “prezzo” a ciascuna merce. Ad esempio, una tonnellata metrica di grano ha lo stesso prezzo indipendentemente dal Paese in cui è stata prodotta. L'unità monetaria in cui sono espressi i prezzi non influisce sugli indici pubblicati. I prodotti coperti nel calcolo degli indici di produzione agricola sono tutte le colture e i prodotti zootecnici originari di ciascun Paese. Sono coperti praticamente tutti i prodotti, con la principale eccezione delle colture foraggere.
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Indice di produzione vegetale (2014-2016 = 100)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Valore della produzione agricola di ogni anno rispetto al periodo base 2014-2016. Include tutte le colture ad eccezione di quelle foraggere.
FAO
L'indice si basa sulla somma delle quantità ponderate per il prezzo di diverse commodity agricole prodotte, dopo aver dedotto le quantità utilizzate come sementi e mangimi, ponderate in modo analogo. L'aggregato risultante rappresenta, quindi, la produzione disponibile per qualsiasi uso, tranne che per le sementi e i mangimi. Tutti gli indici a livello nazionale, regionale e mondiale sono calcolati con la formula di Laspeyres. Le quantità di produzione di ciascuna commodity sono ponderate per i prezzi medi internazionali delle commodity 2014-2016 e sommate per ogni anno. Per ottenere l'indice, l'aggregato di un determinato anno viene diviso per l'aggregato medio del periodo base 2014-2016. Poiché gli indici FAO si basano sul concetto di agricoltura come impresa unica, le quantità di sementi e mangimi vengono sottratte dai dati di produzione per evitare un doppio conteggio, una volta nei dati di produzione e una volta con le colture o il bestiame prodotti da essi. Le detrazioni per le sementi (nel caso delle uova, per la schiusa) e per i mangimi per il bestiame e il pollame si applicano sia ai prodotti nazionali che a quelli importati. Riguardano solo i prodotti agricoli primari destinati all'alimentazione animale (ad esempio mais, patate, latte, ecc.). I mangimi trasformati e semilavorati come crusca, panelli, farine e melasse sono stati completamente esclusi dai calcoli in tutte le fasi. Si noti che nel calcolo degli indici di produzione agricola, alimentare e non alimentare, vengono dedotti tutti gli input primari intermedi di origine agricola. Tuttavia, per gli indici di qualsiasi altro gruppo merceologico, vengono dedotti solo gli input che hanno origine all'interno dello stesso gruppo; così, solo le sementi vengono rimosse dal gruppo “colture” e da tutti i sottogruppi di colture, come cereali, colture oleaginose, ecc. e sia i mangimi che le sementi che hanno origine all'interno del settore zootecnico (ad esempio, mangimi per il latte, uova da cova) vengono rimossi dal gruppo “prodotti zootecnici”. Per i due principali sottogruppi di bestiame, ovvero carne e latte, vengono rimossi solo i mangimi provenienti dal rispettivo sottogruppo. Gli indici che tengono conto delle detrazioni per i mangimi e le sementi sono definiti “netti”. Gli indici calcolati senza detrazioni per mangimi e sementi sono definiti “lordi”. I “prezzi internazionali delle materie prime” sono utilizzati per evitare l'uso dei tassi di cambio per ottenere gli aggregati continentali e mondiali, e anche per migliorare e facilitare l'analisi comparativa internazionale della produttività a livello nazionale. Questi “prezzi internazionali”, espressi nei cosiddetti “dollari internazionali”, sono ricavati utilizzando la formula di Geary-Khamis per il settore agricolo. Questo metodo assegna un singolo “prezzo” a ciascuna merce. Ad esempio, una tonnellata metrica di grano ha lo stesso prezzo indipendentemente dal Paese in cui è stata prodotta. L'unità monetaria in cui sono espressi i prezzi non influisce sugli indici pubblicati. I prodotti coperti nel calcolo degli indici di produzione agricola sono tutte le colture e i prodotti zootecnici originari di ciascun Paese. Sono coperti praticamente tutti i prodotti, con la principale eccezione delle colture foraggere.
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Indice di produzione alimentare (2014-2016 = 100)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Valore della produzione alimentare di ogni anno rispetto al periodo base 2014-2016. Comprende le colture alimentari considerate commestibili e che contengono sostanze nutritive. Caffè e tè sono esclusi perché, pur essendo commestibili, non hanno valore nutritivo.
FAO
L'indice si basa sulla somma delle quantità ponderate per il prezzo di diverse commodity agricole prodotte, dopo aver dedotto le quantità utilizzate come sementi e mangimi, ponderate in modo analogo. L'aggregato risultante rappresenta, quindi, la produzione disponibile per qualsiasi uso, tranne che per le sementi e i mangimi. Tutti gli indici a livello nazionale, regionale e mondiale sono calcolati con la formula di Laspeyres. Le quantità di produzione di ciascuna commodity sono ponderate per i prezzi medi internazionali delle commodity 2014-2016 e sommate per ogni anno. Per ottenere l'indice, l'aggregato di un determinato anno viene diviso per l'aggregato medio del periodo base 2014-2016. Poiché gli indici FAO si basano sul concetto di agricoltura come impresa unica, le quantità di sementi e mangimi vengono sottratte dai dati di produzione per evitare un doppio conteggio, una volta nei dati di produzione e una volta con le colture o il bestiame prodotti da essi. Le detrazioni per le sementi (nel caso delle uova, per la schiusa) e per i mangimi per il bestiame e il pollame si applicano sia ai prodotti nazionali che a quelli importati. Riguardano solo i prodotti agricoli primari destinati all'alimentazione animale (ad esempio mais, patate, latte, ecc.). I mangimi trasformati e semilavorati come crusca, panelli, farine e melasse sono stati completamente esclusi dai calcoli in tutte le fasi. Si noti che nel calcolo degli indici di produzione agricola, alimentare e non alimentare, vengono dedotti tutti gli input primari intermedi di origine agricola. Tuttavia, per gli indici di qualsiasi altro gruppo merceologico, vengono dedotti solo gli input che hanno origine all'interno dello stesso gruppo; così, solo le sementi vengono rimosse dal gruppo “colture” e da tutti i sottogruppi di colture, come cereali, colture oleaginose, ecc. e sia i mangimi che le sementi che hanno origine all'interno del settore zootecnico (ad esempio, mangimi per il latte, uova da cova) vengono rimossi dal gruppo “prodotti zootecnici”. Per i due principali sottogruppi di bestiame, ovvero carne e latte, vengono rimossi solo i mangimi provenienti dal rispettivo sottogruppo. Gli indici che tengono conto delle detrazioni per i mangimi e le sementi sono definiti “netti”. Gli indici calcolati senza detrazioni per mangimi e sementi sono definiti “lordi”. I “prezzi internazionali delle materie prime” sono utilizzati per evitare l'uso dei tassi di cambio per ottenere gli aggregati continentali e mondiali, e anche per migliorare e facilitare l'analisi comparativa internazionale della produttività a livello nazionale. Questi “prezzi internazionali”, espressi nei cosiddetti “dollari internazionali”, sono ricavati utilizzando la formula di Geary-Khamis per il settore agricolo. Questo metodo assegna un singolo “prezzo” a ciascuna merce. Ad esempio, una tonnellata metrica di grano ha lo stesso prezzo indipendentemente dal Paese in cui è stata prodotta. L'unità monetaria in cui sono espressi i prezzi non influisce sugli indici pubblicati. I prodotti coperti nel calcolo degli indici di produzione agricola sono tutte le colture e i prodotti zootecnici originari di ciascun Paese. Sono coperti praticamente tutti i prodotti, con la principale eccezione delle colture foraggere.
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99
Consumo di fertilizzanti (kg per ettaro di seminativi)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Quantità di nutrienti vegetali utilizzati per unità di terreno coltivabile. I prodotti fertilizzanti comprendono fertilizzanti azotati, potassici e fosfatici (compreso il fosfato naturale). I nutrienti tradizionali - concimi animali e vegetali - non sono inclusi.
elaborazioni World Bank Development Indicators su dati FAO
Il consumo di fertilizzanti misura la quantità di sostanze nutritive per le piante ed è calcolato come produzione più importazioni meno esportazioni.
La FAO ha rivisto le serie temporali relative al consumo di fertilizzanti e all'irrigazione a partire dal 2002. Nella versione precedente, i dati si basavano sul consumo totale di fertilizzanti, mentre in quella recente si basano sui nutrienti contenuti nei fertilizzanti. Alcuni Paesi compilano i dati sui fertilizzanti in base all'anno solare, mentre altri li compilano in base all'anno colturale (luglio-giugno). Le precedenti edizioni di questo indicatore, Consumo di fertilizzanti (100 grammi per ettaro di terreno arabile), riportavano i dati sulla base dell'anno di coltivazione, ma questa edizione utilizza l'anno solare, come adottato dalla FAO. I dati sono raccolti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) attraverso questionari annuali. La FAO cerca di imporre definizioni e metodi di reporting standard, ma non è possibile garantire una completa coerenza tra i Paesi e nel tempo. Le fonti secondarie comprendono i dati ufficiali dei Paesi provenienti dai siti web dei ministeri nazionali, le pubblicazioni nazionali e i dati relativi ai Paesi riportati da varie organizzazioni internazionali. I seminativi comprendono i terreni definiti dalla FAO come terreni coltivati temporaneamente (le aree a doppia coltura vengono contate una sola volta), i prati temporanei da sfalcio o da pascolo, i terreni coltivati a orti o giardini e i terreni temporaneamente incolti. Sono esclusi i terreni abbandonati a causa di coltivazioni itineranti. Poiché alcuni composti chimici utilizzati per i fertilizzanti hanno altre applicazioni industriali, i dati sul consumo possono sovrastimare la quantità disponibile per le colture.
SDG Goal 2, indicatore 2.4.1
100
Emissioni agricole di metano (migliaia di tonnellate metriche di CO2 equivalente)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Emissioni di metano prodotte da animali, rifiuti animali, produzione di riso, combustione di rifiuti agricoli (non energetici, in loco) e combustione nella savana.
a) World Resources Institute; b) World Bank Development Indicators per la Siria
Per stimare le emissioni, i Paesi aderenti alla Convenzione sui cambiamenti climatici (UNFCCC) utilizzano metodologie complesse e all'avanguardia raccomandate dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Le emissioni di metano derivano in gran parte dalle attività agricole, dalle discariche di produzione industriale e dal trattamento delle acque reflue e da altre fonti come gli incendi delle foreste tropicali e di altra vegetazione.
Le emissioni sono solitamente espresse in equivalenti di anidride carbonica utilizzando il potenziale di riscaldamento globale, che consente di confrontare i contributi effettivi dei diversi gas. Un chilogrammo di metano è 21 volte più efficace nell'intrappolare il calore nell'atmosfera terrestre di un chilogrammo di anidride carbonica entro 100 anni.
None
101
Emissioni agricole di protossido di azoto (migliaia di tonnellate metriche di CO2 equivalente)
Ambiente e risorse naturali
Agricoltura
Emissioni di protossido di azoto prodotte dall'uso di fertilizzanti (sintetici e letame animale), dalla gestione dei rifiuti animali, dalla combustione di rifiuti agricoli (non energetici, in loco) e dalla bruciatura della savana.
a) World Resources Institute; b) World Bank Development Indicators per la Siria
Le emissioni di protossido di azoto di origine agricola sono quelle prodotte dall'uso di fertilizzanti (sintetici e di origine animale), dalla gestione dei rifiuti animali, dalla combustione di rifiuti agricoli (non energetici, in loco) e dalla bruciatura della savana, con riferimento alla categoria IPCC 4 = Agricoltura. Sono espresse in CO2 equivalente utilizzando la metrica GWP100 del Secondo Rapporto di Valutazione dell'IPCC e includono il biossido di azoto (N2O)
Il protossido di azoto è un potente gas serra, con una vita atmosferica stimata di 114 anni, rispetto ai 12 anni del metano. Il potenziale di riscaldamento globale per chilogrammo (GWP) del protossido di azoto è quasi 310 volte quello del biossido di carbonio entro 100 anni. Le emissioni sono solitamente espresse in equivalenti di anidride carbonica utilizzando il potenziale di riscaldamento globale, che consente di confrontare i contributi effettivi dei diversi gas.
None
102
Popolazione femminile
Confronti di genere
Popolazione e genere
La popolazione per genere si basa sulla definizione di popolazione de facto, che conta tutti i residenti indipendentemente dallo status giuridico o dalla cittadinanza. I valori indicati sonosi riferiscono alla popolazione media.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
I dati derivano da diversi tipi di fonti statistiche: censimenti nazionali della popolazione; stime per gli anni precedenti e successivi al censimento basate su modelli demografici; dati amministrativi.
Anche nei Paesi ad alto reddito si verificano errori e mancati conteggi. Nei Paesi in via di sviluppo gli errori possono essere sostanziali a causa delle limitazioni nei trasporti, nelle comunicazioni e nelle altre risorse necessarie per condurre e analizzare un censimento completo. La qualità e l'affidabilità dei dati demografici ufficiali sono influenzate anche dalla fiducia del pubblico nel governo, dall'impegno del governo per un censimento completo e accurato, dalla riservatezza e dalla protezione contro l'uso improprio dei dati del censimento e dall'indipendenza delle agenzie di censimento dalle influenze politiche. Inoltre, la comparabilità degli indicatori demografici è limitata dalle differenze nei concetti, nelle definizioni, nelle procedure di raccolta e nei metodi di stima utilizzati dalle agenzie statistiche nazionali e dalle altre organizzazioni che raccolgono i dati. L'attualità di un censimento e la disponibilità di dati complementari provenienti da indagini o sistemi di registrazione sono modi oggettivi per giudicare la qualità dei dati demografici.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
103
Popolazione maschile
Confronti di genere
Popolazione e genere
La popolazione per genere si basa sulla definizione di popolazione de facto, che conta tutti i residenti indipendentemente dallo status giuridico o dalla cittadinanza. I valori indicati sonosi riferiscono alla popolazione media.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
I dati derivano da diversi tipi di fonti statistiche: censimenti nazionali della popolazione; stime per gli anni precedenti e successivi al censimento basate su modelli demografici; dati amministrativi.
Anche nei Paesi ad alto reddito si verificano errori e mancati conteggi. Nei Paesi in via di sviluppo gli errori possono essere sostanziali a causa delle limitazioni nei trasporti, nelle comunicazioni e nelle altre risorse necessarie per condurre e analizzare un censimento completo. La qualità e l'affidabilità dei dati demografici ufficiali sono influenzate anche dalla fiducia del pubblico nel governo, dall'impegno del governo per un censimento completo e accurato, dalla riservatezza e dalla protezione contro l'uso improprio dei dati del censimento e dall'indipendenza delle agenzie di censimento dalle influenze politiche. Inoltre, la comparabilità degli indicatori demografici è limitata dalle differenze nei concetti, nelle definizioni, nelle procedure di raccolta e nei metodi di stima utilizzati dalle agenzie statistiche nazionali e dalle altre organizzazioni che raccolgono i dati. L'attualità di un censimento e la disponibilità di dati complementari provenienti da indagini o sistemi di registrazione sono modi oggettivi per giudicare la qualità dei dati demografici.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
104
Popolazione femminile sul totale (%)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Percentuale di popolazione femminile (stime a metà anno).
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
I dati derivano da diversi tipi di fonti statistiche: censimenti nazionali della popolazione; stime per gli anni precedenti e successivi al censimento basate su modelli demografici; dati amministrativi.
Anche nei Paesi ad alto reddito si verificano errori e mancati conteggi. Nei Paesi in via di sviluppo gli errori possono essere sostanziali a causa delle limitazioni nei trasporti, nelle comunicazioni e nelle altre risorse necessarie per condurre e analizzare un censimento completo. La qualità e l'affidabilità dei dati demografici ufficiali sono influenzate anche dalla fiducia del pubblico nel governo, dall'impegno del governo per un censimento completo e accurato, dalla riservatezza e dalla protezione contro l'uso improprio dei dati del censimento e dall'indipendenza delle agenzie di censimento dalle influenze politiche. Inoltre, la comparabilità degli indicatori demografici è limitata dalle differenze nei concetti, nelle definizioni, nelle procedure di raccolta e nei metodi di stima utilizzati dalle agenzie statistiche nazionali e dalle altre organizzazioni che raccolgono i dati. L'attualità di un censimento e la disponibilità di dati complementari provenienti da indagini o sistemi di registrazione sono modi oggettivi per giudicare la qualità dei dati demografici.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
105
Popolazione 0-14 anni, F (% della popolazione femminile)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Popolazione femminile di età compresa tra 0 e 14 anni in percentuale della popolazione totale al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
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ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
106
Popolazione 0-14 anni, M (% della popolazione maschile)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Popolazione maschile di età compresa tra 0 e 14 anni in percentuale della popolazione totale al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
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107
Popolazione 65 anni e oltre, F (% della popolazione femminile)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Popolazione femminile di età pari o superiore a 65 anni in percentuale della popolazione totale al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
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108
Popolazione 65 anni e oltre, M (% della popolazione maschile)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Popolazione maschile di età pari o superiore a 65 anni in percentuale della popolazione totale al 1° gennaio di ogni anno.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division; b) Istat per l'Italia
La struttura dell'età nelle stime demografiche della Banca Mondiale si basa sulla struttura dell'età contenuta nel World Population Prospects della United Nations Population Division. Una descrizione dei dati empirici utilizzati e dei metodi applicati nella revisione delle stime passate della popolazione e delle componenti del cambiamento demografico è disponibile per ogni Paese in: https://population.un.org/wpp/DataSources/.
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109
Speranza di vita alla nascita, F (anni)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Numero di anni che un neonato di sesso femminile vivrebbe se i modelli di mortalità prevalenti al momento della nascita rimanessero invariati per tutta la vita.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
La speranza di vita alla nascita qui utilizzata è il numero medio di anni che ci si aspetta che un neonato viva se i modelli di mortalità al momento della sua nascita rimangono costanti nel futuro. Riflette il livello generale di mortalità di una popolazione e riassume il modello di mortalità che prevale in tutti i gruppi di età in un determinato anno. Viene calcolata tramite una tavola di mortalità che fornisce un'istantanea del modello di mortalità di una popolazione in un determinato momento. Non riflette quindi il modello di mortalità che una persona sperimenta effettivamente nel corso della sua vita, che può essere calcolato in una tavola di coorte.
Le serie di dati annuali del World Population Prospects della Divisione della Popolazione delle Nazioni Unite sono dati interpolati per periodi di 5 anni. Pertanto, potrebbero non riflettere gli eventi reali quanto i dati osservati. L'elevata mortalità nelle fasce d'età più giovani abbassa significativamente l'aspettativa di vita alla nascita. Ma se una persona sopravvive all'infanzia ad alta mortalità, può vivere molto più a lungo. Ad esempio, in una popolazione con un'aspettativa di vita alla nascita di 50 anni, potrebbero esserci poche persone che muoiono a 50 anni. L'aspettativa di vita alla nascita può essere bassa a causa dell'elevata mortalità infantile, per cui una persona che sopravvive all'infanzia può vivere molto più a lungo di 50 anni.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
110
Speranza di vita alla nascita, M (anni)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Numero di anni che un neonato di sesso maschile vivrebbe se i modelli di mortalità prevalenti al momento della nascita rimanessero invariati per tutta la vita.
a) elaborazioni World Bank Development Indicators su dati di United Nations Population Division, agenzie nazionali di statistica, Eurostat; b) Istat per l'Italia
La speranza di vita alla nascita qui utilizzata è il numero medio di anni che ci si aspetta che un neonato viva se i modelli di mortalità al momento della sua nascita rimangono costanti nel futuro. Riflette il livello generale di mortalità di una popolazione e riassume il modello di mortalità che prevale in tutti i gruppi di età in un determinato anno. Viene calcolata tramite una tavola di mortalità che fornisce un'istantanea del modello di mortalità di una popolazione in un determinato momento. Non riflette quindi il modello di mortalità che una persona sperimenta effettivamente nel corso della sua vita, che può essere calcolato in una tavola di coorte.
Le serie di dati annuali del World Population Prospects della Divisione della Popolazione delle Nazioni Unite sono dati interpolati per periodi di 5 anni. Pertanto, potrebbero non riflettere gli eventi reali quanto i dati osservati. L'elevata mortalità nelle fasce d'età più giovani abbassa significativamente l'aspettativa di vita alla nascita. Ma se una persona sopravvive all'infanzia ad alta mortalità, può vivere molto più a lungo. Ad esempio, in una popolazione con un'aspettativa di vita alla nascita di 50 anni, potrebbero esserci poche persone che muoiono a 50 anni. L'aspettativa di vita alla nascita può essere bassa a causa dell'elevata mortalità infantile, per cui una persona che sopravvive all'infanzia può vivere molto più a lungo di 50 anni.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
111
Tasso di mortalità infantile, F (per 1.000 nate vive)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Numero di neonati femmine che muoiono prima di raggiungere un anno di età, per 1.000 nati vivi in un determinato anno.
a) United Nations Inter-agency Group per Child Mortality Estimation; b) Istat per l'Italia
A seconda della fonte dei dati, i tassi di mortalità possono essere calcolati in diversi modi: a) Registrazione anagrafica - Il calcolo dei tassi di mortalità infantile è derivato da una tavola di mortalità, utilizzando i decessi specifici per età e i conteggi della popolazione a metà anno dai dati di registrazione civile. b) Dati delle indagini e dei censimenti - I dati delle indagini e dei censimenti sulla mortalità infantile al di sotto dei cinque anni si presentano tipicamente in una delle due forme: l'anamnesi completa (FBH), in cui alle donne viene chiesta la data di nascita di ciascuno dei loro figli, se il bambino è ancora vivo e, in caso contrario, l'età al momento del decesso; e l'anamnesi sommaria (SBH), in cui alle donne viene chiesto solo il numero di bambini che hanno partorito e il numero di quelli che sono morti (o, equivalentemente, il numero di quelli ancora vivi). Entrambe le anamnesi danno luogo a tassi di mortalità infantile retrospettivi che si riferiscono a un periodo precedente alla data dell'indagine. I tassi possono essere ricavati con un metodo di stima diretta dall'FBH. I dati SBH, raccolti dai censimenti e da molte indagini sulle famiglie, possono essere utilizzati per ricavare stime retrospettive dei tassi di mortalità infantile, infantile e al di sotto dei cinque anni utilizzando un metodo di stima indiretto, ovvero utilizzando una proxy per il tempo di esposizione dei figli della madre al rischio di morte. Il metodo di Brass e le tavole di mortalità del modello sono utilizzati per ottenere una stima indiretta dei tassi di mortalità infantile e sotto i cinque anni. I dati Istat per l'Italia rientrano nel caso a) (Indagine su decessi e cause di morte) e si riferiscono alla mortalità per territorio di residenza.
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112
Tasso di mortalità infantile, M (per 1.000 nati vivi)
Confronti di genere
Popolazione e genere
Numero di neonati maschi che muoiono prima di raggiungere un anno di età, per 1.000 nati vivi in un determinato anno.
a) United Nations Inter-agency Group per Child Mortality Estimation; b) Istat per l'Italia
A seconda della fonte dei dati, i tassi di mortalità possono essere calcolati in diversi modi: a) Registrazione anagrafica - Il calcolo dei tassi di mortalità infantile è derivato da una tavola di mortalità, utilizzando i decessi specifici per età e i conteggi della popolazione a metà anno dai dati di registrazione civile. b) Dati delle indagini e dei censimenti - I dati delle indagini e dei censimenti sulla mortalità infantile al di sotto dei cinque anni si presentano tipicamente in una delle due forme: l'anamnesi completa (FBH), in cui alle donne viene chiesta la data di nascita di ciascuno dei loro figli, se il bambino è ancora vivo e, in caso contrario, l'età al momento del decesso; e l'anamnesi sommaria (SBH), in cui alle donne viene chiesto solo il numero di bambini che hanno partorito e il numero di quelli che sono morti (o, equivalentemente, il numero di quelli ancora vivi). Entrambe le anamnesi danno luogo a tassi di mortalità infantile retrospettivi che si riferiscono a un periodo precedente alla data dell'indagine. I tassi possono essere ricavati con un metodo di stima diretta dall'FBH. I dati SBH, raccolti dai censimenti e da molte indagini sulle famiglie, possono essere utilizzati per ricavare stime retrospettive dei tassi di mortalità infantile, infantile e al di sotto dei cinque anni utilizzando un metodo di stima indiretto, ovvero utilizzando una proxy per il tempo di esposizione dei figli della madre al rischio di morte. Il metodo di Brass e le tavole di mortalità del modello sono utilizzati per ottenere una stima indiretta dei tassi di mortalità infantile e sotto i cinque anni. I dati Istat per l'Italia rientrano nel caso a) (Indagine su decessi e cause di morte) e si riferiscono alla mortalità per territorio di residenza.
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113
Consumo di tabacco, F (% di donne 15 anni e oltre)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Percentuale della popolazione femminile di età pari o superiore a 15 anni che attualmente fa uso di qualsiasi prodotto del tabacco (fumato e/o senza fumo) su base giornaliera o non giornaliera. I prodotti del tabacco comprendono sigarette, pipe, sigari, sigaretti, pipe ad acqua (narghilè, shisha), bidis, kretek, prodotti del tabacco riscaldati e tutte le forme di tabacco senza fumo (orale e nasale). I prodotti del tabacco escludono le sigarette elettroniche (che non contengono tabacco), le “e-cigar”, gli “e-hookah”, i JUUL e le “e-pipes”. I tassi sono standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS.
WHO
Un modello statistico basato su una meta-regressione binomiale negativa bayesiana viene utilizzato per modellare la prevalenza dell'uso corrente di tabacco per ciascun Paese, separatamente per uomini e donne”. Una descrizione completa del metodo è disponibile come articolo peer-reviewed in The Lancet, volume 385, n. 9972, pagg. 966-976 (2015). Una volta raccolti i tassi di prevalenza specifici per età e sesso dalle indagini nazionali in un set di dati, il modello è stato adattato per calcolare le stime di tendenza dal 2000 al 2025. Il modello ha due componenti principali: (a) aggiustare gli indicatori e le fasce d'età mancanti e (b) generare una stima delle tendenze nel tempo e un intervallo di credibilità del 95% intorno alla stima. A seconda della completezza/completezza dei dati delle indagini di un particolare Paese, il modello a volte fa uso di dati di altri Paesi per colmare le lacune informative. Quando un Paese ha meno di due indagini nazionali rappresentative della popolazione in anni diversi, non viene fatto alcun tentativo di colmare le lacune di dati e non vengono calcolate stime. Per colmare le lacune di dati, le informazioni vengono “prese in prestito” da Paesi della stessa sottoregione ONU. Le linee di tendenza risultanti vengono utilizzate per ricavare stime per singoli anni, in modo da poter riportare un numero anche se il Paese non ha condotto un'indagine in quell'anno. Per rendere i risultati comparabili tra i Paesi, i tassi di prevalenza sono stati standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS. Le stime per i Paesi con indagini irregolari o con molte lacune nei dati avranno ampi intervalli di incertezza e tali risultati devono essere interpretati con cautela.
I prodotti del tabacco comprendono sigarette, pipe, sigari, sigaretti, pipe ad acqua (narghilè, shisha), bidis, kretek, prodotti del tabacco riscaldati e tutte le forme di tabacco senza fumo (orale e nasale). I prodotti del tabacco escludono le sigarette elettroniche (che non contengono tabacco), le “e-cigar”, gli “e-hookah”, i JUUL e le “e-pipes”. I tassi sono standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS. Le stime per i Paesi con indagini irregolari o con molte lacune nei dati hanno ampi intervalli di incertezza e tali risultati dovrebbero essere interpretati con cautela.
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114
Consumo di tabacco, M (% di uomini 15 anni e oltrei)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Percentuale della popolazione maschile di età pari o superiore a 15 anni che attualmente fa uso di qualsiasi prodotto del tabacco (fumato e/o senza fumo) su base giornaliera o non giornaliera. I prodotti del tabacco comprendono sigarette, pipe, sigari, sigaretti, pipe ad acqua (narghilè, shisha), bidis, kretek, prodotti del tabacco riscaldati e tutte le forme di tabacco senza fumo (orale e nasale). I prodotti del tabacco escludono le sigarette elettroniche (che non contengono tabacco), le “e-cigar”, gli “e-hookah”, i JUUL e le “e-pipes”. I tassi sono standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS.
WHO
Un modello statistico basato su una meta-regressione binomiale negativa bayesiana viene utilizzato per modellare la prevalenza dell'uso corrente di tabacco per ciascun Paese, separatamente per uomini e donne”. Una descrizione completa del metodo è disponibile come articolo peer-reviewed in The Lancet, volume 385, n. 9972, pagg. 966-976 (2015). Una volta raccolti i tassi di prevalenza specifici per età e sesso dalle indagini nazionali in un set di dati, il modello è stato adattato per calcolare le stime di tendenza dal 2000 al 2025. Il modello ha due componenti principali: (a) aggiustare gli indicatori e le fasce d'età mancanti e (b) generare una stima delle tendenze nel tempo e un intervallo di credibilità del 95% intorno alla stima. A seconda della completezza/completezza dei dati delle indagini di un particolare Paese, il modello a volte fa uso di dati di altri Paesi per colmare le lacune informative. Quando un Paese ha meno di due indagini nazionali rappresentative della popolazione in anni diversi, non viene fatto alcun tentativo di colmare le lacune di dati e non vengono calcolate stime. Per colmare le lacune di dati, le informazioni vengono “prese in prestito” da Paesi della stessa sottoregione ONU. Le linee di tendenza risultanti vengono utilizzate per ricavare stime per singoli anni, in modo da poter riportare un numero anche se il Paese non ha condotto un'indagine in quell'anno. Per rendere i risultati comparabili tra i Paesi, i tassi di prevalenza sono stati standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS. Le stime per i Paesi con indagini irregolari o con molte lacune nei dati avranno ampi intervalli di incertezza e tali risultati devono essere interpretati con cautela.
I prodotti del tabacco comprendono sigarette, pipe, sigari, sigaretti, pipe ad acqua (narghilè, shisha), bidis, kretek, prodotti del tabacco riscaldati e tutte le forme di tabacco senza fumo (orale e nasale). I prodotti del tabacco escludono le sigarette elettroniche (che non contengono tabacco), le “e-cigar”, gli “e-hookah”, i JUUL e le “e-pipes”. I tassi sono standardizzati per età rispetto alla popolazione standard dell'OMS. Le stime per i Paesi con indagini irregolari o con molte lacune nei dati hanno ampi intervalli di incertezza e tali risultati dovrebbero essere interpretati con cautela.
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115
Ammissione all'ultimo grado dell'istruzione secondaria inferiore, F (%)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Il numero totale di nuove iscritte femmine all'ultima classe dell'istruzione primaria o dell'istruzione secondaria inferiore, indipendentemente dall'età, espresso come percentuale della popolazione femminile all'età prevista per l'ingresso nell'ultima classe dell'istruzione primaria o dell'istruzione secondaria inferiore. L'età prevista per l'ingresso nell'ultima classe è l'età in cui gli alunni entrerebbero nella classe se avessero iniziato la scuola all'età ufficiale di ingresso nell'istruzione primaria, avessero studiato a tempo pieno e fossero progrediti senza ripetere o saltare una classe.
UNESCO
i dati provengono da censimenti della popolazione e indagini sulle famiglie che raccolgono dati sul livello di istruzione più elevato o sul grado di istruzione completato dai bambini e dai giovani di una famiglia, tramite autodichiarazione o dichiarazione della famiglia. Nel primo caso, ogni membro della famiglia al di sopra di una certa età dichiara il proprio livello di istruzione. Nel secondo caso, una persona, di solito il capofamiglia o un'altra persona di riferimento, indica il grado e/o il livello di istruzione più alto completato da ciascun membro della famiglia. Sono necessari anche i dati amministrativi dei ministeri dell'Istruzione sulla struttura del sistema educativo (età di ingresso e durata). Le indagini possono servire come fonte di dati se raccolgono informazioni per i gruppi di età interessati. Oltre alle indagini nazionali, le indagini campionarie internazionali, come le Indagini demografiche e sanitarie (DHS, http://dhsprogram.com) o le cluster surveys a indicatori multipli (MICS, http://mics.unicef.org), sono un'altra fonte. Queste indagini sono progettate per soddisfare le esigenze di dati internazionali concordate e mirano a garantire la comparabilità transnazionale, fornendo al contempo dati per scopi politici nazionali. Queste indagini vengono condotte regolarmente in paesi selezionati, in media ogni 3-5 anni.
Il numero di nuovi iscritti all'ultimo anno di un determinato livello di istruzione, indipendentemente dall'età, è espresso come percentuale della popolazione dell'età prevista per l'ingresso all'ultimo anno di quel livello di istruzione. Se i dati sui nuovi iscritti non sono raccolti direttamente, possono essere calcolati sottraendo il numero di alunni che ripetono l'ultimo grado dal totale degli iscritti all'ultimo grado. Si tratta di una misura lorda e può quindi superare il 100% se c'è un gran numero di alunni che sono entrati a scuola presto o tardi e/o che hanno ripetuto i gradi precedenti. Il fatto che l’indicatore possa superare il 100% lo rende anche più difficile da interpretare rispetto al tasso di completamento. Rispetto al tasso di completamento, il rapporto di ingresso lordo all'ultimo grado non indica quanti bambini completano l'ultimo grado, ma solo quanti bambini entrano in quel grado. Se gli studenti dell'ultimo anno abbandonano la scuola prima del diploma, il rapporto di ingresso lordo all'ultimo anno sovrastima il completamento. I limiti dei dati impediscono di tenere conto degli gli studenti che abbandonano la scuola durante l'ultimo anno di istruzione secondaria inferiore. Pertanto, questo tasso è una proxy che dovrebbe essere considerata come una stima superiore dell'effettivo tasso di completamento della scuola secondaria inferiore.
None
116
Ammissione all'ultimo grado dell'istruzione secondaria inferiore, M (%)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Il numero totale di nuovi iscritti maschi all'ultima classe dell'istruzione primaria o dell'istruzione secondaria inferiore, indipendentemente dall'età, espresso come percentuale della popolazione maschile all'età prevista per l'ingresso nell'ultima classe dell'istruzione primaria o dell'istruzione secondaria inferiore. L'età prevista per l'ingresso nell'ultima classe è l'età in cui gli alunni entrerebbero nella classe se avessero iniziato la scuola all'età ufficiale di ingresso nell'istruzione primaria, avessero studiato a tempo pieno e fossero progrediti senza ripetere o saltare una classe.
UNESCO
i dati provengono da censimenti della popolazione e indagini sulle famiglie che raccolgono dati sul livello di istruzione più elevato o sul grado di istruzione completato dai bambini e dai giovani di una famiglia, tramite autodichiarazione o dichiarazione della famiglia. Nel primo caso, ogni membro della famiglia al di sopra di una certa età dichiara il proprio livello di istruzione. Nel secondo caso, una persona, di solito il capofamiglia o un'altra persona di riferimento, indica il grado e/o il livello di istruzione più alto completato da ciascun membro della famiglia. Sono necessari anche i dati amministrativi dei ministeri dell'Istruzione sulla struttura del sistema educativo (età di ingresso e durata). Le indagini possono servire come fonte di dati se raccolgono informazioni per i gruppi di età interessati. Oltre alle indagini nazionali, le indagini campionarie internazionali, come le Indagini demografiche e sanitarie (DHS, http://dhsprogram.com) o le cluster surveys a indicatori multipli (MICS, http://mics.unicef.org), sono un'altra fonte. Queste indagini sono progettate per soddisfare le esigenze di dati internazionali concordate e mirano a garantire la comparabilità transnazionale, fornendo al contempo dati per scopi politici nazionali. Queste indagini vengono condotte regolarmente in paesi selezionati, in media ogni 3-5 anni.
Il numero di nuovi iscritti all'ultimo anno di un determinato livello di istruzione, indipendentemente dall'età, è espresso come percentuale della popolazione dell'età prevista per l'ingresso all'ultimo anno di quel livello di istruzione. Se i dati sui nuovi iscritti non sono raccolti direttamente, possono essere calcolati sottraendo il numero di alunni che ripetono l'ultimo grado dal totale degli iscritti all'ultimo grado. Si tratta di una misura lorda e può quindi superare il 100% se c'è un gran numero di alunni che sono entrati a scuola presto o tardi e/o che hanno ripetuto i gradi precedenti. Il fatto che l’indicatore possa superare il 100% lo rende anche più difficile da interpretare rispetto al tasso di completamento. Rispetto al tasso di completamento, il rapporto di ingresso lordo all'ultimo grado non indica quanti bambini completano l'ultimo grado, ma solo quanti bambini entrano in quel grado. Se gli studenti dell'ultimo anno abbandonano la scuola prima del diploma, il rapporto di ingresso lordo all'ultimo anno sovrastima il completamento. I limiti dei dati impediscono di tenere conto degli gli studenti che abbandonano la scuola durante l'ultimo anno di istruzione secondaria inferiore. Pertanto, questo tasso è una proxy che dovrebbe essere considerata come una stima superiore dell'effettivo tasso di completamento della scuola secondaria inferiore.
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Tasso di attività 15-64 anni, F (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale della popolazione femminile di età 15-64 anni economicamente attiva: tutte le persone che offrono sul mercato manodopera per la produzione di beni e servizi in un determinato periodo.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati nazionali sui tassi di partecipazione alla forza lavoro possono non essere comparabili a causa di differenze nei concetti e nelle metodologie. Il fattore più importante che influisce sulla comparabilità dei dati è la fonte dei dati stessi. I dati sulle forze di lavoro ottenuti dai censimenti della popolazione sono spesso basati su un numero limitato di domande sulle caratteristiche economiche degli individui, con scarse possibilità di sondaggio. I dati risultanti, pertanto, non sono generalmente coerenti con i corrispondenti dati delle indagini sulle forze di lavoro e possono variare notevolmente da un Paese all'altro, a seconda del numero e del tipo di domande incluse nel censimento. I censimenti e le indagini sulle unità locali possono, per loro natura, fornire solo dati sulla popolazione occupata, escludendo i disoccupati e, in molti Paesi, escludendo anche i lavoratori impegnati in piccole untà produttive o nell'economia informale che non rientrano nell'ambito dell'indagine o del censimento. Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Tasso di attività 15-64 anni, M (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale della popolazione maschile di età 15-64 anni economicamente attiva: tutte le persone che offrono sul mercato manodopera per la produzione di beni e servizi in un determinato periodo.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati nazionali sui tassi di partecipazione alla forza lavoro possono non essere comparabili a causa di differenze nei concetti e nelle metodologie. Il fattore più importante che influisce sulla comparabilità dei dati è la fonte dei dati stessi. I dati sulle forze di lavoro ottenuti dai censimenti della popolazione sono spesso basati su un numero limitato di domande sulle caratteristiche economiche degli individui, con scarse possibilità di sondaggio. I dati risultanti, pertanto, non sono generalmente coerenti con i corrispondenti dati delle indagini sulle forze di lavoro e possono variare notevolmente da un Paese all'altro, a seconda del numero e del tipo di domande incluse nel censimento. I censimenti e le indagini sulle unità locali possono, per loro natura, fornire solo dati sulla popolazione occupata, escludendo i disoccupati e, in molti Paesi, escludendo anche i lavoratori impegnati in piccole untà produttive o nell'economia informale che non rientrano nell'ambito dell'indagine o del censimento. Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Tasso di attività 15-24 anni, F (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale della popolazione femminile di età 15-24 anni economicamente attiva: tutte le persone che offrono sul mercato manodopera per la produzione di beni e servizi in un determinato periodo.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati nazionali sui tassi di partecipazione alla forza lavoro possono non essere comparabili a causa di differenze nei concetti e nelle metodologie. Il fattore più importante che influisce sulla comparabilità dei dati è la fonte dei dati stessi. I dati sulle forze di lavoro ottenuti dai censimenti della popolazione sono spesso basati su un numero limitato di domande sulle caratteristiche economiche degli individui, con scarse possibilità di sondaggio. I dati risultanti, pertanto, non sono generalmente coerenti con i corrispondenti dati delle indagini sulle forze di lavoro e possono variare notevolmente da un Paese all'altro, a seconda del numero e del tipo di domande incluse nel censimento. I censimenti e le indagini sulle unità locali possono, per loro natura, fornire solo dati sulla popolazione occupata, escludendo i disoccupati e, in molti Paesi, escludendo anche i lavoratori impegnati in piccole untà produttive o nell'economia informale che non rientrano nell'ambito dell'indagine o del censimento. Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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120
Tasso di attività 15-24 anni, M (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale della popolazione maschile di età 15-24 anni economicamente attiva: tutte le persone che offrono sul mercato manodopera per la produzione di beni e servizi in un determinato periodo.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati nazionali sui tassi di partecipazione alla forza lavoro possono non essere comparabili a causa di differenze nei concetti e nelle metodologie. Il fattore più importante che influisce sulla comparabilità dei dati è la fonte dei dati stessi. I dati sulle forze di lavoro ottenuti dai censimenti della popolazione sono spesso basati su un numero limitato di domande sulle caratteristiche economiche degli individui, con scarse possibilità di sondaggio. I dati risultanti, pertanto, non sono generalmente coerenti con i corrispondenti dati delle indagini sulle forze di lavoro e possono variare notevolmente da un Paese all'altro, a seconda del numero e del tipo di domande incluse nel censimento. I censimenti e le indagini sulle unità locali possono, per loro natura, fornire solo dati sulla popolazione occupata, escludendo i disoccupati e, in molti Paesi, escludendo anche i lavoratori impegnati in piccole untà produttive o nell'economia informale che non rientrano nell'ambito dell'indagine o del censimento. Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Tasso di occupazione 15 anni e oltre, F (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale di popolazione femminile di un Paese nella classe d'età 15 anni ed oltre. L'occupazione è definita come le persone in età lavorativa che, durante un breve periodo di riferimento, sono state impegnate in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a scopo di retribuzione o di profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento (cioè che abbiano lavorato in un posto di lavoro per almeno un'ora) sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di accordi sull'orario di lavoro. L'età di 15 anni ed oltre è generalmente considerata il riferimento per la popolazione in età lavorativa.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Tasso di occupazione 15 anni e oltre, M (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale di popolazione maschile occupata di un Paese nella classe d'età 15 anni ed oltre. L'occupazione è definita come le persone in età lavorativa che, durante un breve periodo di riferimento, sono state impegnate in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a scopo di retribuzione o di profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento (cioè che abbiano lavorato in un posto di lavoro per almeno un'ora) sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di accordi sull'orario di lavoro. L'età di 15 anni ed oltre è generalmente considerata il riferimento per la popolazione in età lavorativa.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Tasso di occupazione 15-24 anni, F (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale di popolazione femminile occupata di un Paese nella classe d'età 15-24 anni. L'occupazione è definita come le persone in età lavorativa che, durante un breve periodo di riferimento, sono state impegnate in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a scopo di retribuzione o di profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento (cioè che abbiano lavorato in un posto di lavoro per almeno un'ora) sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di accordi sull'orario di lavoro. L'età compresa tra i 15 e i 24 anni è generalmente considerata il riferimento per la popolazione giovanile.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. Questa procedura produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il LFPR è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
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Tasso di occupazione 15-24 anni, M (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Percentuale di popolazione maschile occupata di un Paese nella classe d'età 15-24 anni. L'occupazione è definita come le persone in età lavorativa che, durante un breve periodo di riferimento, sono state impegnate in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a scopo di retribuzione o di profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento (cioè che abbiano lavorato in un posto di lavoro per almeno un'ora) sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di accordi sull'orario di lavoro. L'età compresa tra i 15 e i 24 anni è generalmente considerata il riferimento per la popolazione giovanile.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. Questa procedura produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il LFPR è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
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Occupazione in agricoltura, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne in età lavorativa impegnate nel settore agricolo in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a titolo oneroso o di lucro, sia che lavorino nel periodo di riferimento sia che non lavorino a causa di un'assenza temporanea dal lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore agricolo è costituito dalle attività di agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca, secondo la divisione 1 (ISIC 2) o le categorie A-B (ISIC 3) o la categoria A (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
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Occupazione in agricoltura, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini in età lavorativa impegnati nel settore agricolo in una qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi a titolo oneroso o di lucro, sia che lavorino nel periodo di riferimento sia che non lavorino a causa di un'assenza temporanea dal lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore agricolo è costituito dalle attività di agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca, secondo la divisione 1 (ISIC 2) o le categorie A-B (ISIC 3) o la categoria A (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
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Occupazione nell'industria, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne in età lavorativa impegnate nel settore industriale in una qualsiasi attività di produzione di beni o di prestazione di servizi a titolo oneroso o di lucro, sia che lavorino nel periodo di riferimento sia che non lavorino a causa di un'assenza temporanea dal posto di lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore industriale comprende l'estrazione di minerali, l'industria manifatturiera, le costruzioni e i servizi pubblici (elettricità, gas e acqua), secondo le divisioni 2-5 (ISIC 2) o le categorie C-F (ISIC 3) o le categorie B-F (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
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Occupazione nell'industria, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini in età lavorativa impegnati nel settore industriale in una qualsiasi attività di produzione di beni o di prestazione di servizi a titolo oneroso o di lucro, sia che lavorino nel periodo di riferimento sia che non lavorino a causa di un'assenza temporanea dal posto di lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore industriale comprende l'estrazione di minerali, l'industria manifatturiera, le costruzioni e i servizi pubblici (elettricità, gas e acqua), secondo le divisioni 2-5 (ISIC 2) o le categorie C-F (ISIC 3) o le categorie B-F (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
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Occupazione nei servizi, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne in età lavorativa impegnate nel settore dei Servizi in qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi per retribuzione o profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento, sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore dei servizi comprende il commercio all'ingrosso e al dettaglio, i ristoranti e gli alberghi, i trasporti, il magazzinaggio e le comunicazioni, i finanziamenti, le assicurazioni, le attività immobiliari e i servizi alle imprese, nonché i servizi sociali e personali, secondo le divisioni 6-9 (ISIC 2) o le categorie G-Q (ISIC 3) o le categorie G-U (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
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Occupazione nei servizi, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini in età lavorativa impegnate nel settore dei Servizi in qualsiasi attività di produzione di beni o di fornitura di servizi per retribuzione o profitto, sia che fossero al lavoro durante il periodo di riferimento, sia che non fossero al lavoro a causa di un'assenza temporanea da un posto di lavoro o di un accordo sull'orario di lavoro. Il settore dei servizi comprende il commercio all'ingrosso e al dettaglio, i ristoranti e gli alberghi, i trasporti, il magazzinaggio e le comunicazioni, i finanziamenti, le assicurazioni, le attività immobiliari e i servizi alle imprese, nonché i servizi sociali e personali, secondo le divisioni 6-9 (ISIC 2) o le categorie G-Q (ISIC 3) o le categorie G-U (ISIC 4).
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile; questa produce stime accurate e a bassa varianza, il che non sorprende, dato che il tale indicatore è una variabile molto persistente. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I dati presentati per ramo di attività economica si basano sulla Classificazione industriale internazionale standard di tutte le attività economiche (ISIC). Il suo scopo principale è quello di fornire un insieme di categorie di attività che possono essere utilizzate per la raccolta e il reporting di statistiche. La versione originale dell'ISIC è stata adottata nel 1948 e da allora è stata rivista quattro volte: nel 1968 (ISIC Rev.2), nel 1990 (ISIC Rev.3) e nel 2008 (ISIC Rev.4). Una versione aggiornata dell'ISIC Rev. 3 è stata introdotta nel 2002 per tenere conto dei cambiamenti sostanziali nella struttura economica di molti Paesi (ISIC Rev. 3.1). È importante notare che i Paesi possono utilizzare versioni diverse dell'ISIC, e che i Paesi passano all'adozione della versione più recente a cadenze diverse. Un Paese può continuare a utilizzare la versione precedente anche dopo aver avviato una nuova serie di dati secondo la versione più recente. Sebbene questi diversi sistemi di classificazione possano avere un impatto sulla comparabilità a livelli dettagliati di attività economica, i cambiamenti da un ISIC all'altro non dovrebbero avere un impatto significativo sulle informazioni per i tre grandi settori presentati in ILOSTAT. Una serie di fattori può limitare la comparabilità delle statistiche sull'occupazione per attività economica tra paesi o nel tempo. La comparabilità delle statistiche sull'occupazione tra i Paesi è influenzata in modo significativo dalle variazioni nelle definizioni utilizzate per i dati sull'occupazione. Le differenze possono derivare dalla copertura dell'età, come i limiti inferiori e superiori di età per l'attività della forza lavoro. Le stime sull'occupazione possono variare anche in base all'inclusione o meno dei membri delle forze armate. Quando le forze armate sono incluse nella misura dell'occupazione, di solito sono assegnate al settore dei servizi. Pertanto, nei Paesi che non includono le forze armate, il settore dei servizi tende a essere sottostimato rispetto ai Paesi in cui sono incluse. Un'altra area che presenta differenze di misurazione riguarda il trattamento nazionale di particolari gruppi di lavoratori. La definizione internazionale di occupazione prevede l'inclusione di tutte le persone che hanno lavorato per almeno un'ora durante il periodo di riferimento. I lavoratori possono essere retribuiti o autonomi, anche in forme di lavoro meno evidenti, alcune delle quali sono trattate in dettaglio nella risoluzione adottata della diciannovesima ICLS, come il lavoro familiare non retribuito, l'apprendistato o la produzione non di mercato. La maggior parte delle eccezioni alla copertura di tutte le persone occupate in un'indagine sulle forze di lavoro ha a che fare con lievi variazioni nazionali rispetto alla raccomandazione internazionale applicabile agli status occupazionali alternativi. Ad esempio, alcuni Paesi misurano solo gli occupati retribuiti, mentre altri misurano “tutte le persone occupate”, ovvero i lavoratori retribuiti e i titolari di aziende che ricevono una retribuzione basata su quote societarie. Altre possibili variazioni alle norme relative alla misurazione dell'occupazione totale includono limiti di ore (oltre un'ora) imposti ai membri della famiglia che contribuiscono prima di essere inclusi nell'occupazione. I confronti possono essere problematici anche quando varia la frequenza di raccolta dei dati. L'intervallo di raccolta delle informazioni può andare da un mese a 12 mesi in un anno. Dato che la stagionalità di vario tipo è indubbiamente presente in tutti i Paesi, i dati sull'occupazione possono variare anche solo per questo motivo. Inoltre, i cambiamenti nel livello di occupazione possono verificarsi nel corso dell'anno, ma ciò può essere oscurato quando sono disponibili meno osservazioni.
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Occupati dipendenti, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne che svolgono il tipo di lavoro definito come “lavoro subordinato”, in cui gli occupati hanno contratti di lavoro espliciti (scritti o orali) o impliciti che danno loro una retribuzione di base che non dipende direttamente dalle entrate dell'unità per cui lavorano.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Occupati dipendenti, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini che svolgono il tipo di lavoro definito come “lavoro subordinato”, in cui gli occupati hanno contratti di lavoro espliciti (scritti o orali) o impliciti che danno loro una retribuzione di base che non dipende direttamente dalle entrate dell'unità per cui lavorano.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Occupati indipendenti, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne che, lavorando per conto proprio o con uno o più soci o in cooperativa, svolgono lavori in cui la retribuzione dipende direttamente dai profitti derivanti dai beni e servizi prodotti. I lavoratori autonomi comprendono quattro sottocategorie: i datori di lavoro, i lavoratori in proprio, i membri di cooperative di produttori e i coadiuvanti familiari.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Occupati indipendenti, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini che, lavorando per conto proprio o con uno o più soci o in cooperativa, svolgono lavori in cui la retribuzione dipende direttamente dai profitti derivanti dai beni e servizi prodotti. I lavoratori autonomi comprendono quattro sottocategorie: i datori di lavoro, i lavoratori in proprio, i membri di cooperative di produttori e i coadiuvanti familiari.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Datori di lavoro, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne che, lavorando per conto proprio o con uno o più soci, svolgono lavori in cui la retribuzione dipende direttamente dai profitti derivanti dai beni e dai servizi prodotti, e che, in questa veste, hanno assunto, in modo continuativo, una o più persone che lavorano per loro come dipendenti.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Datori di lavoro, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini che, lavorando per conto proprio o con uno o più soci, svolgono lavori in cui la retribuzione dipende direttamente dai profitti derivanti dai beni e dai servizi prodotti, e che, in questa veste, hanno assunto, in modo continuativo, una o più persone che lavorano per loro come dipendenti.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Occupati vulnerabili, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Lavoratrici coadiuvanti familiari e lavoratrici per conto proprio in percentuale dell'occupazione totale.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Occupati vulnerabili, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Lavoratori coadiuvanti familiari e lavoratori per conto proprio in percentuale dell'occupazione totale.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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Coadiuvanti familiari, F (% dell'occupazione femminile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Donne che svolgono un “lavoro autonomo” come lavoratori per conto proprio in un'impresa orientata al mercato gestita da una persona collegata che vive nella stessa famiglia.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
None
140
Coadiuvanti familiari, M (% dell'occupazione maschile)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Uomini che svolgono un “lavoro autonomo” come lavoratori per conto proprio in un'impresa orientata al 3mercato gestita da una persona collegata che vive nella stessa famiglia.
ILO Modelled Estimates (ILOEST)
Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. L'interpolazione lineare viene utilizzata per colmare i dati mancanti per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. In base alla struttura dei dati e all'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di convalida incrociata per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico.
Per i confronti internazionali dei dati sulle forze di lavoro, la fonte più completa è senza dubbio rappresentata dalle indagini sulle forze di lavoro. Tuttavia, nonostante la loro forza, i dati delle indagini sulle forze di lavoro possono contenere elementi non comparabili in termini di portata e copertura, soprattutto a causa delle differenze nell'inclusione o nell'esclusione di alcune aree geografiche e dell'inclusione o meno dei militari di leva. Inoltre, vi sono variazioni nelle definizioni nazionali del concetto di forza lavoro, in particolare per quanto riguarda il trattamento statistico di alcuni gruppi specifici, come i “lavoratori familiari contribuenti” e le “persone non occupate, disponibili al lavoro ma non in cerca di occupazione”. La non comparabilità può derivare anche da differenze nei limiti di età utilizzati per misurare la forza lavoro (precedentemente nota come popolazione economicamente attiva). Alcuni Paesi hanno adottato limiti di età superiori non standard per l'inclusione nella forza lavoro, con un punto di interruzione a 65 o 70 anni, il che influisce su ampi confronti, e in particolare su quelli dei livelli di età più elevati. Infine, le differenze nelle date a cui si riferiscono i dati, così come il metodo di calcolo della media annuale, possono contribuire alla non comparabilità delle statistiche risultanti. In larga misura, questi problemi di comparabilità sono stati affrontati nella costruzione delle stime modellate dall'ILO dei tassi di partecipazione alla forza lavoro incluse in ILOSTAT. Per la costruzione delle stime sono stati utilizzati solo i dati delle indagini sulle forze di lavoro delle famiglie e dei censimenti della popolazione rappresentativi dell'intero Paese (senza limitazioni geografiche). Nei Paesi con più di una fonte di indagine, è stato utilizzato un solo tipo di fonte. Se per il Paese era disponibile un'indagine sulle forze di lavoro, i tassi di partecipazione alle forze di lavoro ricavati da questa fonte sono stati scelti a favore di quelli ricavati dai censimenti della popolazione. Le osservazioni imputate non si basano su dati nazionali, sono soggette a un'elevata incertezza e non dovrebbero essere utilizzate per confronti o classifiche tra Paesi. Questa serie si basa sulle definizioni della tredicesima ICLS.
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141
Tasso di disoccupazione 15 anni e oltre, F (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Quota della forza lavoro femminile che non ha un lavoro ma è disponibile e in cerca di un'occupazione.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I disoccupati comprendono tutte le persone in età lavorativa che: a) non avevano un lavoro durante il periodo di riferimento, cioè non avevano un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo; b) erano attualmente disponibili per un lavoro, cioè erano disponibili per un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo durante il periodo di riferimento; c) erano alla ricerca di un lavoro, cioè avevano intrapreso azioni specifiche in un determinato periodo recente per cercare un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo. Vengono conteggiati come disoccupati anche i futuri avviati, cioè le persone che non hanno cercato lavoro ma hanno un futuro interesse nel mercato del lavoro (hanno preso accordi per un futuro inizio di lavoro), così come i partecipanti a programmi di formazione o riqualificazione professionale nell'ambito di programmi di promozione dell'occupazione, che su questa base non erano “occupati”, non erano “attualmente disponibili” e non hanno “cercato lavoro” perché avevano un'offerta di lavoro da iniziare entro un breve periodo successivo, generalmente non superiore a tre mesi. Tra i disoccupati sono comprese anche le persone “non occupate” che hanno svolto attività di migrazione all'estero per lavorare a scopo di retribuzione o di lucro, ma che erano ancora in attesa dell'opportunità di partire. Il tasso di disoccupazione complessivo di un Paese è una misura ampiamente utilizzata dell'offerta di lavoro non utilizzata. I tassi di disoccupazione per gruppi specifici, definiti in base all'età, al sesso, all'occupazione o all'industria, sono utili anche per identificare i gruppi di lavoratori e i settori più vulnerabili alla disoccupazione.
SDG Goal 8, indicatore 8.5.2; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
142
Tasso di disoccupazione 15 anni e oltre, M (%)
Confronti di genere
Lavoro e genere
Quota della forza lavoro maschile che non ha un lavoro ma è disponibile e in cerca di un'occupazione.
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST); b) Istat per l'Italia
a) ILO Modelled Estimates (ILOEST) - Gli indicatori del mercato del lavoro sono stimati utilizzando una serie di modelli che stabiliscono relazioni statistiche tra gli indicatori del mercato del lavoro osservati e le variabili esplicative. Per colmare i dati mancanti si ricorre all'interpolazione lineare per i Paesi per i quali tale procedura è possibile. In tutti gli altri casi, viene effettuata una stima multivariata ponderata. I Paesi sono suddivisi in nove gruppi di stima, scelti sulla base di un'ampia somiglianza economica e della vicinanza geografica. Data la struttura dei dati e l'eterogeneità tra i Paesi coperti dai dati di input, il modello è stato specificato utilizzando dati panel con effetti fissi per Paese. Le regressioni sono ponderate per l'inverso della probabilità di disponibilità di un'indagine sulle forze di lavoro. Le variabili esplicative utilizzate includono variabili economiche e demografiche. Per produrre le stime per il 2020, viene utilizzato un approccio di cross-validazione per selezionare il modello che minimizza l'errore di previsione in quell'anno specifico. b) Istat (per l'Italia) - I dati sono rilevati con l'indagine sulle forze di lavoro, un'indagine campionaria condotta tramite interviste alle famiglie; l'obiettivo principale è stimare gli aggregati che compongono l'offerta di lavoro: occupati e persone in cerca di occupazione.
I disoccupati comprendono tutte le persone in età lavorativa che: a) non avevano un lavoro durante il periodo di riferimento, cioè non avevano un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo; b) erano attualmente disponibili per un lavoro, cioè erano disponibili per un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo durante il periodo di riferimento; c) erano alla ricerca di un lavoro, cioè avevano intrapreso azioni specifiche in un determinato periodo recente per cercare un'occupazione retribuita o un lavoro autonomo. Vengono conteggiati come disoccupati anche i futuri avviati, cioè le persone che non hanno cercato lavoro ma hanno un futuro interesse nel mercato del lavoro (hanno preso accordi per un futuro inizio di lavoro), così come i partecipanti a programmi di formazione o riqualificazione professionale nell'ambito di programmi di promozione dell'occupazione, che su questa base non erano “occupati”, non erano “attualmente disponibili” e non hanno “cercato lavoro” perché avevano un'offerta di lavoro da iniziare entro un breve periodo successivo, generalmente non superiore a tre mesi. Tra i disoccupati sono comprese anche le persone “non occupate” che hanno svolto attività di migrazione all'estero per lavorare a scopo di retribuzione o di lucro, ma che erano ancora in attesa dell'opportunità di partire. Il tasso di disoccupazione complessivo di un Paese è una misura ampiamente utilizzata dell'offerta di lavoro non utilizzata. I tassi di disoccupazione per gruppi specifici, definiti in base all'età, al sesso, all'occupazione o all'industria, sono utili anche per identificare i gruppi di lavoratori e i settori più vulnerabili alla disoccupazione.
SDG Goal 8, indicatore 8.5.2; ENP-South Eurostat Data Browser: Area 'Popolazione e Condizioni sociali'
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Seggi occupati da donne nei parlamenti nazionali (%)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Percentuale di seggi parlamentari nella Camera singola o bassa detenuti da donne.
Inter-Parliamentary Union (IPU)
I dati sono forniti dai parlamenti nazionali e aggiornati dopo un'elezione o un rinnovo parlamentare. I parlamenti nazionali trasmettono i loro dati anche all'Unione interparlamentare (IPU) almeno una volta all'anno e quando i numeri cambiano in modo significativo. I parlamenti membri dell'IPU forniscono informazioni su modifiche e aggiornamenti al segretariato dell'IPU. Dopo ogni elezione generale o rinnovo, viene inviato un questionario ai parlamenti per richiedere gli ultimi dati disponibili. In caso di mancata risposta, si ricorre ad altri metodi per ottenere le informazioni, come l'organo di gestione elettorale, i siti web parlamentari o le ricerche su Internet. Le informazioni aggiuntive raccolte da altre fonti vengono regolarmente verificate con il Parlamento. I dati sono aggiornati su base mensile, fino all'ultimo giorno del mese.
Il numero di Paesi coperti varia con le sospensioni o gli scioglimenti dei parlamenti. Al 1° febbraio 2016, sono inclusi 193 Paesi. Può essere difficile ottenere informazioni sui risultati delle elezioni suppletive e sulle sostituzioni dovute a morte o dimissioni. Questi cambiamenti sono eventi ad hoc di cui è più difficile tenere traccia. Le elezioni suppletive, ad esempio, spesso non vengono annunciate a livello internazionale come le elezioni generali. I dati escludono il numero e la percentuale di donne nelle camere alte del Parlamento. Le informazioni sono disponibili sul sito web dell'Unione interparlamentare (IPU) all'indirizzo https://data.ipu.org/women-ranking. I parlamenti variano notevolmente nel loro funzionamento interno e nelle loro procedure, ma in genere legiferano, supervisionano il governo e rappresentano gli elettori. In termini di misurazione del contributo delle donne al processo decisionale politico, questo indicatore potrebbe non essere sufficiente perché alcune donne potrebbero incontrare ostacoli nello svolgimento pieno ed efficiente del loro mandato parlamentare.
SDG Goal 5 e Goal 16, indicatore 5.5.1/16.7.1
144
Women Business and the Law Index (scala 1-100)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Indice composito che misura l'effetto di leggi e regolamenti sulle opportunità economiche delle donne. I punteggi complessivi sono calcolati rapportando il punteggio medio di ciascun indice (Mobilità, Posto di lavoro, Retribuzione, Matrimonio, Genitorialità, Imprenditorialità, Patrimonio e Pensione) a 100, che rappresenta il punteggio massimo.
World Bank
I dati sono raccolti con questionari standardizzati per garantire la comparabilità tra le varie economie. I questionari sono somministrati a oltre 2.000 intervistati esperti di diritto di famiglia, del lavoro e penale, tra cui avvocati, giudici, accademici e membri di organizzazioni della società civile che si occupano di questioni di genere. Gli intervistati forniscono le risposte ai questionari e i riferimenti alle leggi e ai regolamenti pertinenti. Il team di Women, Business and the Law raccoglie i testi di queste fonti codificate di diritto nazionale - costituzioni, codici, leggi, statuti, norme, regolamenti e procedure - e verifica l'accuratezza delle risposte al questionario. Trentacinque punti vengono valutati attraverso otto indicatori di quattro o cinque domande binarie, con ogni indicatore che rappresenta una diversa fase della carriera di una donna. I punteggi a livello di indicatore si ottengono calcolando la media non ponderata delle domande all'interno di quell'indicatore e scalando il risultato a 100. I punteggi complessivi sono quindi calcolati prendendo la media delle domande di quell'indicatore. I punteggi complessivi vengono poi calcolati prendendo la media di ogni indicatore, con 100 che rappresenta il massimo punteggio possibile.
La metodologia di Women, Business and the Law presenta dei limiti che devono essere considerati nell'interpretazione dei dati. Tutti gli otto indicatori si basano su ipotesi standardizzate per garantire la comparabilità tra le economie. La comparabilità è uno dei punti di forza dei dati, ma le ipotesi possono anche rappresentare dei limiti, in quanto potrebbero non cogliere tutte le restrizioni o rappresentare tutte le particolarità di un Paese. Si presume che la donna risieda nella città economica principale, però nelle economie federali, le leggi che riguardano le donne possono variare a seconda dello Stato o della provincia. Anche nelle economie non federali, le donne delle aree rurali e delle piccole città possono trovarsi di fronte a legislazioni locali più restrittive. Tali restrizioni non vengono considerate da Women, Business and the Law, a meno che non siano presenti anche nella città economica principale.
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145
Indice di sviluppo di genere (min=0, max=1)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Indice composito che misura le disuguaglianze di genere in tre dimensioni fondamentali dello sviluppo umano: la salute, misurata dall'aspettativa di vita alla nascita delle donne e degli uomini; l'istruzione, misurata dagli anni di scolarizzazione previsti dalle donne e dagli uomini per i bambini e dagli anni medi di scolarizzazione delle donne e degli uomini per gli adulti dai 25 anni in su; il controllo delle risorse economiche, misurato dal reddito da lavoro stimato dalle donne e dagli uomini. È calcolato come il rapporto tra l'Indice di sviluppo umano (ISU) delle donne e quello degli uomini.
United Nations Development Programme
Si tratta di una media geometrica degli indici e rapporti normalizzati tra valori femminili e maschili, sulla base dei seguenti indicatori: a) Speranza di vita alla nascita: UN/DESA (2022a).b) Anni di scolarizzazione previsti: CEDLAS e Banca Mondiale (2022), ICF Macro Demographic and Health Surveys (vari anni), UNESCO Institute for Statistics (2022) e United Nations Children's Fund (UNICEF) Multiple Indicator Cluster Surveys (vari anni). c) Anni medi di scolarizzazione per gli adulti di 25 anni e più: Barro e Lee (2018), ICF Macro Demographic and Health Surveys (vari anni), OCSE (2022), UNESCO Institute for Statistics (2022) e UNICEF Multiple Indicator Cluster Surveys (vari anni). d) Stima del reddito da lavoro realizzate dall'Human Development Report basate sulle quote femminili e maschili della popolazione economicamente attiva, sul rapporto tra i salari femminili e maschili in tutti i settori e sul reddito nazionale lordo a parità di potere d'acquisto (PPP) nel 2017, nonché sulle quote femminili e maschili della popolazione di fonte ILO (2022), FMI (2022), UNDESA (2022a), United Nations Statistics Division (2022) e Banca Mondiale (2022).
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146
Indice di disuguaglianza di genere (min=0, max=1)
Confronti di genere
Altri temi di genere
Indice composito che misura lo svantaggio di genere in tre dimensioni: salute riproduttiva, empowerment e mercato del lavoro, per il maggior numero di Paesi in cui sono disponibili dati di qualità ragionevole. Mostra la perdita di sviluppo umano potenziale dovuta alla disuguaglianza tra risultati femminili e maschili in queste dimensioni. Va da 0, dove donne e uomini ottengono risultati uguali, a 1, dove uno dei due sessi ottiene i risultati peggiori possibili in tutte le dimensioni misurate.
United Nations Development Programme
I valori sono calcolati utilizzando la misura di disuguaglianza association-sensitive suggerita da Seth (2009), il che implica che l'indice si basa sulla media generale di medie generali di ordine diverso: la prima aggregazione è quella di una media geometrica tra le dimensioni; le medie calcolate separatamente per donne e uomini sono poi aggregate utilizzando una media armonica tra i generi. L'indice si basa sui seguenti indicatori e fonti: a) tasso di mortalità materna: OMS, UNICEF, UNFPA, World Bank Group, United Nations Population Division (2019); b) tasso di natalità adolescenziale): UN/DESA (2022a); c) quota di seggi parlamentari detenuti da ciascun sesso: IPU (2022); d) popolazione con qualche livello di istruzione secondaria (: Barro e Lee (2018), ICF Macro Demographic and Health Surveys (vari anni), OCSE (2022), UNESCO Institute for Statistics (2022) e United Nations Children's Fund Multiple Indicator Cluster Surveys (vari anni); e) tasso di partecipazione alla forza lavoro: ILO (2022).
Generalmente l'indice assume valori inferiori a 1, ma può raggiungere anche valori superiori a 1, nei Paesi dove i gap tra la condizione femminile e quella maschile risultano superati nel loro complesso.